Alexandre Dumas è stato senza ombra di dubbio un maestro della letteratura popolare: il successo di un romanzo di cappa e spada come I Tre moschettieri l'ha subito proiettato nell'olimpo degli autori più amati da un pubblico affamato di storie avventurose. Dumas, tanto amato dal pubblico ieri come oggi, è sempre stato disprezzato dalla critica e anche oggi questa non gli tributa alcun onore, solo ne deprezza l'opera e neanche a torto. Dumas è stato un autore minore costruttore di facili emozioni a buon mercato, innegabile purtroppo. Dopo il successo ottenuto con I Tre Moschettieri, Alexandre Dumas si provò con un romanzo di avventura e vendetta, Il Conte di Montecristo, che subito entrò nell'immaginario popolare. Oggi Il Conte di Montecristo è un mito letterario, una sorta di icona di serie B ma comunque un personaggio che più o meno tutti conoscono e amano, anche alcuni distratti detrattori di Dumas!
Montecristo, il nuovo film di Kevin Reynolds, regista americano che in passato ha firmato pellicole del calibro di Fandango e di Robin Hood, principe dei ladri, ci propone una nuova versione del Conte di Montecristo: la sua riduzione cinematografica mostra il personaggio di Dantes assurto a vittima e vendicatore così come Dumas l'ha descritto nel suo romanzo. Il regista ha avuto modo di dichiarare: "Il romanzo sottolinea proprio questa trasformazione ed è da questo mutamento interiore di Dantes/Montecristo che prende il via la morale della storia dumasiana. Attraverso una descrizione più attenta dello sviluppo del personaggio ho accentuato il contrasto fra il Dantes giovane e innocente, pieno di aspettative e di speranze e il conte di Montecristo, vendicativo e implacabile dopo la dura e ingiusta prigionia. "
Siamo a Marsiglia, intorno all'inizio del Diciannovesimo secolo e il giovane marinaio Edmond Dantes (Jim Caviezel) è un semplice, un umile, innamorato della bella Mercedes (Dagmara Dominczyk) che sogna di sposare al più presto. Tuttavia il suo sogno cade a pezzi nel momento in cui il suo migliore amico Fernand Montego (Guy Pierce) si invaghisce pure lui della donna. Edmond, invaso dalla fregola per la bella Mercedes, non esita a tradire l'amico Dantes e grazie ad accuse sommarie riesce a farlo processare e quindi rinchiudere nelle segrete di un castello oscuro.
Edmond è semplicemente un ingenuo durante il processo: non sa neanche di cosa sia stato accusato, fatto sta che ben presto si ritrova rinchiuso nell'abominevole prigione della sperduta isola di Chateau d'If. Trascorrono tredici anni di segregazione forzata durante i quali Dantes ha modo di maturare giorno dopo giorno la sua rabbia e la sua vendetta. Un giorno, una pietra della sua cella si muove: è la speranza che presto sarà libero e la sua vendetta si consumerà. Con sua enorme sorpresa nella prigione, attraverso una breccia aperta in un muro, appare Faria (Richard Harris), un vecchio prigioniero i cui capelli lunghi e stopposi sono quasi più lunghi di quelli di Dantes. Insieme, Dantes e Faria cominciano a scavare un tunnel. L'evasione riesce e Faria e Dantes si lasciano alle spalle le segrete dello Chateau d'If. Faria, riconoscente a Dantes per averlo aiutato nell'evasione, istruisce Dantes nella disciplina della scherma, ma lo arrangia anche su alcune discipline filosofiche; Faria, inoltre, affida a Dantes la mappa di un tesoro, che ovviamente Dantes riesce a trovare. Dantes è ormai diventato un uomo ricchissimo, e assunta l'identità come Conte di Montecristo, una volta inseritosi negli ambienti della noblesse francese, mette alle corde i nemici, i ciurmatori, che tredici anni prima l'avevano tradito. Il Conte di Montecristo non è più l'ingenuo Dantes, è un uomo temprato nel corpo e nello spirito, romanticamente crudele, incapace di provare pietà: "Ma la vendetta è soddisfacente?" "E' un piatto che non si finisce mai di cucinare e che raramente viene consumato", ama asserire il Conte di Montecristo nel film di Kevin Reynolds.
La storia è quella che tutti conosciamo: amicizia tradita, ingiustizie subite, vendetta, amore infranto, sangue, insomma gli ingredienti tipici per una pellicola (e un romanzo) che non manca di emozionare quanti sono alla ricerca di facili emozioni collaudate da anni e anni.
Kevin Reynolds ammette che il romanzo di Dumas, 1500 pagine circa, non poteva essere trasposto sulla pellicola se non con qualche adattamento: "Siamo stati costretti a prenderci delle libertà nel rispetto di ciò che tematicamente era la storia portante." E Reynols ammette pure che non si è poi troppo soffermato a pensare "a quanti ne avevano già fatto un film" poiché "sono un appassionato della letteratura francese del XIX secolo".
Il film si avvale di un cast di attori poco conosciuti al grande pubblico; a tale riguardo il regista ha dichiarato che gli attori sono bravissimi ed estremamente in sintonia con i propri ruoli. Solo Richard Harris è sempre grande, anche in un film minore come questo, anche quando compare sullo schermo per pochi minuti, circa venti, in una parte minore.
Montecristo è uno dei tanti film di avventura di moda che ormai impazzano nelle sale cinematografiche di mezzo mondo insieme a film fantascientifici/eroici/avventurosi come Spider Man, Star Wars Episodio II: L'attacco dei cloni, Harry Potter, Final Fantasy, La regina dei dannati, Soul Survivors, ecc, tutti film che fanno sorridere per la loro ingenuità, pellicole che vanno perché questa è la moda: per fortuna che la moda si consuma e si dimentica presto.
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