I film di fantascienza possono suggerirci idee preziose e originali per prevenire i problemi futuri dell'umanità? A sentire il fisico Andrew Maynard, direttore del Risk Innovation Lab all'Arizona State University, la risposta è sì.
Nel suo saggio Films from the future: the technology and morality of sci-fi movies, Maynard sostiene che le pellicole di fantascienza sono una guida essenziale per navigare in un futuro dominato da nuove e complesse tecnologie.
Maynard è nato a Preston, nel Regno Unito, e si è trasferito negli Stati Uniti nel 2000. Dopo una prima passione per la scienza, ha studiato fisica all'Università di Birmingham, laureandosi nel 1987. Dopo un breve intermezzo come dirigente per Severn Trent Water (dove ha sviluppato una tecnologia per il trattamento e la bonifica delle acque), ha iniziato a studiare per il dottorato nel 1989, e si è laureato in microscopia elettronica e fisica all'Università di Cambridge, nel 1993. Tra il 1992 e nel 1999 ha condotto e condotto ricerche sull'esposizione agli aerosol professionali per il ministero britannico per la salute e la sicurezza e nel gennaio 2000 si è trasferito negli Stati Uniti per sviluppare un programma di ricerca sull'esposizione alle nanoparticelle sul posto di lavoro, con l'Istituto nazionale per la sicurezza sul lavoro e la Salute. Tra il 2002 e il 2005, Andrew è stato sempre più coinvolto nella ricerca sui potenziali impatti sulla salute dei nanomateriali, ma nel 2005 è stato nominato Chief Science Advisor per il progetto sulle nanotecnologie emergenti presso il Woodrow Wilson International Centre for Scholars.
Maynard è quindi un esperto nello sviluppo socialmente responsabile delle tecnologie emergenti e convergenti. Nel suo saggio sostiene che nell'ultimo mezzo secolo, l'umanità ha visto crescere la tecnologia a un ritmo allarmante. Il salto da computer che riempiono la stanza ai super-computer tascabili è solo l'inizio. L'intelligenza artificiale, la manipolazione genetica, la clonazione e il viaggio spaziale sono tutte idee che sembravano favole, solo qualche anno fa. E ora la loro realizzazione è un fatto compiuto in molti casi. Ma siamo pronti a gestire questi progressi scientifici e tencologici?
Come spiega Maynard nel suo libro:
Ciò che questi film fanno piuttosto bene è fornirci uno scorcio del nostro futuro, per aiutarci a vedere cosa potrebbe essere. Visti nel modo giusto – e con una buona dose di pensiero critico – i film di fantascienza possono aiutarci a pensare e prepararci alle conseguenze sociali di tecnologie che non abbiamo ancora, ma che stanno arrivando più velocemente di quanto immaginiamo.
Per esporre la sua tesi, nel saggio, Maynard ha scelto 12 film e per ognuno ha analizzato i temi scientifici e tecnologici che, secondo lui, sono i più importanti e sui quali forse non siamo preparati a sufficienza: la manipolazione biologica e genetica, il miglioramento umano, le tecnologie informatiche e della nanotecnologia. I film mescolano il vecchio e il nuovo, il familiare e non familiare, per fornire un approccio unico, divertente e in gradi di analizzare le tecnologie emergenti e le responsabilità che ne derivano.
Il fisico Andrew Maynard ha messo insieme il suo amore per i film di fantascienza con la sua esperienza sulle tecnologie emergenti per coinvolgere il lettore e farlo riflettere sulla relazione tra tecnologia e società, proprio in un momento in cui l'umanità continua a spingere più in là i confini del progresso e della scienza. Attraverso l'immaginazione e la creatività dei film di fantascienza, Maynard introduce i lettori alle potenzialità delle nuove tecnologie emergenti, dall'ingegneria genetica (Jurassic Park) ai farmaci che potenziano il cervello (Limitless), alle modificazioni del corpo umano (Ghost in the Shell) e all'intelligenza artificiale (Ex machina). Queste pellicole si intrecciano con le idee emergenti sulla convergenza tecnologica e sull'innovazione responsabile ed etica, per fornire una prospettiva ampia su dove le nostre tecnologie ci stanno portando e su come garantire che questo processo è esattamente quello che vogliamo.
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