Ci fu una breve pausa, quindi Ryan continuò: — Tutte noi lo siamo, sciocca! Ma non siamo delle selvagge. Siamo come gli Umani, in fondo, non credi? Vogliamo le stesse cose.
— Non sono Umana. — obiettò.
— Tu cosa vuoi, Cristam? Perché frequenti il Kindlom nel tempo libero? È un locale per Umani. Sei brava con il gioco d'azzardo. Quanti soldi hai vinto finora?
Cristam non rispose.
— Non ti piacerebbe avere un uomo? Magari ce l'hai pure, il fidanzato e non dici niente! — commentò schernendola.
— Gli Umani? — chiese lei contrariata — Non sono una donna Umana, perché dovrebbero piacermi?
— Perché le Eniss sono solo femmine. Ti piacciono forse le femmine? — sghignazzò.
Con un movimento furtivo, Ryan si mise alle spalle di Cristam, la cinse con le braccia e le strinse un seno con la mano.
— Ti piace questo? — domandò, con tono eccitato.
Cristam le afferrò il polso, una gamba e la sollevò di peso, reagendo di riflesso all'aggressione. Ryan si diede uno slancio e facendo leva sulle pareti si separò da lei, finendo rannicchiata in un angolo. Rideva.
— Non lo rifare. — la minacciò Cristam, senza agitazione nella voce.
— Non facevo sul serio! — esclamò — Possibile che non stai mai agli scherzi? Chissà cosa fai senza dirmi niente, sei cattiva! Sei tornata da sole due settimane dalla tua ultima missione al Nord e non mi hai raccontato nulla. Di solito chiacchieriamo molto di più. Dì un po', hai catturato l'obiettivo?
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