Qual è il servizio di streaming che genera più traffico nel mondo? Netflix? No. È Bit Torrent. Ok, non è proprio un servizio, è più una tecnologia o se vogliamo un sistema distribuito di condivisione; le sue dimensioni sono oltre 30 volte quelle di Netflix, come traffico generato in rete, e questo è solo quello identificabile, perché una grossa parte degli utenti Torrent usa delle VPN che rendono difficile identificarli.

Aperta la parentesi

Rispetto a Netflix, Torrent ha alcuni grossi svantaggi. Ti obbliga a scaricare le cose che vuoi vedere, facendoti aspettare che siano "scese" (a volte anche per ore) e occupandoti spazio sull'hard disk. L'altro grande svantaggio è che è illegale: quindi l'utente Torrent vive sempre con la spiacevole sensazione che un giorno qualcuno potrebbe chiedergliene conto.

Negli ultimi anni servizi molto popolari come Netflix e Amazon Primevideo erano riusciti a dare una spallata a questo "gigante" del mondo dell'intrattenimento. Il segreto? Offrire servizi di ottima qualità, con un'enorme scelta, facilità e rapidità di utilizzo, e prezzi accessibili. Perché stare ad arrabattarsi dietro a mille complicazioni illegali quando con meno di dieci euro al mese hai un'infinità di cose da vedere a disposizione?

Chiusa la parentesi

Ma negli ultimi mesi, gli indicatori danno il traffico di Torrent di nuovo in ripresa. Cosa sta accadendo?

In realtà il fenomeno per ora interessa soprattutto gli USA, parzialmente UK, ma probabilmente nel tempo arriverà in qualche misura anche qui.

Quello che è accaduto è che, seppure in ritardo, le major dello spettacolo americane si sono rese conto che la televisione è il passato, e lo streaming il futuro. E che quella piccola società di nerd che una volta spedivano cassette per posta, Netflix, con lo streaming era diventata più ricca di loro.

Da quel momento, ogni major ha deciso di volere il proprio servizio streaming. CBS ha creato CBS All Access, che ha riempito con Star Trek Discovery alla quale seguiranno numerose altre serie Trek; Disney sta approntando Disney+; Sky ha creato Now (disponibile anche in Italia); YouTube è diventato Premium; Warner ha creato DC Universe Online, ma arriverà anche uno streaming Warner a tutto campo.

Il numero di servizi, ognuno con le proprie serie in esclusiva precluse a Netflix e Amazon (anche se magari fuori dagli USA continuano a utilizzare questi servizi) è andato ben oltre il budget ragionevole che può spendere l'utente. Se aveva senso spendere venti o trenta dollari/euro al mese per seguire uno o due servizi, ben diversa è la valutazione che si può fare quando un servizio ospita solo una o due serie che interessano. A quel punto, alcuni utenti decideranno di guardare solo uno o due servizi di streaming; ma altri inevitabilmente decideranno di vedere lo stesso quella serie che li interessa, tornando al servizio di cui parlavamo all'inizio: più scomodo, ma certo più economico.

Alla fine, insomma, la grande battaglia per contendersi gli ultimi dollari dello spettatore rischia di convincerlo a tenerseli nella propria tasca.