All'inizio non era nemmeno previsto un (eventuale) ritorno in tempi brevi.
Daredevil, un po' come i prossimi progetti Netflix/Marvel era un esperimento il cui risultato non era certo nemmeno considerando il successo dell'universo cinetelevisivo Marvel.
Ma Daredevil ha ottenuto di più che vincere una scommessa, ha cambiato il modo stesso in cui i supereroi possono venire rappresentati in un formato seriale, non televisivo perché come forse sapete è un colosso on-line che ha cambiato le regole del gioco.
E ora, a soli dodici giorni dalla messa on line dei tredici episodi della prima stagione, Netflix non ha avuto dubbi e ha rinnovato Daredevil per la seconda stagione, oltretutto prevista per il 2016, anno che avrebbe dovuto vedere prima l'arrivo di Aka Jessica Jones, attualmente in fase di realizzazione e di Luke Cage.
Ma il riscontro è stato unanime: grazie anche al tono durissimo, sanguinario e a tratti quasi shakespiriano dato da quel Steven DeKnight già autore di un'altra serie di culto come Spartacus, Daredevil è diventato la rappresentazione evidente che non solo i supereroi possono avere un tono adulto, ma che in certi casi sono quasi indistinguibili dai cosiddetti villains.
Come ben dimostrato da un Vincent D'Onofrio capace di dare una incredibile e oscura profondità al suo Wilson Fisk e un Charlie Cox/Matt Murdock dolente e inesorabilmente attratto dal suo lato oscuro, ma anche dai comprimari: Deborah Ann Woll, che è riuscita a mettere da parte la sua Jessica di True Blood con la quale ha convissuto per sette anni, Rosario Dawson e la sua infermiera di notte e Elden Henson con il suo spaesato Foggy Nelson, forse l'unico personaggio davvero innocente presente nella storia.
Senza dimenticare Toby Leonard Moore/James Wesley, che non si fa impressionare nemmeno dall'uso improprio della portiera di un auto.
Purtroppo, quando torneremo in quel di Hell's Kitchen verrà a mancare proprio DeKnight, come ha dichiarato su Twitter: "Purtroppo impegni precedenti nel mondo del cinema mi impediscono di continuare con Daredevil nella seconda stagione, ma non potrei essere più felice del fatto che siano Doug Petrie e Marco Ramirez a raccogliere il testimone. Sono stati dei collaboratori ineguagliabili durante la prima stagione e non vedo l'ora di vedere come porteranno avanti la storia."
Ed è difficile non essere d'accordo: Petri vede nel suo curriculum American Horror Story e Ramirez nientemeno che la durissima Sons of Anarchy, motivo per cui siamo certi che riusciranno a tenere alto il livello raggiunto con questi intensi tredici episodi.
Vi lasciamo con la scena che ha definitivamente dato un 'impronta alla serie fin dal secondo episodio, un vero e proprio piano sequenza di quasi cinque minuti (nella versione completa) che ha cambiato il modo di intendere i combattimenti a mani nude e forni a microoonde.
Rigorosamente da vedere solo dopo avere scoperto la serie.
Voi cosa ne pensate di questa versione del diavolo di Hell's Kitchen?
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