Altri mondi

Non solo per appassionati, ma anche per professionisti del settore, il TS+F ha sempre puntato a creare una piccola comunità produttiva, oltre che fruitiva. Durante gli incontri all'Excelsior, è possibile – con un badge Sci-Fi Pro o Press – parlare direttamente con i responsabili acquisizioni di case cinematografiche e distributive come XYZ Films, Rai Cinema, Fantastic Films e CG Entartainment. Quest'ultima è anche partner del Trieste Science+Fiction 2019, come ricordato dalla pubblicità prima di ogni proiezione. Brian Yuzna, Timo Vuorensola e altri registi sono a un passo da voi, pronti a ricevere proposte dai più spavaldi. Avete qualcosa da promuovere o ancora da girare? Questo è il posto per voi. E il networking lunch è ottimo.

rossetti
rossetti

La prima parte dell'European Fantastic Shorts è all'insegna delle risate. In effetti, il basso minutaggio tipico dei cortometraggi li rende particolarmente adatti alla dimensione comica (Freud, nel suo saggio sull'umorismo, traccia una forte connessione tra umorismo e brevità). Tant'è che i corti più riusciti sono proprio quelli che puntano a divertire il pubblico pomeridiano del Rossetti. Nero, un esilarante corto svizzero a budget bassissimo realizzato nella cantina dei genitori del regista, è la prova che quando si ha una buona idea si è già a metà del lavoro. L'horror A little taste, in soli cinque minuti, mescola inquietudine, terrore e ironia in un cocktail equilibrato. 

La splendida volta del Rossetti
La splendida volta del Rossetti

Costretti a saltare Steampunk Connection, documentario su una comunità artistica internazionale canadese in onda al Miela, restiamo comodi sulle nostre poltrone  per Memory: The Origins of Alien. Come detto ieri, quest'anno il capolavoro di Ridley Scott (ma non solo, come vedremo) compie quarant'anni. Quale miglior occasione per recuperare qualche materiale inedito e fare un piccolo backstage nostalgico? E invece no! Qui parliamo di un'operazione molto più raffinata e – in qualche modo – necessaria. "Non volevo parlare di curiosità, ma dare una collocazione e un senso al film" dice il regista Alexandre Philippe presentando il documentario. La storia personale del compianto Dan O'Bannon (ennesimo anniversario: sono 10 anni esatti dalla sua scomparsa), a tutti gli effetti vero padre del progetto, si mescola alla congiuntura economica dell'epoca, al cambiamento nella percezione della figura della donna, agli ovvi sali e scendi delle carriere dei coinvolti. Le preziose interviste contenute, tra cui Veronica Cartwright (attrice nel film) e Roger Corman, restituiscono il senso profondo della pellicola, riuscendo a schivare sapientemente la tendenza apologetica presente nel 99% dei progetti del genere. Riesce a emozionare la minuziosa spiegazione della nota chestbuster scene (quando il piccolo alieno sfonda la cassa toracica di un personaggio), connotando il contesto politico e sociale, sottolineando i dubbi di Giger nella preparazione (risolti poi da un altro "anonimo" membro dello staff), quelli di Scott nella modalità di ripresa ("Questa scena aumenterà il valore del film o lo distruggerà") e il senso di smarrimento del cast. Il tutto con una patina di sano divertimento. Possiamo solo dirvi, dal cuore, di vederlo.

After Midnight, del regista, attore, tuttofare Jeremy Gardner, parte come un bizzarro incrocio tra una commedia sentimentale e un monster movie, divertendo con intelligenza. Ogni volta che Wade, adorabile personaggio secondario, entra a gamba tesa con una delle sue battute, la sala esplode. Arrivati a un'ora di film si inizia a non capire più dove il regista voglia andare a parare. E dopo una scena romantica un pelo troppo lunga… Gardner colpisce e affonda, facendo scoppiare la sala. Ennesima prova che dal Tribeca Film Festival, più che da altre kermesse più blasonate, escono spesso e volentieri lavori spiazzanti e molto personali. 

Rossetti
Rossetti

Curiosa la scelta degli organizzatori del festival di programmare il nuovo Terminator: Destino Oscuro in seconda serata. È anche vero che, pur trattandosi tecnicamente di un'anteprima (oggi 31 ottobre è il giorno ufficiale del lancio), è stata concessa ad altri festival, tra cui il contemporaneo e certamente più grande Lucca Comics. Perciò noi l'abbiamo interpretata così: il nuovo Terminator? Si metta in coda, ché al Science+Fiction abbiamo da fare. 

Che dire di questo sesto capitolo del franchise? Facciamo un po' di ordine prima. Le atmosfere plumbee del primo e la spettacolarità del secondo rimarranno per sempre negli annali del cinema, punto. Salto di dodici anni: il reboot cominciato con Terminator 3: Le macchine ribelli non aveva dato molte speranze (come spesso, purtroppo, capita in operazioni del genere): se addirittura Linda Hamilton rifiutò il ruolo di Sarah Connor, qualcosa di sbagliato c'era fin dall'inizio. Sei anni di dubbi dopo e il militaresco Terminator Salvation non fa certo fare la ola né al pubblico né alla critica: a dire il vero, l'unica cosa che ricordiamo sono le sfuriate del capriccioso Christian Bale durante le riprese e uno Schwarzenegger  ricostruito digitalmente perché non presente sul set. Altri sei anni di tribolazioni ed esce Terminator Genisys, a nostro giudizio il punto più basso della saga (ci sono opinioni discordanti, ma quando si sbaglia l'attore che interpreta John Connor…). In tutto questo, la cosa più fastidiosa per noi nerdacchioni è vedere giocata la carta jolly della realtà alternativa manco fosse la carta esci-di-prigione del Monopoli: eventi cancellati, paradossi narrativi e la richiesta al pubblico di credere ciecamente alle immagini più che alla propria memoria. Perciò potete immaginare come, dopo una giornata di film di livello, non fossimo certo in attesa del miracolo.

E infatti miracolo non è stato, ma il divertimento ha attraversato a sprazzi tutte le poltrone del Rossetti, causando applausi e risate in più punti. Ripresa la linea temporale dalla fine del secondo capitolo come se i sopracitati nuovi capitoli non fossero mai finiti, viene messo in scena un frizzante action ispanico-femminista piena di battute ed esplosioni.

il presentatore sul palco
il presentatore sul palco

Piccolo spoiler uno: Schwarzy, cyborg ormai senza uno scopo, ha messo su famiglia e ha iniziato a vendere tende (??).

Piccolo spoiler due: l'ultrasessantenne Sarah Connor (sì, la Hamilton per fortuna) butta bombe contro i terminator come chicchi di mais ai piccioni.

Qui si apre una riflessione: cosa vogliamo di reboot delle saghe che amiamo? Quando Scott ha tentato di evolvere e approfondire sul serio la saga di Alien in Prometheus, sviluppando all'estremo il rapporto filosofico tra uomo, alieno e intelligenza artificiale, è stato deriso dai più. Quindi chi può biasimare James Cameron per questa baracconata a tratti nostalgica? Grace, l'umana potenziata, è un gran bel personaggio (certamente più della "nuova futura speranza dell'umanità" interpretata dalla pur bellissima Natalia Reyes) e – se si poteva chiedere di più – era di seguire le orme di Scott e sviscerare le basi del franchise mettendo un po' più di carne al fuoco. E invece, oltre all'ormai trita e ritrita potenza visiva delle nanomacchine, c'è ben poco. Ma va bene così, perché almeno non si prende sul serio.