La Terra è in pericolo! Nel futuro il nostro sole sta diventando una gigante rossa e si espanderà fino ad inglobare il nostro pianeta per cui bisogna andarsene da qui prima che sia troppo tardi. Soluzione: bloccare la rotazione del globo, mettere migliaia di super-reattori alimentati a idrogeno su un lato, e accenderli poi tutti insieme per allontanarsi dal sole morente. Il viaggio verso una nuova stella per inserirsi in orbita intorno ad essa durerà almeno un paio di millenni e nel frattempo l’umanità sarà costretta a sopravvivere in profonde città sotterranee, visto che in superficie le temperature crolleranno fino ai -80°.
17 anni dopo la partenza la Terra vagante si trova a passare vicino a Giove e siccome qualcuno evidentemente ha sbagliato qualche calcolo la gravità del gigante del sistema solare catturerà il nostro mondo, causando terremoti e distruzioni varie. Rimangono solo 36 ore di tempo per evitare che per la Terra sia la fine…
The Wandering Earth è stato a sorpresa un enorme successo al box office cinese, incassando una cifra equivalente a 690 milioni di dollari. Lo scopo era chiaramente quello di proporre al pubblico cinese un prodotto in grado di poter competere con i kolossal fanta/catastrofici che Hollywood sforna regolarmente e che sinora erano stati assenti dalla produzione nazionale. Il film è poi uscito nei cinema di qualche altro paese (USA, Sud Corea, Australia, Nuova Zelanda) racimolando qualche altro milione di dollari finché Netflix ne ha acquistato i diritti per il resto del mondo, Italia compresa.
Tratto da un racconto di Liu Cixin (l’autore di Il problema dei tre corpi) il film ha una promessa per certi versi suggestiva anche se del tutto implausibile, che offre più che altro lo spunto per raccontare una storia di collaborazione e cooperazione mondiale per risolvere problemi che vanno ben al di là dei confini nazionali. Gli sceneggiatori accreditati sono ben sei e magari avrebbero potuto essere qualcuno in meno dal momento che il parco dei personaggi in campo non va oltre banali stereotipi (il padre eroe ma assente, il figlio ribelle, la sorella da proteggere, l’amico che si sacrifica, etc) e certi dei dialoghi che ci tocca sentire in alcuni momenti sono davvero atroci, con tentativi un po’ maldestri di introdurre qualche momento comico che magari ha funzionato meglio col pubblico cinese.
Dal punto di vista della confezione il film è quasi impeccabile, con gran dispendio di mezzi per costumi, scenografie, etc (l’attore Wu Jing, che interpreta il padre, ha anche sostenuto la produzione con soldi propri quando il budget a disposizione era quasi finito). Per gli effetti pratici sul set sono stati ingaggiati i neozelandesi del Weta Workshop e gli effetti visivi (a cui hanno contribuito Pixomondo, More VFX, Base FX) in generale sono eccellenti, con qualche caduta e disomogeneità nella prima parte (in alcune sequenze sulla superficie ghiacciata le CGI non sono affatto realistiche) e lo spettacolo indubbiamente c’è.
Si tratta di una space-opera coinvolgente ed edificante, ma con personaggi bidimensionali ed eccessi di inverosimiglianza nelle scene d’azione che compromettono in parte il risultato finale, anche se nel terzo atto il film riesce in qualche modo a ricollegare alcuni dei fili narrativi e creare dei momenti di pathos che rivelano il tentativo di fare un qualcosa di più epico e ambizioso, che non ci si volesse limitare a fare solo l’ennesimo film scifi d’azione.
Operazione nel complesso riuscita anche se con varie riserve: The Wandering Earth è un bel mescolone di cose già viste in precedenza, con frammenti di Spazio: 1999 (the wandering moon), 2001 Odissea nello spazio, Gravity, Interstellar, Armegeddon e vari disaster-movie alla Roland Emmerich, tipo The Day After Tomorrow o 2012. Dunque non eccelso ma comunque curioso e godibile, decisamente molto spettacolare e realizzato con grande cura.
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