Il lungo e tortuoso destino di Halo nel mondo di cinema e tv è cominciato il 6 giugno del 2005 e, come potete scoprire nel dettaglio (e se sapete l'inglese) nell'articolo di Wired nelle risorse di rete, è partito praticamente subito col piede sbagliato.
La Microsoft commissionò una sceneggiatura ad Alex Garland, all'epoca noto per The Beach e 28 giorni dopo (oggi per Annihiliation), ma fin dall'inizio la presenza della multinazionale si fece incombente: Garland doveva scrivere una storia seguendo le loro precise indicazioni in quanto voleva vedere inseriti passaggi fondamentali di una mitologia che in quegli anni aveva incassato 600 milioni e venduto 13 milioni di pezzi (con i capitoli seguenti Halo sarebbe diventato un franchise miliardario).
Poi arrivò la parte più teatrale: un gruppo di attori con addosso una perfetta replica dell'armatura di Master Chief e soci venne spedito alle principali case di produzioni americane: gli executive avevano due ore per leggere la sceneggiatura, osservati tutto il tempo dagli pseudo-marine dello spazio, ma soprattutto, accettare (secondo la Microsoft) i loro termini senza condizioni: dieci milioni per la sceneggiatura, il quindici per cento degli incassi e 75 milioni di budget per la promozione. Non solo, ben sessanta tra executive e programmatori della Microsoft avrebbero dovuto seguire ogni singolo passaggio della realizzazione del film, dalle riprese al montaggio.
Tutte le major dissero "no grazie", tranne Universal e Fox, che decisero di unire le forze e coinvolgere Peter Jackson, il quale non era però interessato alla regia quanto alla produzione e alla realizzazione di tutti gli effetti speciali reali: le armi, i veicoli, le armature. Al suo posto propose un giovane regista sudafricano, all'epoca noto solo per la sua bravura nel mondo pubblicitario e per un corto chiamato Alive in Joburg su un apartheid alieno: il giovane regista era Neill Blomkamp, che quattro anni dopo avrebbe debuttato con District 9, ma non con Halo, che nel frattempo era diventato un gioco al massacro tra major.
Il tempo passò i diritti tornarono alla Microsoft e tutto il materiale scenografico creato da Jackson insieme ai video realizzati per dimostrarne il potenziale vennero rimontati per creare il corto Halo: Landfall, usato per lanciare Halo 3.
La Microsfot negli anni realizzò poi per il suo canale dedicato alla Xbox alcuni corti e miniserie, ma nel 2012 il ramo Microsoft Entertainment Studios venne chiuso del tutto e la storia finì di nuovo.
Almeno fino al week-end appena trascorso,e forse non casualmente dopo l'annuncio del nuovo capitolo della saga Halo Infinite, in cui il canale americano via cavo Showtime (quello della nuova stagione di Twin Peaks) ha annunciato ufficialmente la realizzazione di una prima stagione composta di dieci episodi.
La produzione sarà della Amblin di Steven Spielberg, lo showrunner selezionato è Kyle Killen, che nel suo curriculum vede la notevole ma sfortunata Awake con Jason Isaacs (Star Trek: Discovery) mentre Rupert Wyatt (L'alba del pianeta delle scimmie), sarà sia produttore esecutivo che regista di più episodi.
David Nevins, presidente di Showtime, ha dichiarato che Halo è la loro serie più ambiziosa di sempre e che la lunga attesa dei fan sarà adeguatamente ripagata:
Nella storia della televisione non c'è mai stata abbastanza grande fantascienza. Le sceneggiature di Killen sono entusiasmanti, epiche e provocatorie, mentre Wyatt è un maestro nel creare mondi meravigliosi.
Nevins conclude che i due hanno creato la versione di Halo definitiva, in grado di essere apprezzata dai fan di lunga data del franchise e anche da chi la scopre per la prima volta.
L'inizio delle riprese è previsto in un punto imprecisato all'inizio del 2019, vi terremo informati sull'atterraggio di Master Chief sul piccolo schermo.
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