Anche se il film, alla fine, non risulta pienamente convincente si può parlare di un vero e proprio "Thriller dell'anima" con protagonisti dei grandissimi attori su cui svetta Kevin Spacey. Tratto dal romanzo di E. Annie Proulx il film racconta la storia di Quoyle un timido, insignificante individuo che lavora nella tipografia di un giornale. Il rapporto con la moglie Petal (Cate Blanchett) è un inferno, al punto che un giorno, tornando a casa dal funerale del padre, la donna scompare portando via con sè la figlia Bunny. La fuga dura poco: la donna muore in un incidente stradale, non prima di aver 'venduto' la piccola per un'adozione illegale. Recuperata la figlia Quoyle decide di cambiare la sua vita completamente, trasferendosi con la zia Agnis (Judi Dench) a Terranova, luogo di origine dei suoi antenati. Giunto sull'isola trova un lavoro nel villaggio di pescatori di Killick-Claw, come cronista del quotidiano locale, "The gammy bird". In quel luogo Quoyle trova il coraggio di affrontare il proprio passato. Attraverso la sua attività di cronista, il contatto con le curiose e volubili personalità del villaggio e la crescente amicizia con Wavey (Julianne Moore), che, come lui, è reduce da un infelice matrimonio, riconquista la perduta autostima, trasformandosi in un uomo migliore. Quello che più colpisce di questa storia è l'affascinante visione del mare d'inverno, dei misteri, dei segreti coperti dal brusio delle onde e avvolti in una cappa di gelo e di vento. In questa cornice perfetta e rarefatta viene ripercorsa la parabola molto umana di un viaggio spirituale. Straordinari gli attori, affascinante la regia, ma anche - sorprendentemente - superficiale. Lo spettatore non riesce ad entrare nel dramma dell'uomo, perché il film è eccessivamente veloce e Spacey è troppo "cool" per riuscire ad essere il personaggio. Un film da vedere e da amare, nonostante tutti i numerosi difetti. Con mezz'ora in più sarebbe stato un capolavoro.