Oggi cominciamo a renderci conto che il vero pericolo rappresentato da robot e intelligenze artificiali non è la ribellione contro la specie umana. Il vero pericolo, di cui per ora si preoccupano solo le persone più preparate in campo tecnologico ma del quale, state sicuri, tra massimo cinque anni si occuperanno a tempo pieno tutti i sindacati, sono i posti di lavoro spazzati via. E non solo quelli che ci si aspetta, come gli operai delle catene di montaggio, ma anche quelli che oggi non ci sembrano occupabili da macchine, come medici, avvocati, broker di borsa, bancari, eccetera.
Ma sono argomenti per ora difficili da rappresentare con efficacia cinematografica. Per ora, quindi, il cinema, e anche questo corto, preferisce occuparsi della buona vecchia singolarità, il momento in cui le macchine supereranno quella soglia del loro progresso che farà nascere l'autocoscienza. E da lì al decidere di soppiantare le unità-carbonio il passo è solo a pochi cicli di calcolo di distanza.
Ana, creato, scritto e diretto dall'agenzia Factory Fifteen, è proprio un tentativo di affrontare la singolarità da due punti di vista, quello globale e quello particolare. Attore principale è Richard Brake, comparso in innumerevoli film, telefilm, videogiochi e altro.
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