La tecnologia come fonte di tutti i mali è un tema ormai abusato nella fiction e la serie Black Mirror di Netflix creata da Charlie Brooker non ha fatto altro che far nascere altri cloni che replicavano a modo loro lo stesso concetto. Alla fine sembra quasi ovvia la rivolta dei robot o host di Westworld: ci avete trattato male finora, ora tocca a noi.
Amazon Prime Video però ha scelto una via un po' diversa, prima salvando The Expanse, una space opera in grande in stile dove il tema di sposta sul mistero dell'anello spaziale e sulle varie cospirazioni tra marte, Terra e cinturiani, i quali almeno la tecnologia la usano come un oggetto di uso comune, e poi con la prossima ambiziosa serie basata sulla saga della Fondazione di Isaac Asimov.
Poi sposta la sua attenzione sugli artbook dell'artista svedese Simon Stålenhag, in cui l'autore creava immagini digitali dove in contesti rurali del suo paese inseriva più o meno enormi parti di una tecnologia sconosciuta, ma non per questo minacciosa, anzi parte integrante del mondo che gira intorno a loro.
Nel tempo avrebbe aggiunto una trama a queste immagini e da qui nasce la serie Tales From The Loop.
Nessuna minaccia
Così Screen Rant è andato a intervistare lo showrunner Nathaniel Halpern (Legion, The Killing) per farsi raccontare cosa aspettarsi dalla serie. Halpern dichiara che a fargli scoprire le opere di Stålenhag ci aveva pensato il regista Matt Reeves (il prossimo The Batman) ed era rimasto colpito dall'estetica creata dall'autore, il matrimonio tra l'ordinario e lo straordinario. E aveva trovato emozionante ed entusiasmante l'idea di trasformare quelle opere d'arte in una serie.
Un aspetto gli interessava più degli altri:
Io penso che storie ciniche o che fanno leva sulle ansie, la rabbia e la paura, le storie pessimistiche, siano state coperte abbastanza. Quello che manca è il sense of wonder ma non in un modo sentimentale.
Halpern ragiona in termini di narrazione emotiva e rassicurante, ma non per questo melensa, non nasconde il fatto che la vita possa essere difficile ma aggiunge anche un filo di speranza.
L'aspetto umano
Per quanto lo riguarda lui ama la fantascienza, ma deve servire ad amplificare e esteriorizzare quello che provano i personaggi, non il contrario, dove di solito sono al servizio della fantascienza. Tale of the Loops è per l'autore, un mondo in cui l'impossibile può accadere.
La struttura
La storia racconta di un paesino rurale americano sotto il quale è stato costruito un acceleratore di particelle e di come le vite dei suoi abitanti vengano cambiate mentre cambia il mondo intorno a loro:
Ha una struttura inusuale e unica, è una serie con un lungo arco narrativo in cui segui singoli personaggi e arrivi ad avere un reale ritratto della gente e del paese in cui vivono. Ci sono piccole connessioni, ma volevo anche che ogni episodio fosse autoconclusivo e che il pubblico avesse la sensazione di avere visto tutta la storia, come in un film.
Ma come ha costruito questa struttura? Semplice, rimanendo fedele alle opere originali, in cui non ci sono quasi mai due elementi fantascientifici nella stessa immagine, per cui ogni episodio ha il suo elemento fantastico e poi avviene il reset del sense of wonder e tutto è legato all'acceleratore, chiamato appunto The Loop.
Halpern conclude dicendo che si tratta di una serie che non ha alcuna violenza, per cui non aspettatevi inseguimenti d'auto o esplosioni, c'è una sorta di esperienza calmante nella serie.
La prima stagione di Tales from The Loop composta di otto episodi debutta oggi 3 aprile su Amazon Prime video, vi lasciamo con il trailer ufficiale e il dietro le quinte raccontato da Jodie Foster, una delle registe della serie.
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