E' stata l'autorevole rivista Science a pubblicare un articolo nell'ambito del quale Paul Steinhardt dell'Università di Princeton e Neil Turok dell'Università di Cambridge sono andati controcorrente rispetto al modello oggi maggiormente accettato dalla comunità scientifica e hanno riproposto un modello ciclico del cosmo. Secondo l'ipotesi più accreditata, l'universo avrebbe avuto origine dal Big Bang al quale sarebbe seguita un'espansione molto rapida, succeduta, nella fase che attraversiamo adesso, da un'espansione molto più lenta fino alla progressiva "morte entropica" dell'universo. Questo spiegherebbe il motivo della omogeneità dello spazio, ovvero che l'universo appare identico in tutte le direzioni osservate. Ma nel 1998 questo modello andò in crisi quando l'osservazione di alcune supernovae molto distanti mostrò che l'espansione dell'universo stava accelerando. L'unica spiegazione ragionevole era scomodare il concetto einsteniano della costante cosmologica, ovvero della presenza di un'energia gravitazionalmente repulsiva. Secondo il modello proposto da Steinhardt e Turok, il Big Bang che ha dato origine al nostro universo è invece solo l'ennesimo di una serie di cicli senza fine, regolati dalla costante cosmologica e dalle onde gravitazionali. Il ciclo prevederebbe un Big Bang e un'espansione lunga fino a lasciare l'universo praticamente vuoto. Il punto è che secondo i due scienziati il campo descritto dalla costante cosmologica non mantiene le caratteristiche inalterate nel tempo, ma cambia e, verso la fine dell'espansione, il campo inizia ad accumulare energia fino a diventare instabile e ad esplodere producendo materia e radiazioni e dando così inizio a un nuovo ciclo. Questo fornirebbe una spiegazione all'accelerazione dell'espansione dell'universo osservata attraverso le supernovae e anche a un'annosa questione cui il vecchio modello non era in grado di rispondere, ovvero su che cosa c'era "prima" del Big Bang. Una conferma o smentita all'ipotesi di Steinhardt e Turok potrà venire soltanto quando sarà possibile osservare le onde gravitazionali.