Per molti M. Night Shyamalan sarà sempre il regista di Il sesto senso, anche dopo avere realizzato Unbreakable (2000) che diciannove anni dopo avrebbe ridato nuova vita alla sua carriera con Glass il sequel/cross-over con il precedente Split.

Ma nel frattempo il regista spostava la sua attenzione sul mondo televisivo e arrivava Wayward Pines, che però non superava la seconda stagione.

Ora, come ha raccontato Shyamalan stesso, ha fatto la sua scommessa con Servant.

La trama

Dorothy Turner (Lauren Ambrose, Six Feet Under) e Sean Turner (Toby Kebbell, Dark Mirror, l'episodio The Entire History of You) sono una coppia dell'alta borghesia: lei è una giornalista televisiva locale, lui uno chef di alto livello che lavora a richiesta. Il trailer, che potete vedere in fondo alla pagina, sembra spoilerare il mistero intorno a cui ruota la storia: i due hanno perso il bambino appena nato, Jericho, e Dorothy è andata un po' troppo vicina a perdere il senno, motivo per cui Sean e il fratello di lei Julian (Rupert Grint, Harry Potter, la serie Snatch) decidono di prenderle un bambolotto fin troppo realistico e poi chiamare anche una babysitter, Leanne (Nell Tiger Free, Game of Thrones), perché si prenda cura di lui e della casa. Cosa che lei lo fa con fin troppo realismo. E nel frattempo sembrano avvenire eventi sovrannaturali.

La scommessa

In una intervista con Uproxx il regista, qui co-creatore insieme a Tony Basgallop (Berlin Station) Shyamalan ha svelato che il suo piano era diviso in più parti: innanzitutto non apprezzava il modello di Netflix di rilasciare online tutti gli episodi di una stagione tutti insieme, lui preferisce ancora il modello settimanale, perché vuole che il pubblico abbia tempo di notare tutti i dettagli nascosti non solo nella storia, ma nella casa stessa, vera protagonista insieme ai quattro protagonisti in scena, il che rende la serie quasi un dramma teatrale: tutto avviene all'interno delle mura della casa o appena al di fuori.

Poi c'era la durata: così come accaduto con The Mandalorian, per Shyamalan la durata di quaranta/cinquanta minuti a episodio è fin troppa e fa perdere tensione alla trama. Per lui la durata ideale di ogni episodio era trenta minuti, così da poter creare l'atmosfera da thriller e non perdersi in dettagli inutili.

L'arco narrativo

Infine, il piano più ampio: Shyamalan vede Servant come una serie in sessanta episodi. Quando il giornalista di Uproxx gli fa notare (avendo già visto tutti i dieci episodi) che a lui sembrava che la prima stagione avesse un finale vero e proprio, lui ha risposto che non potrebbe essere più lontano dalla realtà: questo è solo l'inizio di qualcosa di molto più ampio e ancora più misterioso.

Perché c'è un dettaglio che ha svelato il regista, che ha diretto il pilot e ha scelto accuratamente il nono episodio per il suo ritorno: ognuno dei quattro personaggi vede la storia in modo molto diverso.

Il piano di Shyamalan ha già fatto un passo avanti, visto che Apple TV+ ha rinnovato la serie per la stagione due prima ancora dell'arrivo online della stagione uno, che arriva oggi 28 novembre in ben cento paesi nel mondo, anche se forse Shyamalan non sarà felice che il canale in streaming rilascerà contemporaneamente i primi tre episodi, per poi passare alle uscite settimanali.

Benvenuti in casa Turner, vi lasciamo con il trailer ufficiale.