Il Salone del libro di Torino: come ogni anno un evento che si rinnova per qualità e quantità degli eventi correlati, degli ospiti e delle tante novità editoriali presenti. Fra i tanti stand si respira un'aria più festosa, quasi ludica e infatti ospite d'eccezione è un grande allestimento dedicato a Lucca Comics and Games prossimo venturo. Se gli anni passati il fumetti e i giochi in scatola non erano presenti a Torino o solo in misura molto modesta in questi giorni ho notato una buona esposizione dell'editoria dedicata.
Ed è proprio di un fumetto in particolare che vorrei parlarvi. Dopo il numero zero in anteprima a Lucca 2017 nel mese di maggio in occasione del Salone è stato pubblicato il primo numero di Darek, una storia divisa in tre numeri stampata in elegante veste grafica, cartonato e interamente a colori. La Corte Editore che ha rilevato la Pavesio si è fatta carico di mantenere il livello qualitativo eccellente.
Allo stand ho la fortuna di poter parlare direttamente coi creatori di Darek: per sceneggiatura e soggetto lo scrittore Massimo Pini, il disegnatore Andrea Modugno e, ai colori, Valerio Alloro. Subito ci sentiamo a nostro agio e sorridiamo rendendoci conto di essere tutti liguri, compresa la sottoscritta. Ed è proprio sfogliando il volumetto che non posso non notare come la nostra origine spicchi immediatamente nelle prime tavole. L'immagine della città fortificata di Dralis a picco sul mare contiene un chiaro e splendido omaggio proprio alla Lanterna di Genova.
La conversazione scorre veloce, vorrei fare mille domande, ma il tempo è tiranno e durante una fiera lo è in particolar modo. Mi rispondono tutti con molto entusiasmo, il progetto li ha coinvolti tanto, e se di arte vorrei parlare, la parola più adatta alla fine risulta essere quella usata da Andrea Modugno: passione.
Massimo Pini ha una formazione classica dove l'epica svolge un ruolo fondamentale. Si percepisce il cosiddetto “viaggio dell'eroe” soprattutto in termini di viaggio introspettivo di maturazione e crescita. Darek diventa re nonostante sia il secondogenito e si trova a dover combattere una guerra di proporzioni immense. Catapultato in una realtà di responsabilità e doveri si renderà conto che la propria impulsività, il proprio agire da lupo solitario non sono sufficienti per risolvere situazioni tanto critiche. Pagina dopo pagina il lettore assisterà a un cambiamento da “eroe solitario bastante a se stesso” a re consapevole del proprio popolo e dei propri collaboratori là dove solo l'unione fa la forza e le guerre vengono vinte solo da chi sa avvalersi dei propri uomini conoscendo di tutti pregi e difetti, possibilità e difficoltà. Tavola dopo tavola a crescere non è solo Darek, ma i lettori stessi che vengono assorbiti dalla storia comprendendone l'importante messaggio.
Massimo Pini è anche educatore e mette a frutto nella storia anni di esperienza. Per questo notiamo un bellissimo lupo a fianco di Darek, Un animale feroce e fiero che ben sa quale sia il suo posto all'interno del branco, una creatura che combatte con vigore, ma sa che la priorità sarà sempre il branco. Nella scelta del lupo Massimo condivide con noi un bel ricordo: la serie televisiva Hondo trasmessa dalla televisione Svizzera. Un western che da bambino guardava con suo padre dove il protagonista è seguito dal cane fedele.
Andrea Modugno – che subito ci tiene a precisare che la cover non è opera sua, ma di Giovanni Talami – mi racconta di come si è documentato per rendere al meglio le idee di Massimo in un costante confronto con lo sceneggiatore dove la fa da padrone una costante mnemonica comune. Entrambi ragazzi negli anni '80 si sono avvalsi dei riferimenti della cinematografia di quel tempo. I maestosi paesaggi di una natura forte e selvaggia sono frutto di ricerche sulle foreste tedesche mentre il tipo di impostazione delle tavole e il modo di strutturare l'immagine è di forte ispirazione americana in quanto il dinamismo tipico dei comics made in USA è perfetto per rendere il continuo susseguirsi di azioni e combattimenti presenti nella storia. Una certa ispirazione è stata frutto della lettura degli albi di Thor su consiglio di Massimo. Personalmente posso notare una similitudine nel dinamismo, certo, mentre il tratto è assolutamente originale, pulito e oserei dire “cinematografico”. A livello di tecnica oltre agli strumenti più classici e amati anche Andrea utilizza i mezzi digitali che gli permettono maggiore velocità non tanto nell'esecuzione quanto nella maggiore flessibilità nel correggere eventuali errori o nel cambiare parti di tavole senza dover ripartire dall'inizio.
Figlio del digitale e grande sostenitore è Valerio Alloro la cui passione per queste tecnologie abbiamo già avuto modo di conoscere precedentemente. A Valerio il compito della colorazione. Arduo e stimolante il suo dovere è quello di rendere la profondità e l'atmosfera giocando coi chiaroscuri e le tonalità. Ogni tavola è accuratamente colorata grazie alla collaborazione costante con Andrea e dove Massimo gioca il ruolo di riferimento assoluto in modo che non vi siano – se mai ce ne potessero essere – contrasti o discussioni. Dalla tempesta, al mare alle battaglie il lavoro di Andrea è valorizzato e le sensazioni che Massimo vuole trasmettere sono suggerite perfettamente.
Mentre i tre parlano mi vengono in mente le parole di una poesia letta da ragazzina “come distinguere il ballerino dal ballo” e sento che sono appropriate al lavoro che Massimo, Andrea e Valerio hanno svolto. L'uno senza l'altro non avrebbero potuto dar vita a un così pregevole progetto. Potrei quasi dire che Massimo si è avvalso del disegnatore e del colorista come fossero le sue lettere, le sue parole declinate in altra forma.
E proprio sul lettering vorrei porre l'accento. In Daker esso è scarno, essenziale, un ottimo uso dello “show don't tell” che ci permette di usufruire della scena disegnata senza baloon troppo ingombranti o “spiegoni” che distoglierebbero l'attenzione. Massimo ci racconta della sua esperienza in Bonelli dove ha imparato che un eroe durante un'azione di lotta non è realistico se si perde in lunghi monologhi o pensieri complessi.
Darek è indubbiamente un fantasy di matrice classica dove le creature fantastiche sono trattate con quella venatura di leggenda di chi sa che, anche se non vi sono draghi o elfi nelle immediate vicinanze, potrebbero comparire da un momento all'altro. Simboli e misteri serpeggiano in questo mondo dove l'uomo ha combattuto per distruggere la magia, ma con risultati imprevedibili che scopriremo leggendo.
Prima di congedarmi una cosa ancora mi incuriosisce. Ci sono novità in arrivo oltre alla prosecuzione di Darek? Qualcosa per gli amanti della fantascienza? Un lampo illumina lo sguardo di Massimo. Qualcosa? Ben tre progetti dalla fantascienza più classica ai Cyborg sino allo Steampunk con accenni di viaggi temporali. I soggetti sono pronti, Andrea è entusiasta di passare da boschi selvaggi a scene ipertecnolgiche e Valerio? Be', Valerio ama talmente la fantascienza da domandarsi se sarà possibile, un giorno, arrivare ai trapianti di cervello in cyborg super potenti. Sì, le premesse ci sono tutte! Cosa chiedere di più? E questo team è in grado di creare una storia che noi vorremo proprio leggere!
Saluto e mi avventuro fra gli altri stand del salone, un pochino dell'immaginario di Darek mi accompagna ancora, un eroe che cresce grazie al suo popolo, una storia che matura grazie a quell'arte che ha un solo nome: passione.
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