L'inizio degli anni Novanta è stato, per il fumetto, un periodo di grande espansione. In quegli anni si affacciarono sulla scena dei comics una serie di nuovi autori che portarono una reale ventata di novità nei fumetti. Citiamo qualche nome? Grant Morrison, Keith Giffen, Fabian Nicieza tra gli sceneggiatori, Brian Bolland, Simon Bisley e Rob Liefeld, tra i disegnatori solo per nominare quegli autori che produssero alcune delle serie più particolari di quegli anni.
Stiamo parlando di Animal Man, Lobo e Deadpool.
I tre personaggi sono rispettivamente un quasi sconosciuto eroe DC assurto poi a simbolo delle crociate animaliste ed ecologiste, uno psicopatico cacciatore di taglie intergalattico (sempre dell'universo DC) che chiama i supereroi “mascelloni” e un mercenario (stavolta di casa Marvel) dotato di un fattore rigenerante superiore a quello di Wolverine che saltella (letteralmente) di storia in storia correndo pericoli sempre mortali.
Ciò che accomuna le tre serie a mio avviso (e tengo a precisare che la cronologia di comparsa delle tre non è di perfetta contemporaneità, ma non siamo qui per definire chi ha influenzato cosa…) è la voglia di rompere con lo schema dell'Eroe Paladino che si prende sempre sul serio per poi giocare con temi brutti, sporchi, cattivi e soprattutto politicamente scorretti oltre alla spinta a superare la famosa quarta parete.
Mi riferisco alla consapevolezza parziale o totale dei personaggi del loro status proprio di personaggi scritti in un fumetto tanto da rivolgersi talvolta al lettore con battute interlocutorie, didascalie colorate in giallo per i proprio pensieri, incontrare il proprio autore in una storia o rispondere ad un personaggio che chiede quando si sono già incontrati “Nel numero 16, Bullseye.” (come risponde Deadpool in una sua storia).
Questo è lo scenario nel quale Fabian Nicieza e Rob Liefeld, nel numero 98 della prima serie dei New Mutants Marvel fanno comparire tre nuovi personaggi. Ma vediamo qual è stato il percorso dei due autori prima di ritrovarsi a collaborare in quel fatidico numero.
Dopo il diploma di scuola superiore, Liefeld aveva frequentato corsi di disegno mentre si manteneva con i lavori più disparati quali operaio edile o consegnare pizze a domicilio. I suoi primi disegni li inviò a piccoli editori, a suo dire era molto intimidito dal pensiero di proporsi ai big della Marvel e della Dc. Tuttavia Liefeld finì per proporre le sue tavole sia alla DC che alla Marvel al comicon di San Francisco ricevendo pareri positivi sia da Dick Giordano della DC che da Mark Gruenwald della Marvel, fu così che si trovò a lavorare per una storia di Pantera Nera e degli Avengers, che però vide poi la luce per le matite di un altro disegnatore ed anche a inviare nuovi provini alla DC che alla fine gli commissionò la miniserie di Hawk & Dove il cui primo numero uscì nell'ottobre 1988.
Il lavoro di Liefeld per il layout del numero 5 della miniserie, a quanto pare, venne modificato in fase di pubblicazione e alcune tavole che l'artista aveva sviluppato per essere lette in orizzontale vennero reinserite in impaginazione verticale dimostrando come il disegnatore iniziasse sin da subito a cercare quelle soluzioni che lo hanno reso amato e odiato allo stesso tempo per le prospettive ipercinetiche, le supermuscolarità dei suoi personaggi e l'uso spregiudicato di ombre e luci. Liefeld, poco dopo, entrò alla Marvel per la quale disegnò l'annual numero 23 di Spiderman per poi vedersi affidare i New Mutants nel 1989 a partire dal numero 86. È il periodo della massima espansione delle testate mutanti che guidano il mercato USA e trainano con le loro serie e crossover l'intero universo Marvel, è il momento in cui insieme a Liefeld si affacciano alla Marvel talenti come Todd McFarlane e Jim Lee, un periodo caratterizzato da un nuovo modo di intendere il disegno, la colorazione, l'impaginazione della tavola.
E Liefeld riesce a prendere una testata marginale dell'universo mutante fino a trasformarla in un successo finanziario. Ed è proprio a partire dal numero 98 in cui compare Deadpool che a Liefeld viene data carta bianca sulla gestione della serie, ed è da qui che, in soli due numeri, Liefeld trasforma i New Mutants in X Force, chiudendo con il numero 100 la vecchia testata e aprendo nel 1991 la nuova con una vendita di quattro milioni di copie, record battuto solo dagli X-Men di Claremont e Jim Lee.
In quello che fu il periodo delle strategie di vendita più spinte che mai, con numerose varianti di copertina unite a edizioni speciali per i collezionisti.Nicieza, invece, lavorava alla Marvel già dal 1985 prima come assistente di produzione e poi alla gestione della pubblicità, scrivendo articoli per la rivista promozionale Marvel Age, nel 1987 venne coinvolto nel progetto New Universe per il quale scrisse il numero 9 della testata Psi Force che poi gli venne assegnata dal numero 16 fino alla chiusura (che comportò la chiusura dell'intero progetto New Universe) nel giugno 1989 con il numero 32. Nei mesi seguenti gli vennero affidati gli annual Marvel legati al crossover estivo “Atlantide Attacca!” A dicembre di quello stesso anno venne coinvolto da Tom de Falco nella gestione dei New Warriors, un team che raccoglieva personaggi di secondo piano dell'universo Marvel e che Nicieza considera tuttora forse il migliore lavoro della propria carriera con particolare riferimento ai primi 25 numeri della serie.
Nel 1990 Nicieza finalmente si accosta all'universo mutante attraverso Alpha Flight e incrocia l'altro dichiarato amore della sua vita: Captain America nella miniserie Sentinel Of Liberty.
E siamo al 1991, quando viene affiancato a Liefeld nel progetto New Mutants, aiutando la morte e risurrezione della testata e svolgendo il ruolo di co-writer fino al numero 12 quando Liefeld abbandonerà la Marvel (per fondare Image ma questa è un altra storia). Da quel momento in poi il nome di Fabian Nicieza si lega a filo doppio ai mutanti dei quali scriverà e gestirà diversi archi narrativi oltre a dare alle stampe la prima miniserie in solitario di Deadpool (The Circle Chase) nel 1993 fino a quando non abbandonerà la Marvel nel 1995 per disaccordi con l'allora capo redattore Bob Harras.Proprio Nicieza, in una intervista reperibile su Youtube rilasciata per il Marvel Contest of Champions rammenta come Liefeld per il fatidico numero 98 di New Mutants lo abbia coinvolto nella creazione dei tre famosi nuovi personaggi: Gideon, il nuovo grande avversario della serie, Domino, il personaggio enigmatico misteriosamente legato a Cable, e, infine, Deadpool “un mercenario che va combattendo qua e la” lasciando intendere che dei tre quello sul quale forse si puntava meno fosse proprio Deadpool. Una storia che riecheggia quella della comparsa di un mutante canadese (a proposito anche Deadpool è canadese) in una storia degli X Men, un mutante dalle grandi basette e un caratteraccio che mutua il proprio nome da quello del ghiottone: Wolverine. Entrambi i canadesi dovevano essere dei sacrificabili comprimari ma, a quanto pare, non hanno mai avuto alcuna intenzione di rimanere in seconda fila ed hanno prepotentemente preso il sopravvento.Scorriamo velocemente la biografia di Deadpool nei comics.
I primi anni di vita di Wade Wilson (vero nome di Deadpool) nato e cresciuto in Canada sono in gran parte sconosciuti. Sua madre è morta di cancro quando era giovane e suo padre militare di carriera lo angariava fisicamente e psicologicamente.
Wade ha trascorso una gioventù bruciata, causando anche la morte (quanto involontariamente?) del padre deviando in maniera maldestra il proiettile di un balordo. Dopo un breve periodo di servizio militare, Wade ha iniziato la sua carriera di mercenario guidato da un certo desiderio di morte/punizione. Come nei migliori plot ha percorso il globo in lungo e in largo manifestando occasionalmente delle crisi di coscienza che lo hanno spinto di volta in volta ad abbandonare preziosi datori di lavoro. Si è anche innamorato di una prostituta di nome Vanessa Carlysle (una mutante mutaforma di nome Copycat che incrocerà spesso la strada di Deadpool in seguito) e insieme hanno coltivato il desiderio di una vita migliore, ma l'amara verità del cancro che Wade stava sviluppando (forse indotto dalla ereditarietà materna) lo hanno spinto a separarsi da Vanessa e accettare l'offerta del Dipartimento K una unità congiunta dell'esercito Usa e canadese di effettuare esperimenti sul suo corpo facendosi iniettare il siero derivato da un altro appartenente allo stesso dipartimento, coinvolto nel progetto Arma X: Wolverine.
A questo punto, a quanto pare l'esperimento va male, e Wade si trova a condividere quelli che pensa essere i suoi ultimi giorni nell'Hospice del dipartimento, ovvero il luogo dove i quasi zombie vengono sottoposti a ulteriori esperimenti ancora più efferati ingannando il tempo con le scommesse su chi sarà il prossimo a morire in una lotteria il cui termine inglese è dead pool.
Chiaramente Wade scoprirà sul filo del rasoio che il fattore rigenerante è più che attivo in lui, anzi così superattivo da permettergli di riformare perfino organi asportati e arti amputati. Peccato che oltre a riformare le cellule buone il fattore rigeneri anche quelle tumorali, rendendo Wade, per così dire, non proprio il tipo con un viso e una pelle da reclame della Nivea. E così il nostro “eroe” si copre di una tuta vivace e ricomincia a percorrere le strade dell'universo Marvel intrecciando scontri ed alleanze con quasi tutti i supereroi che siamo stati abituati a conoscere.
Nell'intervista già menzionata, alla domanda su quale sia il personaggio che lui preferisce scrivere Nicieza dice che la sua metà buona ama Captain America, ma quella cattiva adora Deadpool, una dicotomia che esprime al meglio l'essenza del personaggio.
La fortuna del mercenario chiacchierone (così chiacchierone da battere perfino il supereroe chiacchierone per antonomasia: Spiderman/Peter Parker) risiede proprio nel suo non prendersi mai sul serio. Se il suo nome di battesimo ricalca da vicino quello del personaggio della DC Comics Deathstroke che si chiama Slade Wilson altre somiglianze degna di nota tra i due sono il fatto che entrambi siano mercenari, maestri di spada, indossino costumi aderenti da assassino con bandoliere e maschera tanto che la caratterizzazione grafica resa da Liefeld, così simile a quella del personaggio DC (che, attenzione, vedremo in Suicide Squad intepretato da Will Smith) scatenò le accuse di plagio rivolte al disegnatore (indicandolo ancora una volta come uno degli autori più al centro di polemiche nell'intero panorama dei comics), ma le successive gestioni del personaggio (particolarmente quella di Joe Kelly) lo portarono a differenziarsi enormemente dalla sua controparte dell'universo DC del quale, dopotutto, Deadpool doveva solo essere una specie di parodia “sacrificabile”.Beh, la parodia sacrificabile attualmente sul sito IGN si trova al 31° posto nella classifica dei supereroi addirittura prima di Lanterna Verde (guarda caso altro supereroe interpretato da Ryan Reynolds in un -ahinoi- dimenticabilissimo film), e non solo, in Superman & Batman annual del 2006 scritto proprio da Joe Kelly, i due campioni dell'universo DC si trovano a fronteggiare i loro due cattivi speculari, Ultraman e Owlman alleati con Deathstroke mentre al loro fianco compare un mercenario chiacchierone che per motivi di copyright non viene mai nominato ma che è chiaramente riconoscibile come il nostro Deadpool.
Avere tra le mani un personaggio che muta continuamente ogni sua cellula ha
permesso agli autori di Deadpool di utilizzarlo nelle maniere più disparate ma ha anche acceso diverse discussioni nei forum degli appassionati, una delle ultime ad esempio, riguarda la sessualità del personaggio.
In risposta ad un articolo pubblicato in rete proprio in merito a queste tematiche Nicieza ha scritto: “Sono spiacente, ma chiunque scriva un articolo così lungo cercando di provare quali siano le tendenze sessuali di Deapool non capisce la sessualità di Deadpool. Non ho intenzione di essere sprezzante nei confronti dell'autore, ma i lettori hanno sempre voglia di appropriarsi di un personaggio assegnandogli una etichetta che escluda ogni altra possibilità. Per Deadpool, come ho avuto modo di dire già in passato, non è così, lui e asessuato e pansessuale. Le cellule cerebrali di DP sono in continuo movimento. Può essere gay un minuto, etero il prossimo, bisex quello dopo, ogni opzione è valida. Questa caratteristica coinvolge ogni sfumatura del carattere e ogni scelta che DP fa, voglio chiarire che non lego le preferenze sessuali ad una patologia psichiatrica o di altro tipo, ma semplicemente al fatto che Deadpool vive un flusso continuo di rigenerazione che è allo stesso tempo una cosa meravigliosa e una maledizione.”
Ma tornando a quanto si diceva all'inizio, è possibile in qualche modo indagare sulle ragioni del successo di Deadpool? Cos'è che ha portato questo “personaggio sacrificabile” a diventare un cult tra i lettori di comics facendolo comparire anche in videogiochi, film e cartoni animati?
Sempre a mio modo di vedere una delle ragioni risiede nel fatto di prendersi allo stesso tempo poco e totalmente sul serio.Se il personaggio, infatti, continua a vivere le sue avventure in un profluvio di battute segnate dal suo peculiare umorismo cinico i meccanismi della narrazione che ne fanno un metafumetto non possono essere presi sottogamba. In ogni avventura Deadpool ci ricorda che lui è un fumetto e che la vita reale è fuori e lui ne fa parte solo per quello che gli compete ovvero lo spazio di una storia. Che il fumetto, progressivamente, sia stato assurto al livello di arte è cosa buona e giusta e in questa arte ha spazio, di sicuro, un simile personaggio perché non solo (pensiamoci) gioca con la sua autoconsapevolezza ma è pur sempre un uomo affetto da una malattia cronica e mortale che lo rende “uno che non ha niente da perdere”.
Deadpool è, quindi, uno dei personaggi più pericolosi e affascinanti proprio perché non potendo perdere nulla si può permettere di guardare in faccia la vita da personaggio per quella che è e viverla svelandone i meccanismi pur assoggettandosi.
La similitudine cinematografica che mi viene in mente è con The Truman Show, dove il protagonista prende realmente in mano la sua vita proprio nel momento in cui comprende di essere il protagonista di una storia costruitagli attorno.È interessante che in questo periodo in cui, chi più e chi meno, tutti cerchiamo nei social network di renderci personaggi e non persone ci sia un rinnovato interesse, invece, per un personaggio che si muove nel senso opposto.E poi Deadpool si inscrive, anche, nel filone dei bad/good guys cioè quei personaggi nati come antagonisti che poi finiscono per guadagnarsi un posto tra gli eroi. All'inizio ho parlato di Suicide Squad, una formazione che nei fumetti DC risale addirittura al 1959, ma lo stesso universo Marvel è pieno di esempi simili, gli Avengers hanno avuto tra le loro file Hawkeye, la Vedova Nera e Wonder Man tre ex nemici pentiti, nelle testate di Spiderman abbiamo seguito la redenzione di Black Cat ma anche e soprattutto dell' Uomo Sabbia, sempre per citare i primi che mi vengono in mente. Anche questo è un filone che viene da lontano, quello del singolo o della squadra di persone alle quali viene offerta l'occasione della redenzione è storia vecchia, risalente come minimo al filone western e con un chiaro esempio nei film di guerra con la famosa Sporca Dozzina.
Ma Deadpool cerca redenzione?
Naaaaahhhhhh, lui vive bene in quello che ha, in un certo senso drogato del proprio potere e delle situazioni estreme contro le quali si lancia di volta in volta, consapevole che tanto alla fine si rigenererà, e se poi non dovesse, beh, buonanotte.
Sotto sotto non vi piacerebbe essere come lui? Non un supereroe schiacciato dai superproblemi, ma uno scavezzacollo capace di presentarsi davanti a qualsiasi nemico consapevole di non avere niente da perdere?
Confrontiamo i due personaggi che Nicieza ama: Captain America e Deadpool, il primo è simbolo (ancorché problematico) di una nazione che dubita talvolta di se stessa, perno di una squadra/organizzazione chiamata a difendere l'uomo comune mentre il secondo a mio giudizio rappresenta l'individualità dell'uomo comune che incancrenito dalla sfiducia nella nazione/organizzazione che dovrebbe proteggerlo e condotto al limite decide di tirarsi fuori dai guai da solo. E così mentre il primo affronta problemi etici e morali, il secondo pensa solo a sopravvivere giorno dopo giorno.È ovvio, e Nicieza l'ha dichiarato più volte, che non rientra nell'intento degli autori e del personaggio scherzare su argomenti drammatici quali il cancro, ma usare il tema per poter costruire il background di un uomo al limite.Con l'arrivo del film Deadpool si è ritrovato ad avere una nuova vita editoriale e il 4 novembre 2015 è uscito il numero 1 della sua nuova serie nella quale il nostro flessibilissimo personaggio ha debuttato in una storia estremamente ben gestita dai due nuovi autori Gerry Duggan ai testi e Mike Hawthorne alle matite. La storia non perde tempo a reintrodurre il personaggio ma lo mostra nel ruolo di una vera e propria star a capo della sua agenzia di freelance (Heroes for Hire) in una moltiplicazione di se stesso che ci permette di vedere in scena ben sette Deadpool ottimamente condotti nella storia e nei dialoghi allo stesso tempo umoristici ma non forzati da parte di Duggan accoppiati a tavole cinetiche e molto piacevoli come quelle ideate da Hawthorne. Ovviamente questa è un ottima notizia per tutti i fan del Deadpool disegnato che inevitabilmente legherà le sue fortuna anche al film pur tenendosene in parte distaccato (ma nessuno si stupirebbe di vederlo comparire alla prima del suo stesso film o addirittura farne una recensione, vero?). E, se devo essere onesto sinceramente, non oso immaginare quale delle sue famose frasi Deadpool potrebbe usare per stroncare questo articolo su di lui.
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