Le realtà distopiche, per lo più sempre cupe e pessimiste, esistono da sempre, ma in tempi recenti possiamo indicare due fattori che hanno generato un nuovo interesse verso un ramo così particolare della fantascienza: il debutto nel 2015 di The Man in the High Castle su Amazon Primevideo e rinnovata per la quarta stagione, e nel mondo reale le famigerate elezioni americane del 2016, in quasi contemporanea con le quali debuttava The Handmaid's Tale su Hulu (da su TIMvision), che alla sua seconda stagione era diventata non più una realtà alternativa opprimente, ma un'analisi dei giorni nostri.
Ora anche Netflix ha voluto la sua distopia, ma l'ha cercata sul mercato europeo, come già accaduto con Dark e The Rain, e così ecco arrivare 1983. Nello specifico, dalla Polonia.
Il plot
Malgrado il titolo, la storia è ambientata in un 2003 alternativo in cui la cortina di ferro regge ancora, la Germania è ancora per lo più sotto il controllo del Blocco europeo, la perestroika non è mai avvenuta, Al Gore è presidente e la guerra fredda prosegue imperterrita.
Il titolo si riferisce a un terribile attacco terroristico avvenuto il 12 marzo 1983 che ha sconvolto la nazione e avuto effetti in tutto il mondo.
In questa realtà alternativa il governo polacco ha passato i decenni tra il 1983 e il 2003 ad abbattere ogni forma di ribellione che potesse portare a un altro attentato.
Ma non tutti i segreti rimangono tali e gli indizi sparsi nella storia suggeriscono che la verità dietro l'attentato è tanto sinistra quanto sepolta.
I protagonisti
A investigare dietro questa cospirazione ci sono l'ispettore Anatol Janóv (Robert Więckiewicz), un uomo avanti con gli anni che ha mandato a picco la sua carriera facendo troppe domande, e Kajetan Skowron (Maciej Musial), uno studente i cui genitori sono morti nell'attentato e che ha passato buona parte della sua vita come guardia e simbolo dello stato.
Ma mentre le loro indagini proseguono, la ribellione comincia a formarsi in ogni angolo del regime oppressivo, dai più alti ranghi dell'esercito a un gruppo di ribelli chiamato La brigata della luce.
Lo stile
Rispetto a The Man in the High Castle, lo stile ricercato per la serie è quello di renderlo attuale e i riferimenti al regime sottili e persistenti e non letteralmente sbandierati come nella serie di Amazon Primevideo. Non ci sono gli IPhone, ma gli ufficiali portano con sé apparecchi elettronici multitasking che li rendono rintraccabili ovunque dai satelliti governativi; durante un raid nel nascondiglio di un contrabbandiere di media occidentali, Janóv trova Harry Potter e la pietra filosofale e comincia a leggerlo di nascosto, ma il suo superiore gli suggerisce un altro titolo: 1984.
Anche i riferimenti alla guerra fredda sono pochi e rarefatti, ci sono flashback ambientati prima del 1983, ma anche in quel caso l'iconografica dell'epoca non distrae mai dalla storia. Questa realtà alternativa è molto pulita, e i segni del comunismo sono relegati alle uniformi militari, alle auto molto piccole e all'architettura brutale.
Le autrici
Al comando ci sono due donne registe: Agnieszka Holland (House of Cards) e Kasia Adamik (The Border) sua figlia, che hanno diretto tutti gli otto episodi, mentre a sviluppare la loro idea ci ha pensato il duo di sceneggiatori Joshua Long e Macieja Musiala.
L'intera prima stagione di 1983 ha debuttato anche da noi il 30 novembre, vi lasciamo con il trailer ufficiale.
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