J.T. Leroy è nato nel 1980: ha pubblicato parecchi racconti su molte riviste underground del panorama americano. La sua carriera come scrittore è iniziata intorno ai sedici anni sotto lo pseudonimo di Le Terminator. Sarah, pubblicato in America, è stato tra i romanzi di esordio più venduti nel 2000; Sarah, dopo esser stato pubblicato in Italia (già alla seconda ristampa), è anche uscito in Inghilterra, Francia, Germania e Giappone. Gus van Sant sta lavorando insieme allo stesso Leroy a una trasposizione cinematografica del romanzo Sarah.
Il nuovo romanzo di J. T. Leroy, The Heart is Deceitful Above All Things, racconta gli antefatti del suo esordio letterario, Sarah, un lavoro pallido e noioso all'inverosimile. Come per Sarah, basato su vicende autobiografiche, storia del dodicenne Cherry Vanilla, figlio della prostituta Sarah, che, in competizione con sua madre, inizia una grottesca carriera di lucertola (prostituta da parcheggio), anche Heart is Deceitful Above All Things è uno scritto autobiografico. Il nuovo romanzo di J. T. Leroy esaltato da un poeta maledetto della musica come Tom Waits, da una rockstar come Bono Vox degli U2, da Shirley Manson della formazione musicale Garbage, non è poi tanto dissimile per stile e tematiche trattate dalla sua opera prima. Leroy continua ad imitare lo stile di William Burroughs con risultati onestamente commerciali; il suo stile fintamente ingenuo, provocatorio, blasfemo, è quanto di più puritano e ipocrita la cultura letteraria americana si sta abituando a sfornare sul mercato editoriale. Non a caso il libro è lodato da un Bono Vox in declino sempre più preoccupato di accontentare il Papa (e il Vaticano) in tutto e per tutto, da un Tom Waits che nelle sue canzoni parla di prostitute e povertà e poi si propone al pubblico dal vivo facendo pagare un ticket esorbitante e da una stellina come Shirley Manson. L'America (ma non solo!) ha fame di eroi e di antieroi letterari e cinematografici, ha bisogno di dimenticare se stessa imitando se stessa, l'America della Beat Generation e degli anticonformisti: vecchi eroi, a titolo di esempio, come Spider Man tornano in auge con un nuovo costume e tanti effetti speciali, e la letteratura si prostituisce ad imitare gli stilemi artistici di una cultura che non c'è più se non nella memoria di pochi attempati dottori universitari e sessantottini dimenticati. L'America fa la respirazione bocca a bocca a se stessa e così un autore come J. T. Leroy viene indicato come un novello Burroughs. Fatto sta che Heart is Deceitful Above All Things, per quanto grottesco e anticonformista, è piatto, decisamente piatto: le perversioni dell'America, dell'infanzia e dell'adolescenza umana, vengono descritte nel nome della redenzione spirituale attraverso il dolore: per Leroy, il dolore solo può purificare l'anima della nuova generazione umana e se fallisce è perché gli adolescenti sono più marci e ingannevoli del dolore. Il riscatto che Leroy indica all'America è quello che si può ottenere attraverso il dolore, quello tanto amato dalla Chiesa. Rispetto a Sarah, Heart is Deceitful Above All Things è costruito con maggiore abilità stilistica: si sente che dietro (e dentro la scrittura) c'è tutto l'impegno di Leroy e di una nutrito staff di persone, insomma si avverte la netta sensazione che Heart is Deceitful Above All Things è un lavoro commerciale, studiato a tavolino con estrema perizia, un prodotto collettivo per il mercato editoriale. Quando ebbi l'occasione di recensire Sarah dissi che l'America avrebbe dimenticato presto Leroy, evidentemente mi sono sbagliato... mi sono sbagliato nel credere in una America che abbandona facilmente i prodotti commerciali collaudati. E' chiaro che Leroy è un po' come la ricetta segreta della Coca Cola, anche se in realtà è una Diet Coke.
La trama: baby doll, orsetti di peluche, lacrime di pietra, rossetti fiammanti, carbone avvelenato, polvere di cristallo, meteoriti, sangue, metallo gelido, ma anche mutandine con i pizzi, Tampax che assorbono il male, candeggina per lavare via i peccati, Bugs Bunny, Peter Pan, fruste, siringhe e bambole. In Ingannevole è il cuore più di ogni cosa Leroy indica una devozione che si mescola senza soluzione di continuità alla dipendenza, la preghiera all'allucinazione, la tenerezza allo sfacelo, insomma descrive gli stati d'animo e le perversioni della sua adolescenza come se vestisse i panni di Iceberg Slim, re, poeta del ghetto americano più gretto e triste. Poi qualche pallida infiltrazione poetica copiata da W. Burroughs e Irvine Welsh è il gioco è fatto.
Jeremiah ha quattro anni; scopre che i suoi veri genitori non sono quelli, amatissimi, che lo hanno cresciuto fino a quel momento. La madre naturale del bambino è Sarah, una ragazza ancora adolescente che ha ottenuto la tutela del bambino; Sarah subito introduce il figlio nel mondo dei vizi, della coca, della prostituzione, della pedofilia. Jeremiah accetta le regole che gli vengono imposte, i travestimenti, la vita randagia da uno stato all'altro, nel cuore di un'America marginale, fatta di roulotte fatiscenti e parcheggi per camionisti, ma anche di immense notti stellate nel deserto, fra la disperazione degli spostati che si fabbricano la droga in cantina e la precotta dolcezza materna delle cameriere nei diners. Ma poi i nonni materni riescono ad ottenere la custodia (temporanea) di Jeremiah e gli infarciscono la testa di stronzate sull'origine del peccato e via così; il bambino, neanche poi tanto bambino, finisce con l'assaporare nel dolore della fede l'unica sua ragione di vita, quella che gli permette di avere una erezione vera, la quintessenza dell'eros. Così comincia a peccare per meritarsi il castigo, una bella dose di cinghiate e lavacri in acqua con candeggina. Ma Sarah non è disposta a lasciare il figlio ai nonni e lo strappa dalle loro grinfie; Jeremiah cresce, vede Sarah impazzire mentre la sua adolescenza materna sfuma in una ruga di troppo, vede la madre prostituirsi ai camionisti e stuzzicato dalla madre, che lo vedrebbe bene come una femmina, Jeremiah comincia a travestirsi da donna e a sedurre gli amanti della madre.
Heart is Deceitful Above All Things racconta tutto questo: alla fine è quasi impossibile distinguere la madre dal figlio (o dalla figlia), è impossibile dire se sia più perversa Sarah o Jeremiah: madre e figlio/a finiscono con il confondersi in una unica persona.
Heart is Deceitful Above All Things, sospeso tra favola nera e racconto di vita vissuta attraverso gli occhi di un bambino (e poi di un quasi adolescente), non ha nulla della grandezza poetica di W. Burroughs né della tragicità espressiva di Iceberg Slim: come già evidenziato, il romanzo è un prodotto commerciale squisitamente americano, di una America mai sazia di sfornare antieroi (e/o eroi) usa e getta. Sicuramente, il prossimo lavoro di J. T. Leroy ci sarà, e sarà quel che sarà, probabilmente un altro romanzo autobiografico. Per quanti non conoscono la levatura artistica di William Burroughs, J. T. Leroy è un surrogato abilmente studiato dal mercato letterario che può piacere, tutti gli altri possono sbadigliare (Yawn!!!!).
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