Un ente statale che si occupa di viaggi nel tempo, con burocrati, impiegati che si lamentano degli straordinari non pagati, e il compito di tenere sotto controllo il corso della storia. Fin qui potrebbe essere la descrizione dei romanzi di Lanfranco Fabriani Lungo i vicoli del tempo e Nelle nebbie del tempo, entrambi vincitori del Premio Urania.
Ma non siamo in Italia, siamo invece in Spagna. Il viaggio nel tempo non è reso possibile dalla "Macchina" di Leonardo, ma da una serie di "porte" che sia aprono sulle varie epoche; la maggior parte sotto il controllo del Ministero, ma non tutte.
È la serie televisiva spagnola El ministerio del tiempo, che ha esordito sul primo canale TVE qualche giorno fa.
A capo del Ministero c'è l'enigmatico Jaime Blanch, personaggio simile al "Vecchio" di Fabriani (ma un po' più giovane), affiancato da una sorta di Mariani (Juan Gea) e da una quasi perfetta Marina Savoldi (Cayetana Guillén Cuervo).
La serie ha un ritmo spigliato, meno frenetico delle serie americane ma certamente più brioso di quelle italiane, ed è arricchita da una buona dose di humor.
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