Non sono più così rari i casi in cui si parla di fantascienza all'università. Solo per citare un caso recente ricordiamo le periodiche attività di Paolo Musso all'Università dell'Insubria. La fantascienza sembra insomma non solo sdoganata ma anche destare qualche interesse.

Ci sono casi però che lasciano perplessi, come il corso che verrà tenuto quest'anno all'Università di Bologna dal professore Luigi Weber. Il corso, per Letteratura italiana contemporanea, si intitola Giorni di un futuro passato. Letteratura e fantascienza nel Novecento italiano (e oltre).

A parte il riferimento agli X-Men, tuttavia, abbandoniamo subito la speranza di vedere qualcosa che scenda dal "solito" piedistallo della Cultura Ufficiale per addentrarsi nella narrativa popolare. Se lo si fa, lo si fa solo con nomi che siano stati adeguatamente sdoganati da altri, come Emilio Salgari o Philip K. Dick. 

Così ci troviamo un programma che parte appunto da Salgari per passare a Corrado Alvaro, Tommaso Landolfi, Primo Levi, Guido Morselli, Mario Soldati e così via (naturalmente tutti uomini, se ci fosse un dubbio: Luce D'Eramo, che poteva rientrare nel gruppo, è stata dimenticata).

Letteratura, non fantascienza

Come dice il titolo del corso, non si parla di fantascienza italiana, ma di quei rari casi in cui autori letterari hanno toccato il genere. Intento del corso è tracciare un percorso attraverso la letteratura italiana novecentesca sulle tracce, notoriamente minoritarie, di un genere affascinante e produttivo quanto criticamente sottostimato, ossia la fantascienza dice l'introduzione al corso. Un approccio che a noi appare curioso: è un po' come studiare un grande poeta non attraverso le sue opere ma attraverso le citazioni in opere altrui. Poteva aver senso per Saffo, di cui è andato perso quasi tutto, ma la fantascienza italiana è lì: perché ignorarla totalmente, e limitarsi a guardarne solo il pallido riflesso in opere di autori che hanno scritto per lo più cose diverse?

Sarebbe stato così «eversivo» parlare in un'aula dell'Alma mater bolognese di Lino Aldani, di Gilda Musa, di Renato Pestriniero, di Valerio Evangelisti? Chissà.

La storia vista dalle origini

Per raccontare la storia dell'impatto della fantascienza in Italia, tra l'altro, viene usato Le meraviglie del possibile, pubblicato nel 1959. Un po' come se, per dire, si raccontasse la storia degli Stati Uniti usando come unico testo l'autobiografia di Thomas Jefferson: ok, un testo importante, ma il 1959 è sette anni dopo l'arrivo della science fiction in Italia, dopo ce ne sono stati altri cinquant'otto: che razza di approccio storico è?

Un pilastro della narrativa

In compenso, la seconda metà del corso è dedicata a un romanzo recente: Dai cancelli d'acciaio di Gabriele Frasca. Descritto così: Il secondo modulo (30 ore) sarà dedicato integralmente alla decifrazione di un libro ambiziosissimo, Dai cancelli d'acciaio di Gabriele Frasca, opera magna uscita nel 2011 e destinata a diventare, se riconosciuta, uno dei pilastri della narrativa del nuovo secolo, ed emblema di un nuovo approccio possibile alla fantascienza. (I corsivi sono nostri).

Non sentitevi troppo in colpa se non avete mai sentito nominare questo "pilastro della narrativa del nuovo secolo": non lo abbiamo sentito nominare neanche noi.

Il romanzo, come dice la sinossi su Amazon, è stato prima distribuito inviandolo (suddiviso in cinque fascicoli) a un centinaio di sottoscrittori che hanno sostenuto l'opera. I "sottoscrittori", ci sembra di capire, non sono scrittori inferiori, né firmatari di un documento come vorrebbe la lingua italiana, ma evidentemente semplici iscritti a una qualche mailing list un po' anglicizzati.

Sempre la sinossi su Amazon ci avvisa che è difficile raggiungere un punto di vista che possa descrivere l'opera costruita con profusione di tempo e competenze plurime, incompatibile con la merce romanzesca sui banchi delle compre rendendoci partecipi quindi di due fatti: primo, l'autore ha le idee così chiare che non riesce neanche a spiegare di cosa parla il suo libro, secondo, ha chiarissimo invece che comunque rispetto a lui gli altri sono nani che non producono altro che disprezzabile "merce sui banchi delle compre".

Il professor Weber, ansioso evidentemente di promuovere questo libro, diceva che "se verrà riconosciuto" diventerà uno dei pilastri della narrativa del nuovo secolo. Un "se", temiamo, grosso come un piccolo pianeta.

Correzione: avevamo riportato erroneamente che l'acquisto del libro di Frasca fosse obbligatorio; non è così, è obbligatoria solo la lettura.Inoltre, segnaliamo che tra i testi critici consigliati c'è anche Distopie, viaggi spaziali, allucinazioni: fantascienza italiana contemporanea di Giulia Iannuzzi, questo sì testo che analizza davvero la fantascienza italiana.