Al grido di “American astronauts […] on an American rocket from American soil” (“Astronauti americani […] su un razzo americano dal suolo americano”), l’America è tornata nello spazio. La NASA e SpaceX sono riusciti nell’impresa di portare sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) due astronauti, Robert Behnken e Douglas Hurley, partiti alle 21.22, ora italiana, dello scorso 30 maggio 2020 dalla rampa di lancio 39A del Kennedy Space Center in Florida, la stessa delle missioni Apollo per la Luna, a bordo della navetta spaziale Crew Dragon. Pochi minuti dopo, lo stadio uno del razzo vettore Falcon 9 si è staccato ed è atterrato alla base. Dopo 19 ore circa, l'equipaggio della capsula della SpaceX ha raggiunto la meta alle 16.33 del 31 maggio.
Un momento storico per l’industria aerospaziale americana, ma anche per l’astronautica mondiale per almeno tre motivi. Il primo è che era dal 2011, quando lo Shuttle finì definitivamente in pensione, che gli USA non avevano a disposizione una loro navetta e un razzo per i lanci verso la ISS. Gli americani, infatti, erano “costretti” a pagare un passaggio ai russi a bordo delle navette Soyuz. Il secondo motivo, forse il più importante di tutti, è che un’azienda privata, di natura quindi commerciale, la SpaceX di Elon Musk, è riuscita a dimostrare di possedere il know how necessario, in termini di conoscenze ingegneristiche e tecnologiche, per lanciare in orbita una navetta spaziale con equipaggio umano. Il terzo motivo è che la storica impresa apre una nuova era per le missioni spaziali e per la stessa SpaceX, le cui prossime e ambiziose mete si chiamano Luna e Marte.
Inizialmente, il lancio era previsto per le 22.33 – ora italiana, corrispondenti alle 16 e 33, ora locale della Florida – del 27 maggio 2020, ma a causa del maltempo la missione è stata rimandata alla successiva finestra di lancio, prevista per il 30 maggio.
Le condizioni meteorologiche devono essere buone, infatti, quando si lanciano vettori per l'orbita terrestre. Ne sanno qualcosa gli astronauti dell'Apollo 12 che nel lontano 1969, partendo a bordo del Saturn V con il maltempo, proprio dal Kennedy Space Center, furono colpiti da due fulmini. Non ci fu nessuna conseguenza per l'equipaggio, ma alcune strumentazioni di bordo furono messe fuori uso. Da allora si adottò un protocollo più stringente per i lanci anche dal punto di vista del tempo meteorologico. Tra le altre cose, deve esserci anche assenza di vento forte, che può creare problemi alla manovrabilità del razzo vettore, e il mare deve essere sereno, per la sicurezza degli stessi astronauti e dei soccorritori nel caso in cui si debba recuperare la capsula spaziale.
Nel caso della Cew Dragon, il volo del 27 maggio è stato annullato a meno 17 minuti dal lancio.
Ci sono, poi, altre condizioni che possono far rinviare il lancio. Le più importanti sono due. La prima riguarda la finestra temporale per il lancio, che deve avvenire in una precisa ora, e quando diciamo precisa intendiamo al secondo, perché la capsula deve intercettare la Stazione spaziale internazionale nelle migliori condizioni, dato che che quest'ultima si sposta molto rapidamente lungo la propria orbita. La seconda importante condizione è che il propellente sia sotto una certa soglia di temperatura, per garantire determinate prestazioni del Falcon 9: un qualsiasi ritardo potrebbe compromettere seriamente la prestazione del razzo.
La SpaceX, infatti, ha scelto di caricare il carburante nei serbatoi poco prima del lancio, con una tecnica di rifornimento denominata load-and-go, quando cioè gli astronauti sono già al loro posto nella capsula spaziale.
Nel caso del lancio della missione Demo-2, tutto è andato come previsto e la navetta Crew Dragon si è agganciata alla ISS.
Il successo di questa missione ha aperto una nuova fase dell'esplorazione spaziale e chissà che non sia portatrice anche di un nuovo interesse nei confronti della fantascienza, di quella che ha per tema la frontiera dello spazio: dalla Luna, su cui torneremo tra pochi anni sogno di andare su Marte, fino alla colonizzazione di altri corpi celesti.
4 commenti
Aggiungi un commentoLa cosiddetta "space economy" è pronta a esplodere.
Personalmente la vedo come una delle conseguenze dei tassi negativi oramai strutturali. Per questo motivo, i rubinetti finanziari dovrebbero rimane aperti sino a quando i ricavi cominceranno a essere decenti.
Onestamente sono curioso di vedere chi la spunterà sull'acqua lunare...
Che poi se non ricordo male, SpaceX è già un'impresa in attivo, mentre Tesla, una a caso, è fortemente in rosso anche se capitalizza come le big del settore (e big non lo è di certo).
Tesla è l'unica a proprorre auto EELETTRICHE con prestazioni proporzionate alla potenza e non da anni 50 e a prezzi non esagerati per i contenuti offerti.
SpaceX in attivo è un ossimoro data la sua giovanissima età e gli investimenti poderosi alle spalle.
Tesla ha una capacità di produzione limitata che strutturalmente non potrà mai competere con i produttori storici.
Il business di tali società è quello di creare business.
Per quanto riguarda le attività ESA per la (new) space economy, potete partecipare al First Global Space Economic Workshop (online) che si terrà a luglio.
https://space-economy.esa.int/article/73/join-the-first-global-space-economic-workshop-online
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