Non amo Steven Spielberg. Non sopporto il suo buonismo da quattro soldi. Prendiamo ad esempio E.T. – L’extraterrestre, film che compie 35 anni di vita in questi giorni. Venne presentato al Festival di Cannes a maggio del 1982. La storia è quella di un ragazzino di nove anni, Elliott che incontra un alieno dimenticato sulla Terra dai suoi simili. Elliot lo porta a casa e, con i suoi fratelli, tenta di riportarlo sul suo pianeta. Ovviamente fra i due nascerà una salda amicizia. Spielberg pare si sia ispirato alla sua infanzia, quando a seguito del divorzio dei genitori si consolò inventandosi un amichetto alieno.
Tutto sommato è un film che non ha apportato nulla al cinema di fantascienza. Se pensiamo che in quello stesso anno due film come Tron e Blade Runner hanno scosso dalle fondamenta il cinema SF, E.T. al paragone sembra un filmetto di serie Z.
Eppure Spielberg era partito bene. Il suo film d'esordio, Duel, tratto da un racconto di Richard Matheson ha colpito nel segno in quel lontano 1971. Lo squalo, del 1975, aveva dato il via a un nuovo filone di film nel segno della paura e del terrore. Poi Incontri ravvicinati del Terzo Tipo comincia a far intravedere il buonismo spielberghiano, pur restando un film comunque interessante sotto vari punti di vista.
Sarà che Spielberg è ossessionato dai bambini, che infila un po' dappertutto come protagonisti o quasi, ma alcuni suoi film sono dei veri delitti cinematografici. Penso a A.I. Intelligenza Artificiale, film che poteva essere letto in una chiave meno favolistica. Ma il delitto che non perdonerò mai è Minority Report, tratto dall'omonimo racconto di Philip K. Dick. Una storia stravolta, il pessimismo di Dick trasformato in un banale ottimismo, con tanto di redenzione per i protagonisti. Roba da denunciarlo all'inquisizione del cinema.
Come se non bastasse, un completo buco nero è stato poi il remake di La Guerra dei mondi, un classico della fantascienza cinematografica e prima ancora della letteratura, essendo tratto dall'omonimo romanzo di H.G. Wells. Anche qui, storia banalizzata e ricondotta ad una semplice fuga. Protagonisti anche qui dei bambini, tanto per non cambiare.
Insomma Spielberg non mi piace e salvo davvero poco della sua filmografia. E soprattutto non festeggio un film come E.T. Non ci riesco. È più forte di me.
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