Nei giorni scorsi sono uscite anche sui giornali italiani notizie sulle dichiarazioni di George Lucas sul nuovo Star Wars. Riportate spesso stralciate, sono state interpretate da molti come una condanna del film Star Wars Il risveglio della Forza, da altri per alludere a un ripensamento dopo aver visto il successo riscosso dal film.
È importante secondo noi leggere la dichiarazione completa, rilasciata da Lucas in un talk show, perché a nostro avviso la questione è del tutto diversa. Non c'è un commento sulla qualità del film e se Lucas pensa di essere stato pagato poco non viene certo fuori da questa dichiarazione; la questione è, ci pare, del tutto personale.
I primi tre film avevano ogni tipo di problemi. Quelli della Disney hanno guardato le storie e hanno detto "vogliamo fare qualcosa per i fan". Così io ho detto "quello che voglio fare io è raccontare la storia di ciò che è accaduto". Comincia qui e finisce lì. È una storia sulle generazioni, e tutto lì il concetto. I problemi tra padri, figli e nonni. In fondo è una soap opera familiare. Possiamo chiamarla space opera, ma la gente non si rende conto che in realtà è una soap opera. Che parla di problemi familiari, non di astronavi.
Così quelli della Disney hanno deciso di non usare queste storie. Hanno detto che volevano fare una cosa loro, e io ho deciso che andava bene, ma io non volevo averci a che fare. In ogni caso loro non hanno avuto il coraggio di chiedermi di restare. Al momento mi sono detto che se fossi rimasto avrei solo fatto danni, perché quello che volevano loro non era quello che volevo io. E se non ho il controllo per fare quello che voglio finisco solo per lamentarmi di tutto. Perciò ho detto va bene, ognuno per la sua strada.
Lucas, insomma, forse era convinto di poter continuare a condurre Star Wars nella direzione da lui progettata fin dall'inizio, anche dopo aver ceduto la LucasFilm alla Disney. Ma ha dovuto fare i conti con la realtà, e la realtà era che la Disney aveva idee molto diverse dalle sue. Il suo piano per la terza trilogia fu rapidamente abbandonato, e Lucas decise di dare un taglio netto e uscire dal gioco.
Che poi è un normale regola di vita, quando rompi con qualcuno la prima regola è niente telefonate. La seconda regola è non andare a casa sua e non cercare di vedere cosa fa. Non andare al bar che frequenta… devi solo dire no, è finite, è storia, devo andare avanti. Perché altrimenti ogni volta che fai quelle cose riapri la ferita e diventa più dura. Devi lasciarti tutto alle spalle, ed è davvero, davvero difficile. Ma il taglio deve essere netto, fine della partita, vado avanti. Mentre ogni cellula del tuo corpo dice non puoi farlo.
Dopo l'uscita della seconda trilogia Lucas fu molto criticato dagli stessi fan di Star Wars, che lo accusavano di aver concesso troppo all'aspetto commerciale, indulgendo in scene concepite solo per creare appigli per il merchandising. Ma il coinvolgimento di Lucas coi suoi film, nel bene e nel male, è innegabile. La stessa ossessione di continuare a correggere e rivedere la prima trilogia, aborrita dai fan (basti pensare alla querelle su Han Solo che spara o non spara per primo) è indubbiamente una dimostrazione dell'intimo coinvolgimento del produttore-regista con le sue creature.E non deve essere stato per nulla facile per Lucas vivere in un mondo che negli ultimi mesi è impazzito per Star Wars, dove ogni prodotto, dai giocattoli alla verdura, riportava il nome di Star Wars, dove tutti parlavano di Star Wars.
Dopo l'uscita del film e l'inanellamento di un record dopo l'altro forse Lucas può anche aver pensato che i quattro miliardi chiesti alla Disney avrebbero potuto essere di più. Ma è davvero così diverso, per una persona, possedere quattro miliardi o possederne cinque? Il dramma di Lucas è tutt'altro ed è un dramma umano:
Questi sono i miei figli, tutti quei film di Star Wars. Li ho amati, li ho creati, sono coinvolto con loro molto intimamente, e li ho venduti a schiavisti bianchi che prendono quelle cose e… uh!
Questa frase è quasi comprensibile dopo quanto detto prima, e riguarda più lo stato mentale di Lucas che il lavoro della Disney; inevitabile comunque che la Disney non gradisse, tanto che Lucas ha dovuto qualche giorno dopo pubblicare una nota di scuse:
Ho lavorato con la Disney per quarant'anni e li ho scelti come custodi di Star Wars proprio per il grande rispetto che ho per la società e per la direzione di Bob Iger. La Disney sta facendo un lavoro incredibile prendendosi cura ed espandendo il mondo di Star Wars. Raramente rilascio dichiarazioni per chiarire i miei sentimenti, ma credo sia importante mettere in chiaro che sono entusiasta del fatto che la Disney abbia Star Wars e che si stia muovendo in modo fantastico con film, televisione e parchi a tema. Più di tutto sono stupefatto dal successo di incassi incredibile del nuovo film e molto orgoglioso di JJ [Abrams] e Kathy [Kathleen Kennedy].
Qui siamo ovviamente su un piano del tutto diverso dalle confessioni personali dell'intervista; siamo nella classica terminologia da dichiarazione per la stampa infarcita dei classici "exciting", "thrilled", "incredibile" a cui siamo abituati e che valgono davvero poco.
Ma questa è l'industria dello spettacolo, bellezza. Gli appassionati sono in grande maggioranza contenti, la Disney è contenta, il mondo del cinema è contento. E se ci può un po' dispiacere umanamente per George Lucas, che nei prossimi anni dovrà guardare i suoi figli vivere lontano dalla sua ala protettrice, dobbiamo anche dire che la stessa cosa tutto sommato succede un po' a tutti i padri.
Fatta eccezione per il dettaglio dei quattro miliardi di dollari sul conto corrente, certo.
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