Scrivere una sintesi della storia di Batman v Superman: Dawn of Justice è facile e difficile allo stesso tempo.

La parte facile è dire che si tratta della classica storia di supereroi per la quale i buoni, a causa di una reciproca incomprensione, se le danno di santa ragione, salvo poi accorgersi, proprio un attimo prima di distruggersi l'un l'altro, che il cattivo li ha presi in giro, e che dovranno allearsi per sconfiggerlo.

Nulla che non si sia compreso dai trailer, o dalla lettura di una storia di supereroi.

Quello che è difficile, e non tento neanche, data anche la richiesta dello stesso Zack Snyder (comunicata alla proiezione stampa prima del film) di non rivelare quelle che il regista ha definito le "sorprese" del film, è analizzare il film senza svelare altro.

Il film di Snyder vive tutto sull'incontro scontro tra i due protagonisti: un Bruce Wayne/Batman (Ben Affleck) reduce da molti anni di lotta al crimine che lo hanno reso cinico e diffidente; un Clark Kent/Kal El/Superman (Henry Cavill) che stenta ancora a comprendere quale sia il suo ruolo nel mondo.

Tra le due forze contrapposte, tra i due archetipi diametralmente schierati (ma solo all'apparenza), Diana Prince/Wonder Woman (Gal Gadot) entra nella vicenda con un suo scopo, con delle intenzioni tutte da scoprire. Così come poco chiaro appare sin da subito il comportamento di Lex Luthor (Jesse Eisenberg)

Questa volta l'intreccio sembra più complesso, e meglio congegnato, frutto di una sceneggiatura in cui Chris Terrio si affianca a David S. Goyer dando più spessore, anche se non mancano punti evidentemente forzati e i dialoghi soffrono delle tipiche cadute di stile snyderiane.

Pieno di citazionismo fumettistico e cinematografico, con scene prelevate di peso dalla lunga storia dei personaggi, nel film gli allargamenti di campo, con figure stilizzate, a terra o fluttuanti, quasi in controluce nel fulgore della battaglia, rimandano all'estetica dell'esagerazione ben nota di Snyder, più vicina alle scene clou del videogame, quelle in cui il mostro di fine livello esplode dopo aver subito il colpo critico. Snyder ripropone inoltre quasi con venerazione gli schemi spielberghiani visti da Lo Squalo in poi. Quei movimenti che alzano la camera dal basso verso l'alto a mostrare il soggetto in crisi di fronte all'arrivo della minaccia, per poi ribaltare in controcampo mostrando la minaccia stessa.

Batman v Superman: Dawn of Justice è comunque un film godibile, più strutturato del suo predecessore, meno incerto sul tono generale da tenere. Il paradosso è che, nonostante non gli avrebbe che giovato durare mezz'ora di meno, ha comunque alcuni elementi che sono rimasti in sospeso. 

Attendiamo i prossimi sviluppi di una costruzione narrativa speculare rispetto a quella della Marvel, nella quale dopo aver raccontato le storie singole sono stati allargati gli orizzonti. Qui invece già da ora viene evocato un mondo più ampio, per poi riservarsi di entrare nel dettaglio dei singoli personaggi, come accadrà in Wonder Woman, già in lavorazione e come potrebbe accadere per Batman, con un flashback sui suoi trascorsi, o con gli altri personaggi dei quali troverete riferimenti in questo film.

In conclusione siamo quindi davanti a un film di passaggio, non del tutto autonomo, ma un vero e proprio ponte verso il nascente DC Cinematic Universe, i cui semi sono stati piantati in profondità.