Gabriele Salvatores, a tre anni dal successo di quello che senza abusi può essere considerato il primo supereroe italiano, riporta sugli schermi i personaggi (e le atmosfere) de Il ragazzo invisibile, accompagnati da tante new entry. Il cammino prosegue con Seconda generazione con una originale chiave autoriale e italiana che distingue questo che a tutti gli effetti èun sequel che configura un vero e proprio ciclo di film, in modo del tutto simile alle pellicole dei supereroi americani.
Ma chi è il ragazzo invisibile? Ripercorriamone la storia.
Michele Silenzi (Ludovico Girardello) vive a Trieste, ha 14 anni,passa la maggioranza del suo tempo chiuso nella sua stanza a leggere fumetti sui supereroi. È estremamente introverso, fattore che impedisce di comprenderlo a pieno anche dalla stessa Giovanna, la super impegnata mamma poliziotto (Valeria Golino), spesso assente per ragioni di servizio. Non ha mai conosciuto il Papà, se non dai racconti della madre che lo descrive come suo collega caduto nell’adempimento del suo dovere.
A scuola la situazione non migliora, siede sempre da solo, i bulletti lo tormentano, gli altri compagni e le ragazze praticamente lo ignorano (compresa Stella l’ultima arrivata di cui Michele si innamora a prima vista).
Improvvisamente, vari avvenimenti scuotono la monotonia della vita di Michele e di chi gli sta intorno. Indossando un costume, comprato per una festa in maschera in misterioso negozio cinese, si ritroverà il giorno dopo invisibile, proprio come uno dei suoi eroi. Questo gli permetterà di prendersi qualche rivincita su chi lo angustiava e barare a scuola ai compiti, il tutto con qualche non piacevole imprevisto.
Nel frattempo cominciano a scomparire, ad uno a uno, alcuni compagni di classe aventi particolari doti: un piccolo genio della matematica, un tennista provetto e la biondina che gli piace che è una promessa della ginnastica.
Sarà quest’ultimo avvenimento unito, all’incontro con il cieco Andreij (Hristo Živkov, il Giovanni dalle bande Nere del Mestiere delle Armi di Ermanno Olmi) a scuotere Michele e a indirizzare il suo potere per ritrovare i rapiti. Andreij oltre a illustrare al ragazzo la reale natura dei suoi poteri confesserà a Michele di essere il suo vero padre biologico. Entrambi provengono da una provincia di una ex repubblica russa devastata da un incidente Nucleare.
Molti dei sopravvissuti hanno acquisito delle potenzialità straordinarie (telecinesi, arti flessibili, levitazione etc.) e, per tale motivo, sono stati internati in un centro creato da un'unita paramilitare,la Divisione, appositamente per studiarli. Sottoposti ad esperimenti sfiancanti gli Speciali, questo è il nome che la Divisione chiama i sopravvissuti al disastro dotati di poteri fuori dal normale, scopriranno che un uso massivo delle loro particolari capacita debilita il proprio corpo. Cosi Andreij, il cui potere è la lettura della mente , gradualmente è diventato cieco. Un'altra caratteristica che accomuna gran parte degli speciali è la sterilità, ma da una relazione tra Andreij e un'altra speciale, Yelena avente il potere di rendersi invisibile, nascerà Michele (o meglio Miša,questo il nome originale).
Non volendo far crescere Miša in quel contesto i due genitori tentano la fuga e Yelena si sacrificherà rimanendo indietro a trattenere gli inseguitori.
Andreij girerà l’Europa col figlio, sempre braccato dalla Divisione. Per il bene di suo figlio capisce di non poter fuggire per sempre insieme e che per il suo bene dovrà nasconderlo. Utilizza il suo potere per trovare una persona adatta ad accogliere Miša. Una sera Giovanna, poliziotto solo ma con un gran cuore, troverà un cesto con un pargoletto alla sua porta.
Non sarà semplice accettare la verità per Michele, ma dovrà farlo per riuscire a salvare i suoi amici.
Nel secondo film l’azione si sposta a qualche anno dopo. Difficile tornare alla vita normale dopo aver scoperto di essere “speciali”. Michele ha adesso sedici anni e pur cosciente del suo enorme potenziale continua a vivere un'adolescenza tutt'altro che serena: la ragazza dei suoi sogni ama un altro e il rapporto con gli adulti è sempre più difficile. Michele si ritrova sempre più solo, infelice e anche un po' arrabbiato col mondo.
Tutto questo finché nella sua vita non fanno irruzione una misteriosa ragazza di nome Natasha e la madre naturale, la rediviva Yelena, due donne che stravolgeranno completamente la sua esistenza, chiamandolo a una nuova avventura alla quale non potrà sottrarsi.
Ludovico Girardello, giovanissimo attore che a breve rivedremo anche nell’ultimo film di Mario Martone, Capri Batterie, oltre che già un notevole curriculum teatrale alle spalle ritorna a vestire il timido Michele che come lo Spiderman di Raimi deve gestire un grande potere e la responsabilità che ne deriva.
La scena materna, invece, viene ceduta da Valeria Golino, madre adottiva di Michele, a Ksenia Rappoport che interpreta Yelena, la madre naturale di Michele da cui ha ereditato il suo potere. L’attrice Russa è un vero idolo nel suo paese, e anche nel nostro non è l’ultima arrivata avendo già partecipato a varie pellicole tra cui ricordiamo essere stata “La Sconosciuta” nell’omonimo film di Giuseppe Tornatore.
Gabriele Salvatores, regista napoletano premio Oscar nel 1992 con Mediterraneo, il terzo film della sua quadrilogia dell’abbandono, non è nuovo al genere fantascientifico. Era il 1997 quando nelle sale cinematografiche appariva Nirvana, produzione italica con cast internazionale. Qui in un mondo Cyberpunk le cui ambientazioni strizzano l’occhio alla città di Blade Runner, a causa di un virus informatico il protagonista di un videogioco, Solo (Diego Abatantuono, attore pupillo di Salvatores che aveva recitato anche in Mediterraneo), prende coscienza di se e riesce a comunicare con il suo programmatore Jimmy (Christopher Lambert) di cancellare tutte le copie del videogioco, liberandolo così dalla prigione di una vita monotona e ripetitiva ma soprattutto finta.
“A farci decidere di continuare la saga de Il ragazzo invisibile – ha dichiarato alla stampa Salvatores – non sono solo stati la risposta e il gradimento del giovane pubblico, ma anche i tanti riconoscimenti ricevuti, tra i quali, quello cui forse tengo di più è, l'EFA Young Award assegnato dalle giurie di 25 Paesi europei formate da ragazzi”.
La risposta del pubblico al primo film, i premi e il desiderio di tornare a vedere il timido Michele in azione hanno riportato Gabriele Salvatores dietro la macchina da presa: “Al di là di tutto, avevamo ancora tanto amore per il nostro ragazzo invisibile, volevamo continuare a seguirlo nelle sue avventure di adolescente che ha raggiunto i sedici anni, è cresciuto, ha dovuto affrontare la difficoltà di essere uno “speciale” nella vita normale di tutti i giorni. Inoltre – continua a spiegare il regista Napoletano – ci piaceva l'idea di seguire la crescita e il passaggio all'età adulta di un supereroe problematico e tenero come Michele. Anche perché, in questo secondo capitolo, il gioco diventa più complesso. A sedici anni, il nostro protagonista dovrà confrontarsi con temi più delicati quali l'amore, la morte, la propria identità”.
Gli effetti speciali sono stati affidati allo studio di post produzione Frame By Frame con un team internazionale composto da quasi 70 persone provenienti, oltre che dal nostro paese, da India, Serbia e Stati Uniti sotto la supervisione del poliedrico Victor Perez. L’artista degli effetti visivi, che è anche regista (il suo primo cortometraggio, Another Love nel 2015 ha ricevuto il plauso della critica in numerosi festival), è sceneggiatore e attore con 20 anni di carriera alle spalle. Ha rappresentato, visto il suo curriculum, una delle possibili migliori scelte, provenendo dalle realizzazioni di Star Wars: Rogue One, Harry Potter i Doni della morte, Pirati dei Caraibi: oltre i confini del Mare e Il cavaliere oscuro: il ritorno.
Ventuno sono i minuti di immagini generate al computer e la loro realizzazione ha richiesto 19 mesi di lavoro, con ricostruzione di location, e anche di movimenti di attori e riprese, alcune impossibili da realizzare dal vero con movimenti di camera.
Non solo il film, cosi come avvenuto per il primo capitolo, nelle librerie usciranno un romanzo e una Graphic Novel, qualificando il ciclo a pieno titolo come opera Cross-Mediale.
Il libro mostra la stessa vicenda che si svolge nel film ma ne amplia la percezione mostrando il tutto dal punto di vista della dimensione interiore dei personaggi che percorrono la trama; è stato scritto dai tre sceneggiatori del film (Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo) che spesso hanno lavorato ai loro progetti insieme come nella serie tv cult su Tangentopoli 1992.
La Graphic Novel si presenta come un piccolo gioiellino visto i nomi che l’hanno curata.
Ai testi ritroviamo Diego Cajelli, uno dei più grandi sceneggiatori italiani, autore di fumetti di successo come Napoleone e Dampyr e alle illustrazioni un team di tutto rispetto capitanato da Cammo (al secolo Giuseppe Camuncoli) disegnatore di fama mondiale, che ricordiamo avere continuato (su testi di un'altra gloria nazionale, Matteo Casali) la saga degli Scorpioni Del Deserto di Hugo Pratt, e tutta una serie di lavori per la Marvel e la Dc, ultimo dei quali il progetto Batman Europa che vede il Cavaliere oscuro muoversi per alcune città del nostro continente.
La graphic Novel, come quella precedente del primo capitolo, non segue la stessa linea narrativa del film ma, introducendo dinamiche inedite e personaggi nuovi. Leggendolo verranno fuori particolari inquietanti del passato di Natasha, si entrerà letteralmente nella coscienza di Michele e sarà mostrata una molto improbabile cena familiare.
La vicenda di Michele, della Divisione, degli speciali e di tutti coloro che si muovono nel suo originalissimo universo narrativo sembra felicemente lontana dal volersi chiudere.
È lecito presagire un terzo capitolo, quando questo vedrà la luce però è fin troppo presto per poterlo sapere.
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