Dominic Sena è un regista che ama stupire il suo pubblico. Dopo Kalifornia e Fuori in sessanta secondi torna al cinema con un’intricata storie di spie e di hackers che sebbene volgarizzata per una platea più vasta, si fa notare per il suo essere politicamente scorretta e imprevedibile. La trama racconta di una sezione deviata dei servizi segreti americani che recluta i migliori hackers del pianeta per sottrarre cifre colossali di fondi governativi e finanziare, così, illegalmente le proprie azioni criminali azioni contro i terroristi di tutto il mondo. Perno della storia è un sempre più carismatico John Travolta nei panni di un uomo senza dubbi e scrupoli pronto ad uccidere e ricompensare senza battere ciglio chi sta contro o con lui. Mentre Hugh Jackman (il Wolverine del recente X men di Bryan Singer) è un idealista mago dei computer viene coinvolto suo malgrado negli affari di questi misteriosi agenti segreti, Halle Berry sembra essere una sexy spia doppiogiochista al centro di complicati equilibri in cui tutti sembrano essere – alla fine – contro tutti.

Girato con piglio aggressivo Codice Swordfish è un film emozionante e imprevedibile in cui il cinema d’autore con le riprese sgranate e il suo stile velocissimo, incontra il genere d’azione su un terreno scosceso e pieno di ostacoli dove solo il grande carisma degli attori e la forza del regista sono davvero in grado di gestire al meglio la situazione e le sue variabili. Decisamente la prima grande storia di spionaggio del nuovo millennio cinematografico.

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