Quando aprii la scatola, trovai all'interno un oggetto di metallo quasi identico ai nostri orologi, pieno di un numero infinito di piccole molle e di impercettibili meccanismi. Per la verità sembrava un libro, ma un libro miracoloso senza fogli né caratteri; un libro in cui, per imparare, gli occhi erano inutili, servivano solo le orecchie. Quando qualcuno, quindi, voleva leggere, avvolgeva la macchina con una grande quantità di chiavi di ogni tipo, e poi, girando la lancetta sul capitolo che si voleva ascoltare, immediatamente estraeva dalla scatola, come da una bocca umana o da uno strumento musicale, tutti i suoni distinti e diversi che servivano, ai grandi lunari, per esprimere il linguaggio (trad. di PB dall’ediz. Lachévre, Garnier, 1932).

Hector-Savinien Cyrano de Bergerac, scrittore, drammaturgo, filosofo, soldato e formidabile spadaccino, visse in Francia nella prima metà del XVII secolo. Autore di opere audaci e innovative, è conosciuto dal grande pubblico per aver ispirato la commedia eroica di Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac (1897), che, pur riprendendo elementi della biografia del poeta, ne differisce per molti aspetti. Nato da una famiglia della piccola nobiltà parigina, ateo e libero pensatore, Cyrano condusse una vita dissoluta, da autentico libertino. Scrisse testi teatrali, racconti fantastici e una grande quantità di lettere.

L’altro mondo. Gli stati e gli imperi della Luna (L'autre Monde ou Histoire comique des états et empires de la Lune), considerato uno dei primi romanzi fantascientifici, fu composto intorno al 1650 e pubblicato dall’amico Henry Le Bret, due anni dopo la sua morte, avvenuta il 28 luglio 1655. La storia, narrata in prima persona, illustra i tentativi di Cyrano di arrivare sulla Luna. In principio il viaggio risulta alquanto problematico, ma con l’aiuto di un velivolo a razzo, riesce a raggiungere il suo obiettivo. Atterrato sul suolo lunare fa la conoscenza dei Seleniani, che camminano a quattro zampe, si nutrono di nebbia e usano come moneta di scambio la poesia. Gl’indigeni considerano Cyrano una bestia molto strana, più simile a una scimmia che a un uomo, e decidono di condurlo in tribunale per interrogarlo sulla sua natura e sul luogo da cui proviene. Condannato a una pena vergognosa, fa ammenda, viene rilasciato e dopo una serie di straordinari eventi ritorna sulla Terra.

L’altro mondo. Gli stati e gli imperi del Sole (L'autre Monde ou Histoire comique des états et empires du Soleil), seguito degli Imperi della Luna, fu redatto probabilmente tra il 1650 e il 1655 e dato alle stampe, anch’esso, dopo la scomparsa dell’autore, nel 1662. Incompiuto, nonostante la dicitura "fine" al termine del testo, racconta le peripezie dell’eroe Dyrcona (anagramma di Cyrano), rientrato dal suo viaggio sulla Luna. Accolto dal conte di Colignac, nei pressi di Tolosa, inizia a scrivere la storia della sua incredibile avventura. Accusato di stregoneria, viene arrestato e imprigionato. Durante la detenzione, nella propria cella con terrazza costruisce una macchina dotata di specchi parabolici in grado di volare. Con essa vorrebbere raggiungere il conte di Colignac, ma i calcoli errati lo conducono verso il Sole. Inizialmente riesce ad atterrare su un piccolo satellite dell’astro dove incontra un omiciattolo che gli parla in una lingua sconosciuta che lui impara molto velocemente. Infine riprende il viaggio verso il Sole dove vive esperienze straordinarie.

La polisemia del titolo L’altro mondo, immette fin dall'inizio entrambe le opere di Bergerac nell’alveo della tradizione polemica (in opposizione a ogni forma di credo religioso, all'antropomorfismo, al geocentrismo, ecc.). L’equivoco, l’ambiguità consiste nella riunificazione in un’unica espressione di due realtà contraddittorie: “l’altro mondo” è quello della Luna o del Sole, ma è anche il luogo dove si giunge dopo la morte (il Paradiso o l’Inferno), secondo la religione cristiana. Queste due concezioni non possono però coesistere, perché la dottrina cristiana nega la sussistenza di una pluralità di mondi abitati al di fuori dell’orbita terrestre e ancor più ricusa l’idea che la Terra non sia il centro dell’universo, l’unico luogo della creazione. Tracciando un parallelo tra il mondo lunare e il Paradiso terrestre, è chiaro che Cyrano mette in discussione il principio della vita dopo la morte e l’esistenza di un mondo originario, fondamento dogmatico del cristianesimo. Gli abitanti della Terra contestano la possibilità di un’esistenza altrove, anche sulla Luna, allora lo scrittore fa lo stesso rifiutando di credere nel Paradiso o nell’Inferno (liberamente tratto da Jean-François Buys, Cyrano de Bergerac, L’Autre Monde; trad. di PB).

Ispirato alla Storia vera di Luciano di Samosata, L’altro mondo ha influenzato numerose opere fantastiche o protofantascientifiche successive come I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Secondo Arthur C. Clarke, a Cyrano va riconosciuto il merito di avere per primo pensato al razzo come veicolo adatto ai viaggi spaziali e di aver ideato il motore a reazione (statoreattore o dinamogetto): «Il resto non mi sorprese affatto, poiché avevo previsto che il vuoto nell’icosaedro, dovuto all’effetto dei raggi solari concentrati dagli specchi concavi, attraendolo e riempiendolo con una violenta massa d’aria, avrebbe sollevato il mio apparecchio. E mentre salivo, il terribile vento, che era stato inghiottito dal foro, non potendo raggiungere la volta, penetrava furiosamente nella macchina spingendola in alto» (trad. PB).

Il libro

Ventiquattro anni dopo l’abiura di Galileo Galilei al Sant’Uffizio, in Francia si pubblica una singolarissima difesa della teoria eliocentrica e della pluralità dei mondi: non un trattato né un libello, ma la prima vera storia di fantascienza, scritta da Savinien Cyrano de Bergerac,  libertino, scienziato, alchimista e spadaccino. Il libro racconta di un comico viaggio spaziale prendendo a pretesto il mondo celeste per farsi beffe di costumi sociali e culturali ben più terreni: i buffi esseri che popolano la luna sono così poco disposti ad ammettere che il loro mondo sia il satellite di un pianeta minore, da accusare il protagonista – un terrestre – di eresia. Italo Calvino ha definito Gli Stati e gli Imperi della luna «una giostra d’invenzioni», e secondo l’autore di 2001: Odissea nello spazio, Arthur C. Clarke, gli andrebbe riconosciuta la paternità del volo spaziale a propulsione. È un racconto che mischia il pensiero magico-filosofico secentesco con le nuove nozioni scientifiche per  schernire la società del tempo e dare omaggio alla libertà di parola, qui proposto insieme al libro gemello Gli Stati e gli Imperi del sole.

L’autore

H. S. Cyrano de Bergerac, nato nel 1619 a Parigi, fu uno degli scrittori più originali e fantasiosi del suo secolo. La sua figura è divenuta leggendaria con la commedia di Edmond Rostand a lui ispirata, il Cyrano de Bergerac del 1897. Gli Stati e gli Imperi della luna (1657) e Gli Stati e gli Imperi del sole (1662) sono entrambi postumi. Morì in povertà a trentasei anni.

H. S. Cyrano de Bergerac, L’altro mondo. Gli stati e gli imperi della luna. Gli stati e gli imperi del sole, Traduzione di Enrico Galluppi, Collana Raggi, Elliot Editore, pagg. 140, Euro 15 (versione cartacea)