Fra i titoli più interessanti usciti negli ultimi mesi c'è sicuramente questo: Schegge di russia, un'antologia delle nuove avanguardie letterarie russe, curata da Mario Caramitti per la collana AvantPop di Fanucci. L'antologia, inedita a livello mondiale, vuole dare, seppure in presa diretta, un'immagine quanto più possibile ragionata dell'effervescente fucina letteraria che la Russia di oggi rappresenta. Un travolgente senso di libertà, il disorientamento assoluto, l'innata predisposizione agli eccessi sono le parole chiave di questi dieci anni di Russia senza URSS, e al tempo stesso sono i motivi dominanti di una prosa originale, coinvolgente e non di rado scioccante.
In una commistione di codici e di generi senza ascendenze precise, nonostante le seduzioni pulp e l'eco delle avanguardie storiche, troviamo un'estrema ricchezza e varietà di proposte. Le lettere russe hanno registrato negli ultimi anni un radicale ricambio generazionale e una totale desovietizzazione. Coerentemente, neppure uno dei prosatori antologizzati è stato mai pubblicato nell'ambito dei canali ufficiali all'epoca dell'URSS.
Per metà gli autori di Schegge di Russia hanno esordito da non più di qualche anno, gli altri sono i grandi protagonisti della scena letteraria degli ultimi decenni (Venedikt Erofeev, Sasha Sokolov, Vladimir Sorokin ecc.), ancora relativamente conosciuti in Occidente. Due terzi degli autori prescelti non sono mai stati tradotti prima in italiano, neppure in antologie.
La nuova prosa russa è proiettata su tre distinti piani temporali: il mondo sovietico descritto a posteriori, nella sua disumanità aberrante, ma anche in un'insolita, quasi mitica dimensione quotidiana, del tutto avulsa dalla politica e ignorata in passato tanto dai sostenitori che dai detrattori del regime; l'attualità più stringente delle guerre di mafia, della prostituzione come sport nazionale e del degrado del tessuto civile e morale del paese; da ultimo il contesto atemporale delle eterne contraddizioni dello spirito russo, oggi più che mai esasperate, spesso inserite in una cornice fantastica o antiutopica.
Filo conduttore dei testi è l'attitudine diffusa ad associare una scrittura di alta qualità letteraria (a volte raffinatissima) ai temi più stravaganti e conturbanti, realizzando con molta efficacia e su più livelli un generalizzato effetto straniante. Ecco quindi l'imprenditore che stermina la propria famiglia per cercare, invano, di ripagare il suo debito con la mafia; il mirabolante viaggio in treno di una guardiana di trichechi, l'incontenibile passione di un rampollo della nomenklatura sovietica per l'ex moglie di Khomeini, sessantenne e priva di gambe, oppure una saga fantasy sulla seconda guerra mondiale combattuta da maghi e streghe; e ancora un grazioso cagnolino che, a compensare i rinascenti squilibri sociali, divora a decine i perfidi e spudoratamente ricchi agenti immobiliari.
Estremi, imprevedibili, proteici: tre aggettivi che valgono come un minimo comun denominatore per i testi di Schegge di Russia.
Schegge di Russia, AvantPop Fanucci, 400 pagine, 14,90 euro.
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