Teresa Regna (Casagiove, 1961) scrive sin dall'infanzia, ma ha deciso soltanto da alcuni anni di tentare la scalata al successo. Ha vinto numerosi premi sia per la poesia che per la prosa, e collabora con diverse riviste letterarie. Di professione insegnante, è anche critico letterario e traduttrice per una casa editrice di Trento. Ammazzare il tempo è la sua decima pubblicazione individuale: hanno preceduto quest'opera, Yesterday, Neve all'alba, Imperativo categorico, La congiura, Briciole di poesia, La torre della via, Il pettine e il flauto, Tempo senza tempo, La regina delle illusioni.
"Teresa Regna immagina, e ci trasporta nella propria immaginazione attraverso le pagine dei suoi racconti. Più che racconti, anzi, quadri in movimento, animati dalla passione dell'autrice. La passione, insieme, alla fantasia, è il filo conduttore che lega queste sei storie scritte in un linguaggio ricco e gradevole, impreziosito da raffinate descrizioni... Esse comunicano le emozioni che raccontano, l'amore come l'odio, il dolore come la gioia, l'affetto come la vendetta, poiché quello che prova il nostro cuore non è meno importante di quel che il corpo sperimenta con i sensi... E non si possono non cogliere i collegamenti con la mitologia: come non paragonare a Prometeo Odyllia e il suo amante che, sdegnando la punizione divina cui andranno incontro, scelgono di ribellarsi alle leggi dell'alba del mondo? E come non immaginare la donna de 'La montagna' quale un Orfeo al contrario...?In questi racconti la componente fantastica, magica, viene scoperta, raccontata e vissuta come naturale tanto dall'autrice e dai personaggi quanto dai lettori. Per non farci dimenticare che, una vita senza fantasia, è vita soltanto a metà." (dall'introduzione di Mariagiovanna Modoni alla raccolta di racconti di Teresa Regna)
Ammazzare il tempo è un libro di poche pagine, ma ogni pagina colpisce al cuore come un dolce amichevole pugno di Hemingway. Raramente, sempre più raramente, la narrativa italiana riesce a dar corpo ad autentiche passioni, genuine riflessioni sugli stati dell'umano animo, infatti, spesse volte, gli autori italiani si limitano ad abborracciare una poesia stereotipata e volgarmente commerciale nel vano tentativo di rappresentare il sentimento della società e del momento storico, e come tutto risultato il mercato editoriale pullula di sentimenti 'usa e getta' basati esclusivamente sull'indagine dell'immagine del sentimento che i mass media propongono per mezzo di foto patinate. Il sentimento così come l'immaginazione sono stati tradotti in pura immagine e gli scrittori italiani si sono adeguati alla moda: fantasia e sentimento sono stati fatti prigionieri di una immagine cucita loro addosso, una immagine questa che è assolutamente scevra di un qualsiasi contenuto se non quello della mera apparenza. La letteratura contemporanea è bella che morta e Pier Vittorio Tondelli è stato forse l'ultimo grande rappresentante e investigatore delle passioni umane degli anni Ottanta, un interprete che non si è piegato al capitalismo dei sentimenti, all'ipocrisia dell'immagine; Tondelli ha sfruttato l'immagine per dar addosso all'immagine. Oggi, soprattutto la letteratura fantastica risente di una volgarizzazione commerciale, che affonda le sue radici in usi e costumi degli anni Ottanta, anni da medioevo fintamente culturale e tragicamente drogato di una fittizia cultura scientifica: se ieri la fantasia era un mezzo espressivo, nel Duemila essa è sol più un investimento tutto dedicato a produrre effetti speciali convertiti in parole, parole sempre più vuote. Teresa Regna non ha nulla a che fare con la falsità dell'immaginazione e del sentimento: i suoi racconti sono scritti con genuina verve fantastica dove il mondo onirico è realmente onirico, il sentimento è reale sentimento e non un brutale prodotto "usa e getta". Ciò che maggiormente colpisce nei racconti di Teresa Regna e la sincerità disinteressata nell'indagare l'Es, l'Ego, l'Atman dell'individuo che non è mai un singolo individuo perso nelle latebre della sua individualità, bensì è sempre un personaggio che nella sua solitudine e dolore cerca con spirito d'avventura la comunione con i suoi simili, per quanto questi possano sembrare, o essere, di primo acchito distanti nel tempo e nello spazio.
In definitiva, tutti i racconti bene rispondono all'indagine avviata dall'autrice intorno al mondo delle passioni tradotte in un registro fantastico fortemente leopardiano, onirico, surrealista ma anche lovecraftiano: il mondo è dominato da forze oscure, ma queste possono essere conosciute e interpretate in una proiezione di un futuro più o meno felice, un futuro tutto da costruire, purché si abbia voglia e volontà emotiva di conoscere l'inconcepibile. Unico appunto al lavoro di Teresa Regna potrebbe essere "osare di più": un po' di spregiudicatezza linguistica in più conferirebbe ai racconti una forza vitale poetica eterna, assai originale.
Per acquistare il libro, oltre alle librerie di fiducia, il volume può essere richiesto a ilfoglio@infol.it o contattare l'autrice, teregna@tin.it
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