- 1. Tutto è cominciato con Blade Runner
- 2. Perché una serie
- 3. La nascita di un mondo
- 4. Dal romanzo alle immagini
- 5. I comandamenti
Quale sede migliore per presentare una realtà alternativa in cui gli States hanno perso e i nazi hanno vinto, se non il Comic-Con?
La manifestazione più importante dell'anno non sembra aver risentito dell'uscita di scena di mamma Marvel, visto che non solo sarà testimone dello sbarco cinematografico della DC Comics, ma grazie a un accordo strategico Amazon/Entertainment Weekly, i fortunati che si troveranno in quel di San Diego potranno vedere in anteprima i primi due episodi dell'attesa serie The Man in the High Castle, basata sul romanzo di culto di Philip K. Dick.
E alla sua guida scopriamo Ridley Scott, che con la sua Scott Free è da tempo molto attivo nel campo della fiction televisiva e ha trovato terreno fertile per un tema così difficile in quella che è ormai la casa prossima ventura delle serie (ex) tv: internet e con essa Amazon Prime, estremamente attiva sul fronte delle web-series al pari di Netflix.
Così Entertainment Weekly è andata ha intervistare il regista, in questo caso nelle vesti di produttore, per scoprire alcuni dettagli sulla nascita del progetto.
1. Tutto è cominciato con Blade Runner
E soprattutto con il suo autore, Philip K. Dick: "Penso tutto sia cominciato quando ho avuto a che fare con lui mentre giravamo Blade Runner. Quando lo incontrai non aveva ancora visto nulla del film perché volevo che fosse tutto pronto, completo di effetti speciali."
Poi arrivò il momento: "Quando pensai che fosse tutto pronto lo invitai a vedere la sequenza iniziale e mi disse che era stata una sorpresa, qualcosa che non si aspettava. Mi chiese se avessi letto The Man in the High Castle e quando gli dissi di no mi rispose Buon dio, sembra proprio derivato dal High Castle. E così lessi il romanzo."
2. Perché una serie
"All'inizio pensavo che fosse una sfida difficile. Avevo visto il film It happened here (1965), di un filmmaker molto importante dell'epoca, Kevin Brownlow. E parlava proprio di questo: ufficiali delle SS a spasso in Piccadilly square a braccetto con le ragazze della zona. A questo si aggiunga che un po' sono figlio della guerra anch'io e che High Castle è ambientato 17 anni dopo la fine della guerra, per cui non molto tempo dopo. A quel punto ero davvero immerso in quella storia, per cui quando a me e David Zucker (altro produttore della serie) venne chiesto se eravamo interessati, per la risposta naturale fu Assolutamente."
3. La nascita di un mondo
"Fortunatamente ho una memoria fotografica e con essa un buon occhio. Insieme al regista e ai produttori abbiamo creato un House Book della serie: abbiamo preso immagini dal Terzo Uomo di Wells, inevitabilmente da Blade Runner, Il conformista di Bertolucci e la fotografia di Storaro, da alcuni dei migliori film degli anni '40 e '50 e dai dipinti di Hopper. Una volta terminato il libro, è diventato il riferimento essenziale per tutto il cast tecnico coinvolto nelle realizzazione della serie."
"È piuttosto grosso" conclude Scott: "50/60 pagine, e quando lo apri puoi dire Ecco, eccolo l'universo che vogliamo creare."
4. Dal romanzo alle immagini
"È un libro dannatamente difficile da smontare. Ci sono 19 storie solo nelle prima 20 pagine, come lo fai funzionare? Come arrivi a svilupparla completamente? Ma è così che lavorava Dick, era un uomo molto complesso con un cervello che saltava da un punto all'altro."
Una sfida, ma non impossibile: "Quando realizzai Blade Runner il mio problema era come condensare il romanzo in tre ore di film, ma qui abbiamo 10 episodi da 45/50 minuti, per cui abbiamo molto più spazio, molte più aree da esplorare. È esattamente il formato ideale per le storie di Dick.
5. I comandamenti
"La storia viene per prima, gli attori al secondo posto, la presentazione al terzo. Ma è tutto relativo e ognuno di questi pezzi del puzzle è collegato all'altro. È il modo in cui faccio i film ed è come voglio fare le serie: io penso che l'aspetto visuale sia il palcoscenico che rende la storia credibile, che renda reale il disagio con cui i personaggi si sono arresi e integrati con la presenza giapponese e tedesca.
The Man in the High Castle arriverà nella sua interezza su Amazon Prime questo autunno, il pilot è già visibile sul loro sito e se vi trovate a passare da San Diego, avrete modo di scoprire in anteprima un mondo molto diverso da quello che ricordate.
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