Finalmente la missione di Star Trek Discovery sta per cominciare, ma più che il viaggio nella galassia, la serie vuole raccontare il viaggio interiore della protagonista, l'ufficiale Michael Burnham (Sonequa Martin-Green), come hanno raccontato i due showrunner Aaron Harberts e Gretchen J. Berg in una serie di interviste con Entertainment Weekly.
Tutto comincia da qui
Il background della Burnham nasce dall'essere stata la prima umana ad avere frequentato il centro di insegnamento vulcaniano e la loro accademia di scienze.
Sarek (James Frain), il padre di Spock, ha avuto un ruolo importante nella sua vita, che era stata completamente pianificata fino al momento in cui lei compie una scelta difficile che la porta su un sentiero molto diverso.
Quando la incontriamo è la prima ufficiale della USS Shenzhou, la cui comandante è Philippa Georgiou (Michelle Yeoh) e la scelta a cui alludono è la più difficile che chiunque possa fare: condizionerà lei, la flotta stellare, la federazione, l'intero universo.
Questa scelta la porta su un'astronave diversa, la Discovery e qui inizia quello che i due autori, in maniera criptica, definiscono il secondo pilot.
Per loro, il piacere sta nel viaggio, il vantaggio del fatto che la Burnham non abbia in carico il ponte di comando è che possiamo raccontare le storie da un punto di vista diverso. È originale, perché ci permette di vedere altre parti della nave.
La storia
È il racconto seriale di una storia, l'esplorazione di un personaggio particolare, Michael Burnham, insieme al percorso di scoperta su cosa significhi essere umani e trovare la propria individualità.
Per i due autori questo tipo di storie si sono sempre sviluppate bene nei film di Star Trek, ma meno nelle serie perché gli episodi tendevano a essere sempre autoconclusivi.
Infrangere la regola
Come parte della visione utopistica del futuro creata da Gene Roddenberry, fin dal momento in cui il produttore Rick Berman prese in carico la saga dopo la sua morte, una regola doveva essere rispettata: non dovevano mai esserci scontri o conflitti tra i membri dell'equipaggio (a meno che non fossero posseduti da entità malvagie ovviamente) oppure essere mostrati in una luce negativa.
Ovviamente, nell'arco dei 700 episodi dell'intera saga, questa regola non sempre è stata seguita rigidamente, ma è la prima volta che gli autori di una serie dedicata a Star Trek hanno deciso volontariamente di non seguirla:
Volevamo raccontare storie complicate, i cui personaggi hanno forti punti di vista e forti passioni.
Gli autori aggiungono che le persone commettono sempre errori, gli errori verranno fatti anche in futuro e la gente litigherà anche nel futuro. Le regole della flotta rimangono le stesse, ma che si tratti di umani o alieni, nessuno è perfetto.
Ma, concludono, è da Roddenberry che prenderanno ispirazione su come risolvere i conflitti. Certo, i personaggi si scontreranno tra loro, avranno discussioni, ma è il come risolveranno il tutto a essere legata ai concetti creati dall'autore originale.
Il teletrasporto
Ed ecco le due protagoniste pronte a partire, ma non dalla Discovery, bensì dal teletrasporto della Shenzhou. Oltre a una tecnologia diversa da quanto vista precedentemente, scopriamo anche una sorta di armatura/giubbotto antiproiettile del futuro, mentre visto di schiena scopriamo l'alieno tenente Saru (Doug Jones), visibile sulla sinistra.
Il capitano Lorca
Ed ecco la prima immagine del comandante della Discovery, il capitano Gabriel Lorca (Jason Isaacs), definito un brillante stratega militare con un carattere d'acciaio.
Inoltre, con lui intravediamo per la prima volta parte del ponte dell'astronave del titolo, perché quello visto nel trailer appartiene alla Shenzhou.
Star Trek Discovery arriverà anche da noi su Netflix a partire dal 24 settembre.
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