Quando era stato annunciato il ritorno nella galassia di Star Trek di Jean Luc Picard e del suo interprete sir Patrick Stewart sullo stesso canale (negli States) di Star Trek: Discovery, la notizia era stata accolta ovunque con grande entusiasmo, anche se lo stesso Stewart aveva voluto sottolineare che avremmo visto un Picard molto diverso da quello che conosciamo.

Nei giorni scorsi The Hollywood Reporter ha riportato i nuovi dettagli così come li ha raccontati il produttore di Discovery Robert Kurtzman, ed ex  produttore della saga cinematografica.

Dopo la fine

All'inizio gli unici dettagli noti erano che la serie sarebbe stata ambientata molto dopo gli eventi dell'ultimo film, Star Trek: Nemesis e che non dovevamo aspettarci un ripetizione di Star Trek: The Next Generation. Picard si trova in una nuova condizione ora, ma non avevamo ulteriori notizie.

L'impero romulano

E qui si scopre che pur essendo la serie prevista per CBS All Access in patria (e Netflix da noi), la storia prenderà spunto dall'evento iniziale descritto nei film di JJ Abrams. 

Infatti Kurtzman ha svelato che un evento catastrofico raccontato nel primo Star Trek del 2009 firmato da Abrams ha avuto effetti enormi sulla vita di Picard.

Nel film, scritto proprio da Kurtzman e dall'ex socio Roberto Orci, lo Spock canonico di Leonard Nimoy non riusciva a salvare il pianeta dei romulani, Romulus, da una supernova, molti anni dopo gli eventi di Nemesis:

La vita di Picard è stata radicalmente alterata dalla catastrofe.

Ha dichiarato il produttore della serie, aggiungendo che racconterà le conseguenze di quell'evento e di come abbia cambiato gli equilibri nella galassia.

Una relazione complicata

Il rapporto tra Picard e i romulani, una razza aliena che si era separata dai vulcaniani migliaia di anni prima e fondato una società separata, era sempre stato complicato. I romulani erano arrivati a occupare una porzione della galassia e il loro impero si opponeva alla Federazione per tutto il tempo della carriera di Picard, il quale aveva sempre avuto un obiettivo: unificare le due parti.

Ma in Nemesis si ritrovava ad affrontare un clone di sé stesso (interpretato da un giovane Tom Hardy), creato proprio dai romulani.

Sfidare

Kurtzman ha anche svelato che Stewart ha accettato di tornare se poteva sfidare ciò che la gente dava per scontato in Star Trek:

Se dobbiamo farlo voglio che sia diverso. Voglio che sia ciò che il pubblico ricorda, ma anche l'opposto di quello che si aspetta, altrimenti che senso avrebbe farlo?

Questo era il guanto di sfida lanciato da Stewart, che Kurtzman aveva raccolto arruolando lo scrittore vincitore del Pulitzer Michael Chabon, già collaboratore anche di Discovery. L'attore aveva richiesto un documento di tre pagine per raccontare la loro idea, il quale però divenne lungo 34 pagine, impossibili da abbreviare, per cui per i due autori divenne una sorta di ago della bilancia: poteva leggerlo oppure evitarlo del tutto.

Il risultato fu che l'attore definì il documento meraviglioso, e la serie prese il volo.

Il telefilm per ora senza titolo ufficiale, è previsto in uscita verso la fine del 2019, voi che ne dite, volete vedere una serie di Star Trek in grado di cambiare la vostra visione della saga?