Pochissimi artisti nella storia dei comics hanno avuto un'influenza paragonabile a quella di "Big John" Buscema. L'eleganza delle sue figure, contrassegnate da una perfezione anatomica divenuta proverbiale; il suo infallibile senso del ritmo e della composizione visiva; la teatralità raffinata della sua narrazione per immagini: sono le caratteristiche di uno stile inconfondibile che ha fatto scuola per più di trent'anni.
Nato nel 1927, John Buscema era cresciuto nel calderone italoamericano di Brooklyn coltivando le sue due grandi passioni: quelle per i maestri del Rinascimento italiano e per i fumetti.
Negli anni Quaranta entrò a far parte, giovanissimo, dello staff della Timely, la casa editrice che in seguito si sarebbe trasformata nella Marvel Comics (e che già allora era specializzata in storie di supereroi come Capitan America). Qui Buscema conobbe la persona che più di ogni altra avrebbe orientato la sua vita professionale: Stan Lee, il giovane sceneggiatore e direttore editoriale della Timely.
Dopo la guerra Buscema prestò il suo tratto neoclassico a fumetti di ogni tipo; le storie di supereroi sembravano passate di moda e così lui passò a disegnare, con uguale naturalezza, il western e il poliziesco.
La crisi del mercato però era dietro l'angolo. Nel 1958 il fumetto americano, vittima di una campagna moralizzatrice che gli aveva imposto la rigida censura del Comics Code, perdeva lettori in modo inarrestabile. John Buscema, allora, abbandonò i comics per dedicarsi ad un'attività più "rispettabile" e certamente meglio remunerata: l'illustrazione pubblicitaria. Per otto anni affinò la propria tecnica lavorando al fianco di uno dei maestri del settore, Bob Peak (celebre fra l'altro per i manifesti cinematografici dei primi sei Star Trek).
A far tornare Buscema ai fumetti fu nel 1966 ancora Stan Lee, allora alla guida della neonata Marvel Comics. Grazie a supereroi innovativi come l'Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, gli X-Men e Hulk (tutti creati dallo stesso Lee insieme al geniale soggettista-disegnatore Jack Kirby), la Marvel aveva rivitalizzato l'intero mercato dei comics.
Dopo un inizio incerto, "Big John" si impose come la nuova stella di casa Marvel. Quando Jack Kirby, l'idolo dei fan, abbandonò la casa editrice per passare alla concorrenza, Buscema riuscì nell'impresa ardua di sostituirlo sulle testate più popolari: Fantastic Four, Thor, The Avengers.
Fu però con Silver Surfer (appassionante space-opera esistenziale, su testi di Stan Lee) e poi con Conan (l'adattamento a fumetti dei romanzi di R.E. Howard) che arrivarono la fama mondiale e la consacrazione definitiva.
John Buscema è stato l'artista che più di tutti, persino più del padre fondatore Kirby, ha incarnato la quintessenza dello "stile Marvel". Non a caso è stato proprio lui ad illustrare un manuale di disegno, How to Draw Comics The Marvel Way, che è poi diventato un classico ristampato infinite volte: un'autentica bibbia per gli aspiranti autori di supereroi.
Fino a tutti gli anni Novanta il Grande John è stato molto attivo, lasciando la sua impronta anche su un personaggio "moderno" come Wolverine degli X-Men. L'ultima opera pubblicata di John Buscema, da tempo malato di cancro allo stomaco, risale a poche settimane fa: un'originale reinterpretazione del mito di Superman realizzata insieme al compagno di sempre Stan Lee (per entrambi, uno dei rarissimi lavori extra-Marvel).
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