Rifacimento britannico del canovaccio di Quella sporca ultima meta con Burt Reynolds, con la trasformazione del football americano in calcio, Mean Machine risente della forte influenza del produttore esecutivo Guy Ritchie e della sua sensibilità formatasi nel culto del cinema legato al gangsterismo britannico.
Mean Machine è un fumettone più o meno scontato, ma divertente, con una grande colonna sonora che segue i passi di Lock & Stock e Snatch per dare nuova linfa vitale ad una trama abusata che trae nuova forza proprio dalla sua trasposizione d'oltremanica e dalla scelta dei caratteri. Mentre Vinnie Jones, vero ex campione di calcio, diventa così la perfetta occasione metacinematografica per trasportare sullo schermo un ruolo molto vicino alla realtà dei fatti, d'altra parte intorno a lui il regista esordiente e lo scafato produttore costruiscono una perfetta scelta di caratteri con quel pizzico di scontatezza e prevedibilità che non guasta mai nei remakes dei film di successo. Umorismo, regia e soluzioni di montaggio fanno il resto per un prodotto divertente e brillante nato dalla terra di confine tra la sensibilità da videoclip e il culto cinefilo per le grandi storie del passato.
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