James Oliver Curwood è stato autore che ha saputo descrive il selvaggio Nord americano con adamantino spirito poetico; la sua opera più famosa è Kazan, un autentico capolavoro sulla scia romantica-avventurosa di Jack London. Ma Curwood non è Jack London: Curwood ha un suo proprio stile, originale, e per quanti hanno amato i classici di London, Nomadi nel Grande Nord proposto dai tipi dell'Editrice Nord nell'ottima traduzione di Viviana Viviani è un romanzo poetico molto vicino ad essere un piccolo capolavoro.
Nomadi nel Grande Nord è la meravigliosa storia di due cuccioli, un cane e un orsetto senza genitori costretti a crescere insieme e a imparare a sopravvivere alle insidie delle selvagge foreste del Nord. In questo romanzo la natura è pervasa da un grande spirito poetico che Curwood ha saputo tradurre con perfetto equilibrio stilistico e narrativo: ... se con la vostra canoa percorrete il fiume Pas, andate dritti a nord e risalite il Rat River o il corso d'acqua del Grassberry, e, scendendo il Reindeer River, costeggiate il lato orientale del lago omonimo, giungerete presto a Cochrane e al Posto di Ritrovo del Lago Bain, che è una delle regioni più belle di tutto il Canada del Nord. Lì, trecento fra Indiani, Meticci e Canadesi andavano a vendere le pellicce. E fra loro non c'era uomo, donna o bambino, che non conoscesse la storia di Neewa, l'orso addomesticato del Lago Bain, il favorito dell'Angelo Bianco, così come tutti chiamavano la moglie del capo del Posto L'orso portava un collare ben lustro e vagabondava a suo agio in compagnia di un gran cane; però, siccome era diventato grosso e grasso, non si allontana mai molto dal Posto. Una legge, rispettata da tutti, imponeva che non si dovesse molestarlo o fargli male e che nessuna trappola per orsi dovesse essere piazzata a meno di cinque miglia dai magazzini della Compagnia. Al sopraggiungere dell'inverno, epoca in cui gli orsi vanno in letargo, Neewa si rintanava in una caverna profonda e tiepida, scavata apposta per lui sotto i magazzini della Compagnia. Ma ogni giorno, al cadere della notte, Miky, il cane suo amico e compagno, scendeva e andava a dormire in sua compagnia.
Curwood è magistrale, molte pagine sono di una limpidezza poetica primitiva che lasciano nell'animo del lettore una pace interiore ancestrale, una pace che questa civiltà moderna sempre più frettolosa e stressata ha dimenticato. Ma è anche opera di rara romantica tristezza: il romanzo di James Oliver Curwood non è solo la felice conclusione di una delicata storia d'amicizia e d'amore fra due animali, ma è anche una splendida metafora sulla vita e come questa dovrebbe esser vissuta, affrontata. Chi avrà il piacere di leggere questa opera di Curwood non potrà non rimanerne estasiato e purificato spiritualmente. Nomadi nel Grande Nord è memorabile, una vera perla della letteratura fantastica.
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