Vi ricordate The Day After Tomorrow, 2012 e perché no, Independence Day?

Se pensate che Roland Emmerich sia il campione assoluto nel distruggere il mondo, è arrivato il momento di ripensarci, perché il regista ha un nuovo allievo, che arriva da molto vicino.

Dean Devlin è infatti il produttore da sempre socio in tutti i progetti di Emmerich, anche quelli relativamente meno distruttivi come Stargate o 10.000 A.C., senza contare serie tv come Leverage e The Librarians, ma nel 2015 ha deciso di voler debuttare alla regia, pur seguendo le orme del suo socio in affari.

Ed eccola, dopo un re-shoot da 15 milioni di dollari realizzato l'anno scorso per aggiungere un personaggio femminile e più distruzione, la sua particolare visione dell'apocalisse prossima ventura, ovvero Geostorm.

Il plot è semplice e decisamente fantascientifico:

Dopo che una serie di catastrofi naturali ha minacciato il pianeta, i leader mondiali si sono accordati per realizzare un'intricata rete di satelliti per controllare i cambiamenti climatici e garantire la sicurezza mondiale.

Ma qualcosa è andato storto e il sistema creato per proteggere la Terra ha cominciato ad attaccarci. E sarà una corsa contro il tempo per scoprire la vera minaccia, prima che un Geostorm mondiale cancelli tutto e tutti dalla faccia del pianeta.

Gerald Butler (300Attacco al potere 1 e 2) interpreta Jake, lo scienziato che insieme al fratello Max (Jim Sturgess, Cloud Atlas) viene incaricato di scoprire i motivi del malfunzionamento. Abbie Cornish (Limitless) è l'agente dei servizi segreti Sarah Wilson, Andy Garcia è il presidente degli Stati Uniti Andrew Palma e Ed Harris il segretario di stato Leonardo Dekkom.

Ma attenzione, non è tutto, perché il commento ufficiale al titolo (o Tag-line se preferite) dice

Un uomo andrà nello spazio per fermare una catastrofe senza precedenti, mentre suo fratello scoprirà un complotto per assassinare il presidente.

Insomma, Geostorm, in uscita negli States il 20 ottobre e il primo novembre da noi, non ci farà mancare niente, compresa, come scoprirete, una cover particolarmente inquietante di What a Wonderful World di Louis Armstrong: