Era il 24 settembre del 2018 (almeno nella nostra realtà) quando il volo della 828 della Montego Air partiva dalla Giamaica e atterrava a New York…cinque anni e mezzo dopo, in Manifest. Solo che per i passeggeri era trascorso solo il tempo del volo, mentre il mondo li aveva dati ormai per morti.
Questo era solo l'inizio della serie prodotta da Robert Zemeckis (Ritorno al futuro) e creata da Jeff Rake (la sfortunata The Tomorrow People), perché da quel momento la storia avrebbe cominciato a complicarsi.
Atterraggio
La prima fase della storia era il risvolto umano, ovvero l'incontro con i parenti divisi da un distacco di cinque anni per alcuni e per alcune ore per gli altri, ritrovare l'equilibrio si sarebbe dimostrato alquanto difficile quando tutti erano andati avanti con le loro vite. Poi arrivavano le chiamate, o Calling in originale: Michaela Stone (Melissa Roxburgh, Travelers) detective della polizia di New York e suo fratello Ben (Josh Dallas, Once Upon a Time) cominciano a sentire le loro stesse voci nella testa avvisarli di pericoli incombenti, da impedire in ogni modo. E misteriosamente l'aereo esplodeva, non prima che le chiamate radunassero tutti i passeggeri a testimoniare l'evento.
Prima preoccupati della loro salute mentale, alla fine devono rendersi conto che è tutto vero: le cosiddette chiamate sono vere e aiutano a impedire crimini o salvare persone. Nel frattempo, una figura enigmatica chiamata Il maggiore (Elizabeth Marvel, Gifted – il dono del talento), che fa parte di una organizzazione segreta, sta non solo seguendo le vite dei passeggeri, ma arriva a rapirne alcuni per compiere degli esperimenti. E pensate che sia finita? No, perché il giovane Cal Stone (Jack Messina) aveva visto qualcosa durante il volo che gli aveva fatto esclamare
È tutto collegato
Per poi cominciare a disegnare eventi futuri, l'ultimo dei quali sono lapidi con i nomi dei protagonisti e le date della loro morte, cinque anni e mezzo dopo il loro ritorno.
Ora
La trama si era poi allargata e scoprivamo che altre persone avevano vissuto esperienze simili: un rapinatore che era caduto nel fiume con con il furgone della rapina e ritornato vivo e vegeto dopo qualche giorno cominciava a usare le chiamate per fare soldi, e l'enigmatico Zeke (Matt Long, Mad Men), un escursionista convinto di avere passato due settimane seppellito in una caverna quando in realtà era passato un anno. Il primo però muore dopo lo stesso periodo in cui era scomparso, letteralmente affogando sulla terraferma, il secondo comincia a a manifestare sintomi di congelamento.
In tutto questo uno degli altri passeggeri crea un vero e proprio culto e anche se decisamente dalla parte sbagliata della storia, riesce a far dubitare a Michaela che seguire le chiamate sia la cosa giusta fare il che porta fratello e sorella a una frattura nel rapporto. Il problema si rivela subito: se non seguite, accadono cose peggiori, fino al momento in cui la detective non capisce (troppo tardi) di essersi sbagliata e segue una chiamata che ha a che fare con tre personaggi inquietanti che hanno rapito Cal. In una gelida notte su un lago ghiacciato i tre criminali cadono nell'acqua gelida portandosi dietro Cal, il quale viene salvato da Zeke, che poco dopo muore. Almeno per qualche minuto, perché poco dopo una strana luce illumina il suo corpo e torna in vita. La risposta è semplice: bisogna seguire le chiamate anche se non se ne capisce lo scopo finale. ma non è tutto: non vengono mai ritrovati i corpi dei tre criminali. Sul gran finale, un peschereccio cubano trova qualcosa di strano nella sua rete: un pezzo dell'ala del volo 828.
Misteri
Il creatore della serie ha dichiarato di avere un piano diviso in sei stagioni per arrivare alla risoluzione del mistero (e speriamo che ci riesca), e soprattutto la serie lungi dal virare sul mistico porta lo spettatore e i fan sempre più vicino alla teoria dei wormhole e delle realtà alternative. La frase "è tutto collegato" ha fatto ipotizzare che la tempesta in cui si era ritrovato l'aereo fosse in realtà non solo un wormhole, ma un momento in cui si incontravano molteplici realtà alternative e che due 828 da due realtà diverse si fossero incrociati, uno cadendo in mare, l'altro arrivando a destinazione. E nulla impedisce che i protagonisti siano quelli arrivati dall'altra realtà, solo molto simile alla nostra. Quanto alle chiamate, sono forse messaggi dalle stesse realtà alternative? Dal futuro?
Un po' Lost, un po' The 4400 in versione light, cioè senza troppe complicazioni, la serie è riuscita a crearsi un seguito leale di spettatori, una sfida non facile per una serie mystery, visto che tutte quelle post Lost hanno fallito miseramente.
E la NBC si è dichiarata soddisfatta dei rating raggiunti dalla serie: 1,5 punti nella fascia 18-49 anni e 7,7 milioni di spettatori totali divisi tra la visione in tempo reale e entro i sette giorni successivi durante la stagione due, motivo per cui ha dato la luce verde per la terza stagione. Naturalmente visto che le produzioni stanno riprendendo vita solo in questi giorni, dovremo aspettare la stagione tre di Manifest in un punto indefinito del 2021 (la seconda è andata in onda nel gennaio di quest'anno), nel frattempo, voi l'avete vista, qual'è la vostra teoria?
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