Al CERN di Ginevra i ricercatori sono riusciti a ricreare in laboratorio le condizioni in cui si trovava l’Universo pochi miliardesimi di secondo dopo il Big Bang.
Il suggestivo e affascinante salto nel passato, realizzato nell’ambito del progetto ALICE (acronimo di A Large Ion Collider Experiment) è stato possibile grazie al Large Hadron Collider, il famoso acceleratore di particelle lungo 27 km di cui si fregia il laboratorio ginevrino. Quello che ci dicono gli scienziati è che all’origine dei tempi eravamo – “eravamo” si fa per dire… ne sarebbe passato di tempo prima della nostra comparsa – immersi in una specie di brodo estremamente caldo e denso composto da quark e gluoni, particelle elementari della famiglia rispettivamente dei fermioni e dei bosoni.
Questo “brodo” è stato ricreato facendo collidere nuclei di piombo all’energia record di 5.02 TeV dentro al LHC. Il risultato è stato poi studiato attraverso misurazioni che hanno interessato soprattutto la variazione di pressione tra il centro e la superficie della “sostanza” ottenuta.
È la prima volta che si è riusciti a determinare le caratteristiche di un plasma quark-gluoni
ha commentato il coordinatore della ricerca You Zhou che ha anche sottolineato un comportamento del plasma in parte inatteso, ma coerente con le leggi dell'idrodinamica. Quello che è degno di nota
, aggiunge, è il fatto che ALICE è in grado di prendere misure all'interno di una goccia di Universo primordiale che ha un raggio di un milionesimo di miliardesimo di metro.
Il gruppo di ricerca che ha condotto l’esperimento arruola nelle proprie fila anche scienziati italiani ed è soltanto all’inizio dell’attività di analisi. Interessanti novità sono attese, quindi, nei prossimi mesi. Il passo successivo sarà replicare l'esperimento a energie maggiori, allo scopo di avvicinarsi ancora di più al Big Bang.
Osserva Paolo Giubellino, membro del team presso il CERN: Una delle cose che vorremmo capire è come si siano formate le strutture su larga scala dell’Universo, e se sia possibile in futuro conoscere le origini di queste strutture in termini di qualcosa successo subito dopo il Big Bang. Se il plasma primordiale si fosse rivelato viscoso, il legame con la struttura a larga scala non potrebbe esistere, poiché un fluido viscoso non mantiene memoria delle condizioni iniziali. Il fatto di aver misurato valori bassissimi di viscosità, e che quindi questo sistema si comporti come un superfluido, ci rafforza e ci spinge a proseguire in questo ambito di ricerca
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