Sembra proprio che Ridley Scott non possa ciclicamente fare a meno di tornare nell'universo di Alien. Dopo il per nulla originale Prometheus del 2012, il regista di cult come Blade Runner e Il Gladiatore, ci riprova con Alien: Covenant, sequel di Prometheus e ambientato dieci anni dopo.
Nel cast figurano Michael Fassbender (Prometheus, 12 Anni Schiavo), Katherine Waterston (Steve Jobs, Vizio di Forma), Billy Crudup (Quasi Famosi, Mission Impossible III), Danny McBride (Strafumati, la serie TV Eastbound & Down) e Demián Bichir. Il film è diretto da Ridley Scott (Sopravvissuto – The Martian). La sceneggiatura è, invece, dei veterani John Logan e Dante Harper, ma la storia di partenza è di Jack Paglen e Michael Green.
A bordo dell’astronave Covenant tutto è tranquillo; l’equipaggio e le altre 2.000 anime sul vascello d’esplorazione sono profondamente addormentate nell’iper-sonno, lasciando che Walter, l’organismo sintetico a bordo, cammini da solo per i corridoi. La nave è in viaggio verso il lontano pianeta Origae-6, sul fianco estremo della galassia, dove i coloni sperano di stabilire un nuovo avamposto per l’umanità. La pacifica tranquillità del viaggio viene interrotta quando una vicina esplosione stellare distrugge le vele di raccolta di energia della Covenant, provocando decine di vittime e facendo deragliare la missione. Ben presto i membri superstiti dell’equipaggio scoprono quello che sembra essere un paradiso inesplorato, un Eden indisturbato con montagne coperte di nuvole e immensi alberi altissimi, molto più vicino di Origae-6 e potenzialmente altrettanto valido per ospitarli. Quello che hanno trovato, tuttavia, è un mondo oscuro e mortale pieno sorprese e tranelli. Messi di fronte a una terribile minaccia, al di là della loro immaginazione, gli esploratori dovranno tentare una fuga precipitosa per uscire dalla trappola.
Alien è immediatamente diventato un cult,un film che ha fatto da spartiacque almeno per un certo tipo di fantascienza e Scott ha le idee precise su cosa è stato quel film.
“È divertente, perché in un certo senso, ho sempre pensato ad Alien come a un B movie davvero ben riuscito.” ha affermato Scott. “Il sottotesto era piuttosto semplice: sette persone chiuse in una vecchia casa oscura e si trattava di chi morisse prima e di chi sarebbe sopravvissuto.”
Per Alien: Covenant, invece, il regista ha cercato di ricostruire la stessa atmosfera di pericolo strisciante e tensione costante di Alien, ma offrendo anche nuove prospettive per aggiungere spessore e profondità alla più ampia mitologia della saga. Questo approccio era necessario, secondo il regista, per mantenere la narrazione fresca e sorprendente.
“Non puoi continuare a fare inseguire gente da un mostro in un corridoio, è noioso.” ha detto Scott. “Mi è venuto in mente che nessuno si era posto la domanda: chi ha fatto questo e perché. Potresti dire che sono mostri dello spazio, o divinità spaziali o ancora degli ingegneri dello spazio esterno che li hanno inventati.. non è così. Alien: Covenant stravolgerà tutto.”
Uno dei protagonisti della storia è il pianeta Origae-6, e il regista ha spiegato che:
“Il pianeta è meraviglioso e spettacolare, ma è una minaccia su larga scala. Si tratta di un pianeta morto, è come una casa infestata. Non ci sono forme di vita tranne le piante e gli alberi, nessun tipo di animale.”
Tra gli attori del film, torna l'attore tedesco Michael Fassbender, che avevamo già visto in Prometheus.
“Michael è un grande attore e ha un grande senso dell’umorismo.” – ha sottolinea Ridley Scott. “Mi sono sempre divertito a lavorare con lui, una cosa davvero importante. Per quasi tutto il tempo sto in attesa di quel suo lato con quell’umorismo sarcastico.”
Altra fondamentale protagonista della pellicola è Katherine Waterston che Scott ha notato per la prima volta nell’adattamento del libro di Thomas Pynchon fatto da Paul Thomas Anderson: Vizio di forma, il ruolo che l’ha resa famosa, e così ha pensato che sarebbe stata perfetta nel ruolo di Daniels. “Avevo bisogno di qualcuno che avesse un fisico imponente, alta, atletica e brava a recitare.” – ha raccontato il regista. “E lei è speciale. Quello che è interessante è che, sia lei che Billy Crudup vengono dal teatro e hanno portato molto della loro tecnica, della loro conoscenza e della loro sensibilità. Quando stai facendo un film come questo, con persone che muoiono continuamente e sotto forte coercizione, bisogna mostrare sempre paura. Ci sono molti ‘colori’ per la paura come molti per il rimorso. Una persona con un background teatrale può scavare in profondità e può tirarlo fuori; questo ha aiutato enormemente.”
Alien: Covenant è stato girato in 74 giorni nel 2016, tra gli studi della Fox in Australia e in esterna a Milford Sound, Nuova Zelanda. Scott ha affidato a Chris Seagers la realizzazione della sua visione per l’astronave del titolo. “Le astronavi sono sempre difficili.” – ha rivelato Scott. “La Covenant è una nave colonizzatrice simile ai vecchi schooner (i carri con cui si spostavano i coloni) delle praterie del West. Questa non è una sudicia astronave, ma è una vascello da esplorazione per una missione scientifica, che trasporta persone e attrezzature per colonizzare un altro pianeta. Logicamente, è come un treno merci: è divisa in tre sezioni con giunzioni esagonali, che sono enormi container. Ogni sezione si può distaccare, una sola volta, e atterrare su dei piloni, in modo da diventare un vasto magazzino con tutta l’attrezzatura.”
Non poteva mancare l'Alien di turno ed è stato proprio Scott che ha concepito la necessità di un Neomorfo, da far debuttare in pompa magna nel film. Una nuova mortale forma di vita che si affianca alle uova aliene, al “polipo” che si attacca al viso, all’embrione che sbuca dal petto e, naturalmente, allo Xenomorfo pienamente sviluppato. Nella realizzazione dell’alieno, il regista ha preso spunto sia dal lavoro incredibilmente innovativo del surrealista svizzero H.R. Giger, il cui genio era dietro lo spaventoso Xenomorfo originale di Alien, sia da alcune meraviglie del mondo naturale come l'inquietante squalo goblin, una rara specie di predatore d’altura con la pelle traslucida ed una mandibola a cerniera libera. “È stata dura progettare il Neomorfo.” ha spiegato il regista. “È stata una grande sfida che si è presentata perché avevo bisogno di qualcosa in più del ‘solito sospetto’. Non lo volevo sovraesporre, l’ho voluto preservare. Il Neomorfo, in un certo senso, è la prima generazione dell’alien, ma ha bisogno di una forma di vita umana a cui fare riferimento o, se preferite, con cui mischiarsi o ibridarsi”.
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