- Larry Gleason (75 anni, ora socio della Arenas Entertainment)
- Erik Lomis (57 anni, ora capo della distribuzione della Weinstein Co.)
- Travis Reid (61 anni, capo della distribuzione della Broad Green Pictures)
- Chuck Viane (70 anni, ex capo della distribuzione alla Disney)
- Bob Lenihan (61 anni, presidente della programmazione alla AMC Theatres)
Il mondo intero sta contando i giorni che mancano all'arrivo nelle sale di Star Wars Il risveglio della Forza, e tutti ricordano con ammirazione e nostalgia quel periodo d'oro in cui la trilogia originale arrivò nelle sale, cambiando per sempre la fantascienza cinematografica.
Ma forse ben pochi sanno che in origine Star Wars, poi diventato Una nuova speranza, era visto con ben poco interesse dal mondo del cinema.
La Fox stessa aveva dubbi e sia gli executive della major che i distributori cinematografici vedevano il film come una sorta di lato B di L'altra faccia di mezzanotte, film basato sull'omonimo romanzo di Sidney Sheldon, da tutti visto come il vero successo dell'anno.
Ai tempi i proprietari delle sale dovevano prendere alla cieca le pellicole da proiettare, la visione a scopo commerciale era sempre un evento dell'ultimo minuto e la scelta definiva il futuro stesso di chi decideva di proiettare (o meno) un dato film.
The Hollywood Reporter è andato così a intervistare i cinque acquirenti dell'epoca, che lanciarono la rivoluzione di Star Wars.
Larry Gleason (75 anni, ora socio della Arenas Entertainment)
Ero presidente dei Mann Theatres, che tra gli altri possedeva il Chinese Theatre. C'erano molte persone alla Fox che non volevano proprio realizzare Star Wars. La battuta ricorrente era che quando George Lucas propose il soggetto a Alan Ladd Jr, allora presidente della major, lui rispose “No”, ma lo disse così a bassa voce che non lo sentì nessuno.
A quei tempi avevi come clienti fissi alcune major, per la Mann erano Paramount e Warner Bros. Ogni tanto avevi la possibilità di proiettare film di altre case di produzione. Il general manager della Fox dell'epoca, lo scomparso Peter Myers, ci chiamò dicendo che Lucas ci teneva molto ad avere il Chinese Theatre.
Noi avevamo due settimane libere prima di dover proiettare Il salario della paura di William Friedkin ma la Fox aveva aspettative così basse da dire che sarebbero bastate.
Dopo il primo weekend andammo dalla Paramount, ma loro non vollero saperne, dovevamo attenerci all'impegno preso.
Ma noi volevamo mantenere il controllo di Star Wars e possedevamo un altro cinema a Hollywood. Non era un granché, era aperto 24 ore al giorno e la gente ci dormiva dentro. Realizzamo la ristrutturazione più veloce di tutti i tempi: nuovi sedili, nuova pavimentazione, nuovo colore alla pareti. Spostammo il film lì per due settimane, prima di farlo tornare al Chinese.
Erik Lomis (57 anni, ora capo della distribuzione della Weinstein Co.)
Nei mesi precedenti la sua uscita, molte delle persone più anziane pensavano che Star Wars fosse un film per bambini.
Il cast non significava niente e nessuno sapeva chi fosse George Lucas. Io lavoravo per una catena chiamata Sameric Theatres e pensavamo di essere stati fregati, perché i concorrenti avevano preso il film di serie A, L'altra faccia di mezzanotte.
Star Wars rimase in programmazione all'Eric's Theatre di Philadelphia per un anno, era una cosa folle. Ma il mio ricordo più vivido è di quando si allargò alla periferia. Facevo il giro di telefonate per conoscere gli incassi dei matinè. In uno dei cinema rispose mia sorella Sandy, disse “Sono troppo impegnata” e chiuse la conversazione.
Star Wars cambiò il modo in cui i film venivano distribuiti: L'Impero Colpisce Ancora uscì contemporaneamente in tutte le sale.
Travis Reid (61 anni, capo della distribuzione della Broad Green Pictures)
Penso che più o meno fosse cominciato così: la Fox disse che se volevi L'altra faccia di mezzanotte, dovevi prendere anche Star Wars.
Andò a finire al contrario: se volevi il secondo dovevi prendere il primo.
Chuck Viane (70 anni, ex capo della distribuzione alla Disney)
Lavoravo per la General Cinema Theatres e all'epoca i film venivano proiettati in anteprima in città selezionate. Io feci un'offerta per Star Wars e vinsi, per proiettarlo al St. Park, un cinema in difficoltà che avevamo appena comperato a Minneapolis.
Non ricordo se fu nella prima settimana o nel primo week-end, ma la sala incassò 250 mila dollari, più di quanto avesse guadagnato nei tre mesi precedenti.
Bob Lenihan (61 anni, presidente della programmazione alla AMC Theatres)
Avevo 23 anni e lavoravo per la United Artists, che tra i vari cinema possedeva anche il Coronet a San Francisco.
Ancora oggi prendo in giro Travis Reid (i due sono amici da sempre) perché lui scelse il film Abissi (tratto dal romanzo di Peter Benchley, già autore di Lo Squalo) per un cinema che si trovava a Redding (California), mentre io presi Star Wars per il Coronet. Il primo giorno di programmazione la fila faceva il giro dell'isolato e il film rimase in programmazione fino all'uscita di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Star Wars Una nuova speranza uscì nelle sale durante il week end del Memorial Day in 42 sale. Poco dopo divennero 1750 e il film rimase in programmazione per un anno.
Non male per un lato B.
Un'ultimo aneddotto: in quel di Los Angeles centinaia di persone sono già in fila da due giorni davanti al suddetto Chinese Theatre per non perdersi la premiere di Il risveglio della Forza.
Vi lasciamo con il più recente trailer per il mercato cinese, che contiene ulteriori scene inedite, l'appuntamento è per il 16 dicembre da noi, il 17 in Inghilterra e il 18 negli States e nel mondo:
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