Era il 2009, cinematograficamente molto tempo fa, quando James Cameron riportava in auge il 3D e conquistava 2 miliardi 878 milioni di dollari con Avatar, record che nemmeno Star Wars Il risveglio della forza sei anni dopo è riuscito a scalfire.
Da allora, il regista ha realizzato dei giganteschi teatri di posa in cui girare contemporaneamente ben quattro sequel delle avventure dei suoi Na'Vi, che probabilmente vedremo a partire dal 2018, ma nel frattempo ha guadagnato una stella non indifferente: è diventato membro onorario della Society of Motion Picture and Television Engineers, titolo fino a oggi ricevuto da pochi nomi di culto come Walt Disney, George Lucas e Ray Dolby.
E durante la cerimonia ufficiale ha svelato il suo progetto più ambizioso: spingere la tecnologia cinematografica verso mete inesplorate:
Non solo per un strumenti migliori, workflow, High Dynamic Range (HDR) e High Frame rates (HFR), questi esistono già oggi.
No, il suo piano è migliorare enormemente il 3D: prima con proiezioni più luminose e infine:
Io penso possa succedere, il 3D senza occhiali. Ci arriveremo.
Anche il leggendario creatore di effetti speciali Douglas Trumbull era presente e ha voluto rispondere ai dubbi sollevati sull'ultimo film di Ang Lee Billy Linn's Long Halftime Walk, girato in 3D, 120 fotogrammi al secondo e 4k, ma definito inguardabile da alcuni dei critici che lo hanno visto in anteprima, proprio per via degli effetti creati dalla tecnologia utilizzata.
Trumbull ha voluto sottolineare come anche 2001 Odissea nello spazio fosse stato criticato, ma come il tempo abbia fatto la differenza.
Voi che dite, in futuro potremo vivere l'esperienza cinematografica dall'interno del film?
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