C'erano due cose di cui Ryan Reynolds era sicuro: non avrebbe mai più fatto film a base di supereroi dopo la delusione personale oltre che al cinema di Green Lantern ma avrebbe lottato senza tregua per dare giustizia a Deadpool, il suo personaggio preferito che era stato completamente travisato in Wolverine Le Origini.
Il suo più grosso ostacolo però si chiamava Fox: già poco interessata a un assolo del mercenario più irriverente della storia, era del tutto avversa a un film che Reynolds voleva fedele al tono folle, violento e divertente del fumetto e soprattutto, che doveva appartenere al classificazione R-Rated, Vietato ai minori di 16 anni.
L'attore non si arrende, gira un filmato-test che arriva leaked (di straforo) on line (se vogliamo credere che Reynolds non ne sapesse nulla), infiammando gli animi dei fan.
Poi sono anni di tentativi per ottenere il più budget più risicato e la luce verde della Fox. Risultato 58 milioni di budget e totale libertà creativa per un progetto in cui credeva solo l'attore.
Che in un solo week end ha dimostrato di avere ragione: 135 milioni di incasso in patria, il più alto mai registrato da un film R-Rated e altri 125 milioni nel resto del mondo, per un totale di 260 milioni.
Ma la Fox aveva già capito dall'hype online che Deadpool si sarebbe dimostrato un fenomeno da non sottovalutare e all'alba di venerdì aveva già dato la luce verde al sequel.
E Reynolds ha già un piano: vuole Cable nel prossimo film, ovvero il mutante con uno dei passati più complicati del mondo Marvel.
Subito dopo ecco arrivare Stephen Lang, ovvero il maggiore Quaritch di Avatar (e prossimi sequel): su Twitter l'attore si è pubblicamente proposto per il ruolo, come potete vedere qui sotto:
E non si tratta nemmeno della prima volta: come ha riportato Screen Rant, già al Comic-Con di New York del 2010 aveva dichiarato il suo desiderio di interpretare il compagno di avventure perfino più violento di Deadpool.
Deadpool arriva nelle nostre sale il 18 febbraio e seguendo lo stile Marvel, ha ben due scene nascoste nei titoli di coda, per cui non credetegli quando vi dirà di non aspettare la fine.
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