Quest'anno Ray Bradbury compie cent'anni. Come Asimov infatti è nato nel 1920, anche se ha avuto la fortuna di vivere vent'anni di più, morendo nel 2012, otto anni fa proprio domani, 5 giugno.
I suoi libri più famosi, Fahrenheit 451 e Cronache marziane, sono stati portati in Italia da Giorgio Monicelli, il fondatore di Urania, che li volle pubblicare e li tradusse lui stesso. Monicelli è stato una figura mitica nella storia della Mondadori e della fantascienza in Italia. In parte quindi comprensibile che le sue traduzioni siano state utizzate da Mondadori per oltre mezzo secolo, invariate, ma appesantite da un lessico ormai lontano dalla lingua moderna.
Fahrenheit 451 ha avuto qualche anno fa una nuova traduzione, firmata da un altro curatore di Urania, Giuseppe Lippi. E ora finalmente è il turno di Cronache marziane di essere svecchiato per i lettori del ventunesimo secolo.
La nuova traduzione è stata affidata a Veronica Raimo, esperta traduttrice che ha lavorato per diversi editori di livello e pubblicato anche romanzi propri.
Il libro
Dalle prime fallimentari esplorazioni umane all’invasione e infine al declino: Cronache marziane (1950) è il resoconto della conquista e della colonizzazione di Marte da parte dei terrestri. Tutto avviene in meno di trent’anni, tra il 2030 e il 2057, quando lo scoppio di una guerra atomica costringe i terrestri a rientrare e Marte, pianeta antichissimo, resta nuovamente abbandonato. Sui suoi immensi mari di sabbia privi di vita passano i grandi velieri degli ultimi marziani, creature simili a fantasmi, ombre e larve di una civiltà che gli ingombranti terrestri venuti da un mondo sordo e materialista non hanno saputo vedere né comprendere.
Capolavoro della fantascienza, Cronache marziane è in realtà molto di più: in queste pagine ricche di inventiva e di poeticissime immagini, Bradbury travolge i limiti della letteratura di genere, ritrovando l’universalità simbolica della fiaba e dell’epos: «Cronache marziane» scrive infatti nell’Introduzione «sono Tutankhamon che esce dalla tomba quando avevo tre anni, le saghe norrene quando avevo sei anni, e gli dèi greco-romani che mi affascinavano tantissimo quando avevo dieci anni: insomma mito puro». Ma non solo: Bradbury sente l’urgente bisogno di parlare del mondo che lo circonda: il “suo” Marte è il ricettacolo dei fantasmi dell’epoca, un pianeta dell’immaginario americano degli anni Quaranta che racchiude sogni, desideri, speranze di un Paese partito alla conquista dello spazio che assiste allo sgretolarsi delle proprie ambizioni e illusioni.
L'autore
Waukegan, Illinois, 1920 – Los Angeles 2012. Narratore e sceneggiatore cinematografico, ha rinnovato il genere fantascientifico. Fra le sue opere, oltre al celeberrimo Fahrenheit 451 (1953), Addio all'estate, L'Albero di Halloween, Il cimitero dei folli, Constance contro tutti, Cronache marziane, Il popolo dell'autunno, Tangerine e Viaggiatore nel tempo.
Ray Bradbury, Cronache marziane (The Martian Chronicles, 1950), Traduzione di Veronica Raimo, Oscar Moderni Cult, Mondadori, pagg. 276, euro 14, ebook euro 7,99.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID