L’ultima speranza di un’umanità sull’orlo dell’estinzione si trova a bordo di un’astronave alla deriva nel cosmo con a bordo un'unica superstite. È questa, in uno slogan, la trama di Aliénor, romanzo di fantascienza di Silvia Robutti, pubblicato da Ciesse Edizioni.

Nella cornice del Mufant, il Museo del fantastico e della fantascienza di Torino, tra un Diorama di Star Trek e i cimeli di Profondo Rosso, lo scorso 16 marzo l’autrice ha presentato questa sua ultima opera, con anche una piccola rappresentazione: un “vero” assalto zombie.

Silvia Robutti, prolifica scrittrice fantasy (la saga Underlegends, La maledizione della fiamma) tenta questa volta a carta della fantascienza mista a vari originalissimi temi.

Il romanzo parte mostrandoci la protagonista, Aliénor, che si risveglia all’interno de il Fortuna Uno, la nave di cui è il capitano. Il resto dell’equipaggio è morto e lei è irrimediabilmente distante dal luogo della sua missione. Le rimane unicamente il tempo di riflettere sugli avvenimenti che l'hanno condotta lì. Secoli prima, al seguito di un’apocalisse zombie l’umanità ha abbandonato la Terra sparpagliandosi nell’universo, ma la piaga li ha seguiti ovunque andassero. Uno degli ultimi rifugi sicuri degli umani è l’Anello Orbitale, colonia spaziale che gravità intorno al pianeta infestato di Esperanza.

La vita sull’Anello Orbitale per la giovane Aliénor non è per nulla facile; dapprima perde il padre in incidente poi vede la madre condannata all’Eutanasia a seguito di un male non curabile e soprattutto che la renderebbe un peso inutile per l’utilitaristica società vigente all’interno dell’Anello. Aliénor non vuole arrendersi però a tale condanna. Viene in contatto con Hobbs, il creatore dell’Anello e massima autorità della colonia che le promette di salvare la madre a patto che lei diventi la guardia del corpo di sua figlia, la piccola Astrolabe.

Sottoposta a un durissimo addestramento militare, durante il quale si farà amici ma moltissimi nemici, verrà costretta dal precipitare degli eventi ad entrare presto in azione. Durante una ricognizione su Esperanza Ally fa una scoperta che potrebbe mettere fine alla guerra.

Affidatale la missione fondamentale, a causa di qualcosa di totalmente imprevedibile, la nostra protagonista naufragherà su un pianeta, che si credeva leggendario. Li scoprirà un luogo riportato misteriosamente in condizioni primordiali. Questo ritrovato Eden ha dei custodi particolari che la accoglieranno tra loro. Aliénor scopre che questa popolazione vive seguendo i dettami di rispetto per gli altri e per la natura che li circonda di un popolo terrestre ritenuto estinto ormai da diversi secoli: gli Indiani Lakota.

Il male però, non tarderà a raggiungerli.

Molteplici sono le influenze alla base del libro, dalle provenienze più disparate. L’opera mescola il tema dell’apocalisse zombie con il femminismo, la science fiction militare e la space opera, il tutto con un forte retrogusto ecologico degno di un’opera di Myazaki.

Il tema degli Zombie, come oggi lo conosciamo, ossia l'immagine apocalittica data da frotte di deceduti resuscitati e cannibali, ha origine dall’Alba dei morti viventi; in questo film cult del 1968 di George Romero e tutta l'apocalisse nasce delle particolari radiazioni scaturite da una sonda di ritorno dal pianeta venere. Negli ultimi anni il fenomeno zombie è stato riscoperto dal grande pubblico, forte certo di opere letterarie come i best-sellers di Max Brooks (figlio del regista Mel) a cui si devono Manuale per sopravvivere agli Zombi e World War Z, e della serie a fumetti di Robert Kirkman The Walking Dead, poi trasposta in una ancora più fortunata serie televisiva per molteplici stagioni. Qualche commistione poi con il tema spaziale lo ritroviamo a partire già nel 1965 con il classico Terrore nello spazio (uno dei film a cui si ispirerà anni dopo Ridley Scott per il suo Alien) fino a The Last Days on Mars, film del 2013 con Liev Schreiber dell’irlandese Ruairi Robinson.

In Aliénor il tema Zombie viene sviluppato in chiave molto originale; qui al fianco del classico ruolo di mangia-carne e a caccia di prede umane gli zombie nascondono altre caratteristiche, svelate pian piano che l’opera si dipana.

I nomi dei protagonisti (Aliénor e Astrolabe) sono un tributo ai personaggi principali di “Viaggio d’inverno” di Amélie Nothomb (Metafisica dei tubi, Stupori e tremori, in Italia pubblicati da Voland), l’eccentrica scrittrice belga.

L’amore per i Nativi americani, che appaiono con un ruolo fondamentale nella seconda parte del libro, posti come custodi di un ritrovato Eden, nasce da un soggiorno dell'autrice, a scopo umanitario nel 2010, nella riserva di Pine Ridge al fine di costruire abitazioni; pur non definendosi una esperta, Silvia ha studiato e approfondito Storia, Miti e leggende di tale popolazione e lei stessa ci racconta che quanto riportato nel libro è : “tutto quello che dico nel romanzo a proposito del passato dei Lakota è assolutamente storicamente vero e reale (comprese la storia di Cavallo Pazzo, le profezie e le citazioni di frasi di personaggi storici come Alce Nero, che sembrano essere scritte apposta per il romanzo)”.

Aliénor, inoltre, ricorda molto le eroine dei romanzi di fantascienza militare (e non) di Elizabeth Moon: come ad esempio Esmay Suiza (protagonista della omonima trilogia pubblicata in Italia su Urania), la quale come il personaggio principale del nostro libro dovrà combattere il pregiudizio di essere donna e competere in un mondo futuro ma sempre dominato dagli uomini.

Silvia Robutti, già da esordiente con la Maledizione della fiamma (Delos Book), nel 2012 aveva vinto il Premio Odissea Fantasy, poi l’anno successivo il Premio Italia. Quando lascia la penna e non ci racconta dei suoi personaggi ritorna ad essere un medico Veterinario molto conosciuto nel capoluogo piemontese (anche per aver fondato Vetmobile, un servizio veterinario a Domicilio); oltre agli animali e alla scrittura appena può viaggia.

Nella attesa di nuove prove di stile della sua autrice, che non sappiamo se continuerà con la fantascienza, tornerà al fantasy o percorrerà nuovi sentieri godiamoci l’epopea di Aliénor.