Lasciata la Via Lattea alle spalle, punta sulla galassia di Andromeda il nuovo capitolo della space opera digitale Mass Effect, la pluripremiata serie videoludica di fantascienza sviluppata dagli studi Bioware e prodotta dalla major Electronic Arts. Con l’episodio uscito in questi giorni su Playstation 4, Xbox One e Pc, sorta di reboot ascrivibile al filone dei più recenti blockbuster hollywoodiani, dall’operazione Star Trek di J.J. Abrams in poi, si cambia tutto o quasi, a partire dall’equipaggio, pescato tra i membri di una nave colonica imbarcata in una missione impossibile: trovare mondi ospitali dove, al risveglio di un viaggio lungo seicento anni, provare a far rinascere la vita.
Era dal 2012, l’anno del lancio di Mass Effect 3, epilogo della prima storica trilogia, che gli orfani delle avventure del comandante Shepard attendevano di conoscere il proseguo dell’epopea. “La vision del nostro team per questo nuovo epico capitolo – spiega Aaryn Flynn, vicepresidente e amministratore generale di BioWare – è stata quella di prendere ciò che i fan amano di Mass Effect – fantastici personaggi e sistema di combattimento – e dare maggiore enfasi all’esplorazione, raccontando nel mentre un diverso tipo di storia”. Chiamato a impersonare uno dei due gemelli Ryder, il giocatore è alla guida di una squadra addestrata a fronteggiare le incognite di pianeti sconosciuti, nei quali possono annidarsi pericoli e magari poco amichevoli razze aliene.
Nel caso di Mass Effect: Andromeda, i principali antagonisti appartengono alla civiltà dei kett, la cui organizzazione è improntata alla pesante militarizzazione di ogni aspetto della società, contro i quali continua a opporre resistenza un’altra specie nativa di questa galassia, gli angara, in passato custodi di un avanzatissimo sapere tecnologico, andato parzialmente perduto. Altre difficoltà si annidano nella desolazione di corpi celesti che potrebbero sembrare autentici paradisi, ma una volta atterrati lì rivelano il loro volto ostile. Per sormontare gli scogli, si può anche scegliere di unire le forze in multiplayer, dove il coordinamento con gli altri giocatori diventa fondamentale per avere la meglio sui nemici, potendo inoltre sempre contare su un arsenale di armi personalizzabili e su poteri biotici, ossia sulla creazione di campi di forza, un’abilità generata naturalmente dalle asari, ma che pure altre specie, compresi gli umani, possono acquisire.
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