Per Sopravvissuto The Martian il "dinosauro", come viene chiamata la frasetta che deve descrivere l'idea alla base di un film, potrebbe essere "Castaway su Marte". Nel film del 2000 diretto da Robert Zemeckis, Tom Hanks precipitava nel mezzo dell'oceano e si ritrovava, da solo, su un'isola deserta. Invece di lasciarsi prendere dallo sconforto il personaggio di Hanks prendeva in mano la situazione e si organizzava per sopravvivere.
Nel 2015 l'isola deserta diventa il pianeta Marte e il naufrago è Matt Damon nei panni dell'astronauta Mark Watney. La missione Ares III è sul pianeta da poco quando una tempesta di sabbia costringe gli astronauti ad abortire e ripartire; ma proprio mentre l'equipaggio sta recandosi al modulo Watney viene colpito da un detrito. Creduto morto viene abbandonato e la missione riparte verso la terra; ma, chiaramente, Watney risulta essere ancora vivo.
Buona parte del film a questo punto è dedicata a Watney e al suo tentativo di sopravvivere. "Sono fottuto", dice il personaggio del libro di Andy Weir da cui il film è tratto; nel film evita, anche se non farà economia di "parole con la f" in un altro momento del film.
Se Hanks parlava con un pallone sul quale aveva disegnato una faccina sorridente, il "Wilson" di Damon è direttamente la telecamera del diario di bordo, alla quale racconta i suoi progressi, i suoi timori, le sue idee. Ma l'approccio che prevale è quello della fiducia nella razionalità e nella tecnologia, che permettono a Watney di mettere in piedi un piccolo orto nel quale coltivare patate, e successivamente, di mettersi in contatto con la terra e ricevere quindi consigli e nuove idee.
Qui entra in gioco un altro film, guardacaso ancora con Tom Hanks, Apollo 13; altro film-spot per la NASA in cui gli scienziati a Terra dovevano trovare il modo di risolvere un problema tecnico a bordo della navicella, usando solo le cose presenti a bordo.
Spot per la NASA, dicevamo: la NASA ha accolto subito positivamente il libro di Andy Weir e lo ha sponsorizzato apertamente, considerandolo un ottimo strumento promozionale per le proprie attività. Secondo alcuni, il fatto che la NASA abbia annunciato la presenza di acqua su Marte, risultato di osservazioni e ipotesi che peraltro esistevano già da diversi anni, proprio pochi giorni prima dell'uscita del film non sarebbe solo una fortunata coincidenza.
E in effetti nel film la NASA fa tutte le cose per bene. Viene messo in luce come alcune decisioni politiche siano obbligate a causa della pressione dell'opinione pubblica e dell'influenza che ha sui finanziamenti, e la decisione finale, giusta ma troppo "rischiosa" per la vita degli altri astronauti, viene presa da loro stessi, in una sorta di ammutinamento, sgravando la NASA anche da questa responsabilità.
Dal punto di vista scientifico, il film, per essere appunto un film e non un documentario, è decisamente accurato. Gli unici veri dubbi ci sorgono proprio sul presupposto iniziale, la tempesta di sabbia. È vero: su Marte si sviluppano enormi tempeste. Tuttavia, la densità dell'aria su Marte è circa un centesimo di quella terrestre, e la polvere che viene alzata, proprio per questo motivo, è soltanto quella estremamente fine. Lascio ai fisici calcolare esattamente i numeri, ma sembra estremamente improbabile che una tempesta marziana possa mettere in crisi la stabilità di un modulo di rientro. Veicoli terrestri sono su Marte da parecchi anni ormai, e l'unico problema che hanno avuto con le tempeste marziane è stato dovuto all'oscuramento della luce solare, che ha impedito loro di ricaricarsi. Eh, sì, anche perché una caratteristica delle tempeste marziani è di durare settimane, altro dettaglio che nel film non corrisponde.
Inoltre, essendo un fenomeno non infrequente e ben conosciuto, sembra poco plausibile che una missione su Marte possa essere costretta ad abortire per questo motivo.
Un altro punto che ha messo in allarme il mio scetticismo è stata la coltivazione di patate sul suolo marziano; qui però, a quanto sembra, aveva ragione Andy Weir. Da articoli che ho letto l'ipotesi è ragionevole. Un botanico fa notare che sarebbe stato più ragionevole provare con diversi tipo di sementi e non soltanto con le patate, ma evidentemente questo era quello che Watney aveva a disposizione. Anche se, essendo lui un botanico, ci si aspetterebbe che la sua specializzazione fosse stata necessaria per qualche tipo di esperimento botanico.
La storia del libro è curiosa: Weir lo ha scritto per divertimento sotto forma di blog; a furia di accumulare puntate è venuto fuori un libro, e poiché molti glielo chiedevano ne ha fatto un ebook e lo ha autopubblicato su Amazon. È schizzato in testa alle classifiche e ha attirato l'attenzione delle major cinematografiche. Acquistato da un editore è diventato un bestseller anche in libreria.
Scott è riuscito a tirarne fuori un film che tiene bene il ritmo; nonostante a priori l'idea di un film con un protagonista che per la maggior parte del tempo è da solo e deve mettere in pratica complicati accrocchi scientifici per sopravvivere sia un'impresa ardua, Scott è riuscito benissimo a renderla interessante. E in fondo se ci si pensa il problema è esattamente lo stesso che si ha nel rendere interessanti le missioni spaziali.
Qualche annotazione sparsa: l'equipaggio della Ares III è composto da reduci di Interstellar (Jessica Chastain e Damon), e supereroi e aiutanti di supereroi (Kate Mara – Fantastic 4, Sebastian Stan – Winter Soldier, Michael Peña – Ant-Man), a conferma della vecchia credenza che gli astronauti siano in effetti un po' superumani. In aggiunta, c'è anche Donald Glover nella parte del fisico che trova la soluzione per il recupero di Damon, che ha doppiato Spider-Man in una serie animata. Anche i nerd sono super.
Sean Bean riesce per una volta ad arrivare vivo alla fine del film. Jeff Daniels, ormai social star grazie allo spezzone iniziale di The Newsroom in cui spiega perché gli USA non sono la più grande nazione del mondo (ma potrebbero esserlo) ci prende gusto a fare discorsi.
Belle le scene in assenza di gravità – uno degli effetti speciali più difficili da rendere in modo credibile – e il trucco di Damon nella parte finale, quando è ormai deperito per l'alimentazione insufficiente.
Nel finale del film si vedono piazze gremite ansiose di conoscere il risultato della missione; forse questo è l'aspetto meno credibile, ma consideriamolo un wishful thinking e auguriamoci che possa essere davvero così, che un giorno questo genere di notizie possa davvero tornare a stimolare l'attenzione e l'emozione del pubblico come si augura la NASA, e in fondo come si augura chi ama la fantascienza.
11 commenti
Aggiungi un commentoCerto che vedere Damon e la Castain insieme in un film di genere astronautico, a cosi' breve distanza da InterStellar, sembra un po' strano... Con 2 film a confronto, di IS mancano forse le emozioni forti, e una colonna sonora come si deve (belle le musiche anni '70-'80 di STM, ma non troppo azzeccate).
Film gradevole, ma le parti sulla NASA a tratti erano un pò compiaciute ed accademiche. Poi la battuta sul signore degli anelli... mah! E quando parte "Life on Mars"... momento da guardiani della galassia che li ci sta alla grande, ma quì... boh!
"In aggiunta, c'è anche Donald Glover nella parte del fisico che trova la soluzione per il recupero di Damon"
Che razza di jolly spudorato messo la! XD A proposito, a parte Damon, Bean e Daniels gli altri personaggi li ho trovati poco caratterizzati. Non a livello di introspezione, ma proprio come background! E dire che di film corali in cui ciò ben avviene ne abbiamo! Boh! I migliori nel contorno alla fine sono i cinesi che fanno simpatia e praticità! XD
Visto che si è parlato di emozioni, io a parte che per quello che succede all' orto e nella scena finale non ne ho provate! In altri film di Scott che ho visto sono stato ben più coinvolto! Boh!
Aspè, mi sa che in realtà era "Starman", pardon!
Ottimo film visto 2 volte una al cinema ed una a casa con i miei genitori.
L'ho trovato un buon film. Ma in generale vedere situazioni così estreme e solitarie, rappresentate da attori con volti famosi, mi rende molto difficile entrare in empatia con le situazioni.
Troppo condizionante il fatto che sullo schermo ci sia un attore. Se al posto di Dammon ci fosse stato un volto sconosciuto per me la storia ci avrebbe guadagnato.
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