Definire fantascienza There non è facile. Ma ci si può provare. L'argomento in fin dei conti è scientifico, anche se si tratta di scienza di confine (o fringe, per usare un termine da serie tv): le esperienze extracorporee, le near death experience, eccetera. Territori al confine tra la psicologia e la metafisica new age, a seconda del modo in cui vengono affrontate. Che nel libro, però, è rigorosissimo. In più c'è anche qualche accenno di paradosso temporale, a porre il suggello definitivo.

Il libro è stato pubblicato da Mondadori nella collana Chrysalide, dedicata normalmente ai libri young adult, evidentemente cercando di andare incontro a chi aveva apprezzato Multiversum. Ma aldilà dell'età della protagonista, solo ventenne, non ci sono veri elementi per considerare questo libro per ragazzi.

Lasciando da parte questi problemi classificatori, che lasciano abbastanza il tempo che trovano, resta comunque estremamente apprezzabile, dal punto di vista di un lettore di fantascienza, la profondità e l'accuratezza della ricerca svolta per scrivere questo libro. Che si creda o no ai fenomeni trattati, il fascino dell'argomento è trasmesso con grande forza, e la conoscenza che l'autore è arrivato a raccogliere viene esposta in modo perfetto, senza il cosiddetto effetto infodump, senza mai annoiare, anzi intrigando sempre di più.

Anche perché bisogna riconoscere che Leonardo Patrignani, bestseller mondiale con la sua trilogia Multiversum, è ormai un autore del tutto padrone dello strumento e capace di costruire trame solide, che tengono il lettore incollato alla pagina. Il libro inizia con la scena che racconta l'evento che cambia la vita della protagonista, e lo fa con tale intensità che sembra di vederlo al rallentatore. Una giornata come le altre, una veloce sosta in banca, un pazzo con una pistola, pallottole che fischiano e la madre di Veronica, colpita, che cade a terra. Mormora un paio di parole, apparentemente senza senso, e muore, lasciando la ragazza sola e incapace di dare una spiegazione alla tragedia che le è piovuta addosso.

Il personaggio di Veronica da qui in poi è straordinario; è il ritratto di una persona che si è chiusa completamente al mondo, che ha eretto mura invalicabili attorno a sé, ma anche che continuamente si giudica e si condanna per questo, che vorrebbe fuggirne ma ne è incapace.

Finché non cominciano le esperienze quasi soprannaturali che le faranno sperare di poter comunicare in qualche modo con la madre scomparsa.

Da lì in poi la trama è un crescendo, un intrecciarsi di avvenimenti che porteranno a un finale capace di sorprendere il lettore.

Il tema delle near death experience viene affrontato in modo molto interlocutorio, attraverso due personaggi che studiano l'argomento dal punto di vista scientifico, non nascondendo che le loro tesi incontrano molte difficoltà a essere accettate. La difficoltà che può avere il lettore a credere a queste tesi è la stessa che prova la protagonista, con una sola differenza: a lei tutto questo sta accadendo veramente, ed è in cerca non tanto di una risposta, di una spiegazione, quanto di poter capire se c'è una possibilità di ottenere ciò che lei cerca disperatamente: un contatto con la madre scomparsa.

Lo svolgersi dei fatti sarà diverso forse da quello che il lettore più smaliziato si poteva attendere. Ma alla fine tutto quadra, tutto torna.

Il libro è concepito come stand alone, non ci saranno (almeno così dice l'autore) seguiti, ed è giusto così.