Dopo aver proposto Nancy Kress con il suo ciclo dei Mendicanti, Elizabeth Moon con l'epopea dell'Eroina Spaziale (il secondo volume del quale sarà in uscita a marzo) e C.J. Cherryh con la saga del Ribelle Genetico, ed in attesa dell'annunciato ritorno di Ursula K. Le Guin (con The Telling, romanzo che fa parte del ciclo Halnish come i famosissimi La mano sinistra delle tenebre e I reietti dell'altro pianeta), Urania questo mese pubblica il primo capitolo del ciclo della Compagnia dell'autrice americana Kage Baker. La Compagnia del Tempo (In the Garden of Iden, 1997) è appunto il primo romanzo di una quadrilogia che in America ha avuto molto successo. La "Compagnia" non è altro che un'agenzia del XXIV secolo che offre ai suoi clienti l'immortalità attraverso un trattamento avanzatissimo dei loro organi. Usando il viaggio nel tempo, idea molto sfruttata dalla letteratura fantascientifica, ma qui trattato con indubbia originalità, la "Compagnia" ha modo di verificare nel "futuro" il successo delle sue "operazioni". Ma tutto questo appare piuttosto una copertura o meglio un espediente per prelevare in epoche passate i suoi fedelissimi agenti e per effettuare, tramite essi, delle particolari ricerche archeologiche. La protagonista di questo ciclo è infatti una botanica spagnola del XVI secolo: Mendoza. E sono proprio le avventure di Mendoza nelle varie epoche storiche che hanno appassionato i lettori d'oltreoceano. Questo primo romanzo del ciclo è ambientato nell'Inghilterra del XVIII dove la nostra botanica deve raccogliere esemplari di rare specie di piante ormai estinte...
La pubblicazione degli altri tre romanzi del ciclo, ci avverte il curatore Giuseppe Lippi, sarà però subordinata al successo editoriale di questo primo capitolo.
Urania questo mese ci propone la seconda parte di un'altra opera dell'apprezzato Walter Jon WIilliams La città e l'abisso (City on Fire, 1997) la prima parte era apparsa nel n. 1427 di Urania in novembre.
Nei Classici un ritorno molto gradito: Isaac Asimov, con una delle sue opere migliori e, che meno di altre ha perso lo smalto con il passare del tempo, Paria dei cieli (Pebble in the Sky, 1950) appartenente al "ciclo dell'Impero".
Infine non si può non fare una nota di apprezzamento per il restyling di La Gaia Scienza la rubrica fantascientifica in appendice ad Urania, che sembra finalmente aver trovato un suo spazio (15-20 pagine a numero), una sua grafica originale (con un logo diverso per ogni argomento trattato: Autori, Posta, Cinema, segnalazioni, ecc.) e una qualità negli argomenti trattati (questo mese ad esempio c'è un intervento di Fabio Feminò sull'attentato alle torri gemelle che farà sicuramente discutere) che faranno sempre più felici gli amanti delle riviste di fantascienza.
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