Con buona pace per i puristi delle etichette e gli amanti degli steccati, l’immaginario non conosce confini e per nostra fortuna sono innumerevoli i casi di contaminazione e interazione tra forme artistiche e canali espressivi diversi, con reciproco profitto. Arcana, che già nel 2010 aveva dedicato un monumentale tomo agli incroci tra rock and roll e horror, Horror Rock. La musica delle tenebre a firma di Alessio Lazzati e Eduardo Vitolo, pone adesso il sigillo sul decennio con un’operazione gemella ma virata verso le dimensioni cosmiche e le inquietudini futuribili care alla science fiction. Il titolo del volume di Mario Gazzola e Ernesto Assante, che si sono avvalsi di una nutrita schiera di collaboratori tra i quali menzioniamo almeno Andrea Vaccaro, Cesare Buttaboni e Sandro Battisti, è già tutto un programma, ma lo è forse ancor più il sottotitolo: Fantarock. Stranezze spaziali e suoni da mondi fantastici.
Il libro passa in rassegna la storia del rock spaziando dagli anni ’50 al nuovo millennio. Quando possibile andando a citare direttamente la fonte attraverso brani di interviste e dichiarazioni, documenta così il profondo e antico legame tra due delle più longeve espressioni artistiche espresse dalla cultura popolare americana del Novecento, che affonda le radici nell’interesse per la fantascienza di artisti della scena rock come David Crosby, Jimi Hendrix o Paul Kantner e Grace Slick, che nel 1971 con il concept album Blows Against the Empire accreditato ai Jefferson Starship giunsero persino finalisti allo Hugo nella categoria Best Dramatic Presentation, primo album rock nella storia del premio. In un periodo storico in cui la science fiction poteva contare su una diffusione editoriale che oggi farebbe invidia ad altri generi perfino più floridi, non fa scalpore la foto di Hendrix immortalato mentre legge in un momento di relax un’antologia di fantascienza curata da Brian Aldiss, né dovrebbe stupire il forte impatto delle visioni e degli scenari concepiti dagli scrittori di genere sulla fantasia e la creatività dei musicisti. Gli autori di Fantarock sottolineano per esempio l’influsso di alcune opere, come Le guide del tramonto di Arthur C. Clarke, dall’omonima Childhood’s End dei Pink Floyd alla duratura ascendenza su Bowie, fino all’ispirazione di Brian Torgerson per la suggestiva copertina di Houses of the Holy dei Led Zeppelin, in una sorta di crossover con I figli dell’invasione di John Wyndam, o 1984 di George Orwell che Bowie cercò invano di portare in scena come musical, i cui scenari post-apocalittici sarebbero poi confluiti in Diamond Dogs, e che successivamente avrebbe ispirato le atmosfere di Eye in the Sky di Alan Parsons Project e la colonna sonora degli Eurythmics per la trasposizione cinematografica di Michael Radford.
La scansione storica è lineare, con una messa a fuoco su alcuni periodi storici particolari (al ’68 è giustamente dedicato un intero capitolo) o personalità chiave come David Bowie, la cui carriera è la quintessenza stessa del rock di ispirazione sci-fi. I capitoli centrali sono dedicati ciascuno a una decade: dagli anni ’70 dell’afrofuturismo di Sun Ra e della sua Arkestra, del progressive di Emerson Lake & Palmer, Genesis, Rush, Yes e Van der Graaf Generator, dello space rock di Hawkwind e dei veterani di guerre psichiche Blue Öyster Cult (entrambi protagonisti di proficue collaborazioni con Michael Moorcock e i secondi successivamente anche con John Shirley), ai ’90 di Radiohead, Bjork e della scena post-industrial confinante con il goth di Current 93 e Marilyn Manson e il cyber metal di Fear Factory e Sigillum S, passando per gli ’80 che segnano lo spartiacque tra i futuri se non sempre positivi almeno portatori di speranza della generazione precedente e quelli tetri, oscuri e distopici delle atmosfere cyberpunk che ritroviamo anche nell’artwork degli album di Iron Maiden (Somewhere in Time, ma già The Number of the Beast conteneva omaggi espliciti a una serie sci-fi di culto come The Prisoner, oltre che ai romanzi del già citato Wyndham) e della meno nota ma dirompente concept band canadese dei Voivod, la cui trentennale esperienza thrash metal celebra in maniera unica il connubio tra scena musicale e ispirazione fantascientifica.
Gli anni ’80 sono anche gli anni chiave delle collaborazioni per le colonne sonore dei film di fantascienza, ma se al lavoro dei Toto per Dune è giustamente dedicata una scheda, come anche all’osmosi di tematiche e suggestioni tra il gothic rock dei Fields of the Nephilim e la pellicola Hardware, diretta dal regista dei loro videoclip Richard Stanley con la partecipazione del frontman della band Carl McCoy in veste di attore, lascia interdetti l’assenza di un approfondimento sulle composizioni di Vangelis per Blade Runner. L’inclusione di band della scena post-punk americana come i Wall of Voodoo di Stan Ridgway, i Sonic Youth e i Violent Femmes, e nel decennio successivo del rap metal di Rage Against the Machine e dei Kyuss pionieri dello stoner, avrebbe inoltre arricchito e reso più completo il quadro sia degli anni ’80 che dei ’90.
D’altro canto, le sezioni dedicate al periodo ’50-’60 e alle decadi più recenti ci sembra trascurino da una parte il solido retaggio fantascientifico-apocalittico del rock, che possiamo far risalire al folk e prima ancora all’ispirazione fantastica e weird di tanto blues, come testimonia anche la «dimenticata» A Hard Rain’s A-Gonna Fall di Bob Dylan, a cui Alessandro Portelli ha dedicato di recente il saggio Bob Dylan, pioggia e veleno uscito per Donzelli, e che continua a echeggiare nei brani post-apocalittici e antinucleari dei decenni successivi, unendo “repertori fantastici, fantascientifici e biblici” nelle rappresentazioni distopiche del dopobomba (come mette in luce Salvatore Proietti nel suo saggio sulla controcultura e il movimento del ’68 Hippies!, edito da Cooper nel 2008); dall’altra avrebbero meritato l’inclusione nella panoramica alcuni tra i progetti musicali più interessanti degli ultimi anni, a partire dai ’90 con il trip hop dei Massive Attack e successivamente con le sonorità electro / glam rock / synth pop di Goldfrapp e l’apoteosi spaziale degli Angels & Airwaves del fuoriuscito dai Blink-182 Tom DeLonge, tutti esempi di una lunga frequentazione di tematiche distopiche e fantascientifiche, insieme anche ai lavori di band di fama mondiale profondamente influenzate dall’immaginario sci-fi, come Muse e Linkin Park (citati brevemente), o Garbage e Thirty Seconds to Mars.
Tra le pagine più interessanti del libro annoveriamo invece quelle dedicate al progetto incompiuto di Pete Townshend degli Who, con una rock opera intitolata Lifehouse, concepita sulla scia del successo di Tommy e purtroppo rimasta irrealizzata, ma in parte recuperata nei brani dell’album Who’s Next e in uno sceneggiato radiofonico prodotto nel 1999 dalla BBC; le dettagliate panoramiche sulle concept band di matrice fantascientifica e sul rock europeo, con particolare risalto dato alla scena tedesca dei Corrieri Cosmici (Tangerine Dream, Klaus Schulze, Kraftwerke), a quella francese di Magma e Rockets e agli italiani Goblin, Le Orme, Lucio Dalla, Franco Battiato ed Eugenio Finardi; e infine le appendici che Danilo Arona, Riccardo Gramantieri e Lukha B. Kremo dedicano rispettivamente al produttore, ingegnere del suono, pioniere del pop sperimentale Joe Meek, alle influenze di William S. Burroughs sui musicisti della scena inglese e newyorchese e alla musica sperimentale nel cinema e nella letteratura di fantascienza. Da segnalare inoltre l’inquadramento storico-culturale di ciascun periodo, con excursus dedicati al mondo della letteratura, del cinema, delle serie televisive, dei fumetti e dei videogiochi di fantascienza.
Con un approccio cross-mediale e una passione palpabile per la materia, Mario Gazzola, autore del romanzo Rave di morte, curatore del sito www.posthuman.it e firma regolare sulle pagine di Nocturno, e il giornalista di Repubblica e critico musicale Ernesto Assante confezionano un libro che riesce a fornire un’utile porta di accesso ai fan desiderosi di approfondire le loro esplorazioni musicali e accenderà inevitabilmente il dibattito tra i cultori della fantascienza e del rock.
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