Un romanzo scritto a 28 mani, ossia da 14 autori. Un’impresa da far tremare i polsi, ma che non ha invece scoraggiato Francesca Garello e i componenti del gruppo di scrittori La Carboneria Letteraria. L’impresa sembra ancora più ardua quando il romanzo da scrivere è di fantascienza. Ma niente da fare. I 14 scrittori hanno portato a termine il progetto ed è nato Maiden Voyage, curato da ed edito dalla casa editrice Homo Scrivens. Gli autori del romanzo collettivo sono: Andrea Angiolino, Chiara Bertazzoni, Ramona Corrado, Pelagio d’Afro, Arturo Fabra, Gabriele Falcioni, Francesca Garello, Gianfranco Grenar, Biancastella Lodi, Manuela Maggi, Piermaria Maraziti, Alessandro Morbidelli, Alessandro Papini, Francesco Troccoli.
Il romanzo ha una trama davvero accattivante: Mentre la Terra è sull’orlo di un conflitto devastante, l’umanità affida le sue poche speranze al volo inaugurale di un’avveniristica astronave governata da un’intelligenza artificiale. In un’estrema trattativa per scongiurare la guerra, sul campo neutro della Marie Blue si incontrano le delegazioni diplomatiche dei due blocchi transnazionali contrapposti. Ma il contatto con la nave è presto perduto.
Incidente? Attentato terroristico? E da parte di chi? Prima che la notizia venga divulgata, scatenando il panico e forse la guerra, dalla Terra viene inviata un’investigatrice specializzata in analisi di dati complessi. Ma la “datamancer” trova una nave vuota, senza alcuna traccia dei delegati e dell’equipaggio. Cosa è successo sulla Marie Blue?
A raccontarlo sono quattordici personaggi, a ciascuno dei quali dà voce un autore diverso. Un esperimento letterario che coniuga narrazione collettiva, fantascienza e il classico delitto della stanza chiusa. E il colpevole non è il maggiordomo...
Su questo singolare sperimento letterario abbiamo intervistato al curatrice Francesca Garello.
Vorrei in primis che tu mi spiegassi che cos’è la Carboneria Letteraria?
La Carboneria Letteraria è un collettivo di scrittori composto da circa 22 autori, i cui nomi trovate sul nostro sito http://blog.carbonerialetteraria.com/chi-siamo. Il “circa” è d’obbligo, perché non sappiamo come calcolare i tre scrittori multipli (Paolo Agaraff e Pelagio D’Afro), composti da sette autori singoli, alcuni dei quali partecipano sia all’uno che all’altro multiplo. Ok, lo so. Non è facile da capire. Infatti non abbiamo le idee chiare neppure noi. È colpa del nostro peccato originale. Siamo nati, nel 2003, per iniziativa di Paolo Agaraff, quindi da un “padre” uno e trino non poteva che discendere un gruppo di ossimori viventi: siamo una società segreta ma abbiamo un sito web aperto a tutti; siamo un gruppo a numero chiuso ma non sappiamo quanti siamo; scriviamo da soli ma anche in collettivo e collaboriamo volentieri con altri autori non carbonari; viviamo in simbiosi sulla Rete ma fisicamente siamo sparsi in tutta Italia, con un addensamento percentuale nella zona marchigiana e attorno a tavole imbandite.
Quali vantaggi e svantaggi ci sono nel far scrivere un romanzo a più autori?
Il vantaggio consiste senza dubbio nell’avere una maggiore ricchezza di voci soprattutto se, come nel caso di Maiden Voyage, il romanzo è giocato sull’interazione di più personaggi, tutti protagonisti. Difficilmente un solo autore, scrivendo in solitudine, avrebbe potuto utilizzare una tale varietà di stili per caratterizzare in maniera efficace ben quattordici personaggi principali, tutti con la stessa importanza ai fini della trama, senza rischiare di risultare un po’ artificioso. Qui invece la peculiarità di ciascun personaggio è realistica perché ogni autore ha potuto creare il suo secondo la sua sensibilità e descriverlo con il suo stile. Un altro vantaggio è che se da soli si può a volte perdere un po’ la direzione o restare privi di idee su come dare una svolta alla storia, scrivendo in tanti c’è sempre qualcuno che risolve un punto morto o aggiunge un episodio efficace alla trama.Gli svantaggi sono soprattutto pratici. Ciascuno ha i suoi tempi per scrivere, determinati sia dal tempo a disposizione sia dalla velocità di creazione: dovendo procedere tutti insieme verso una scadenza temporale è facile che non si riesca a avere tutti i pezzi concordati nello stesso momento. Ciò può essere appena un po’ scomodo nel caso di un’antologia in cui i racconti sono tutti indipendenti, ma in un caso come il nostro, in cui il racconto di un personaggio è legato e dipende da quello degli altri, può rendere quasi impossibile procedere coerentemente nella trama.
Parliamo ora di Maiden Voyage: ci racconti in sintesi la trama, senza svelare troppo…
In un futuro lontano ma non troppo la Terra è divisa in due macro-blocchi contrapposti e più meno in guerra da anni. Gli attriti hanno avuto un’escalation e si sta per giungere ad una guerra che potrebbe essere davvero l’ultima. Per cercare di scongiurare il pericolo si decide di organizzare una conferenza di pace e si sceglie come sede per le trattative un luogo speciale che non appartiene né all’una né all’altra fazione: un’astrovane di nuovissima concezione, la prima del suo genere, guidata da un sistema neuro-integrato uomo-macchina. A bordo, due delegazioni diplomatiche, i due armatori e inventori della magnifica nave, i creatori dell’intelligenza artificiale, passeggeri illustri di entrambe le fazioni terrestri. Insomma, il meglio che l’ingegno umano possa produrre. Simbolicamente, la nave viene diretta verso i confini del Sistema solare, che l’uomo non ha ancora mai oltrepassato. Questo viaggio inaugurale della nave, che in inglese si definisce “maiden voyage”, dà il titolo al romanzo. A un certo punto, però, la Terra perde ogni contatto con la missione. Silenzio completo. Si teme un guasto, un incidente, soprattutto un sabotaggio... Per risolvere il mistero viene inviata dalla Terra un’investigatrice che, una volta a bordo della Marie Blue, la trova sorprendentemente vuota.
È giusto definirlo un romanzo di fantascienza ad alto tasso di giallo?
In effetti sì. Proprio per la sua struttura “polifonica” il romanzo si prestava a un’impostazione investigativa. In ogni giallo tradizionale gli eventi vengono narrati da vari testimoni e ciascuno dà la propria versione dei fatti, non necessariamente veritiera. Sta all’investigatore capire a chi può credere, selezionare dei sospettati e individuare infine chi lo sta ingannando. Nel nostro romanzo ogni personaggio è potenzialmente un testimone e/o un sospettato della misteriosa interruzione del viaggio e della missione diplomatica. Ci è venuto quindi spontaneo, nell’elaborazione della trama, di orientarci verso una storia gialla. L’astronave poi, per sua natura, è uno spazio chiuso e quindi ci ha portati a immaginare una struttura narrativa ispirata al classico “delitto della stanza chiusa”.
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