Leila è l'ultimo essere umano rimasto su una Terra resa ormai inabitabile dalla guerra nucleare. Intorno a lei solo robot, i quali l’hanno cresciuta e protetta. L'umanità è emigrata altrove, ma Leila conserva i ricordi dei genitori e desidera scoprire se esiste ancora vita sul pianeta. Così si imbarca in un viaggio rischioso sullo sfondo di un paesaggio post-apocalittico, al termine del quale scoprirà che le cose non stanno come credeva.
Plug è un corto firmato da David Levy, art director all’esordio nella regia, ma che vanta un curriculum non indifferente, avendo collaborato a grandi produzioni quali Tron Legacy, Prometheus, Ender's Game, Tomorrowland (in uscita a maggio), oltre ad Assassin’s Creed e Prince of Persia in ambito vidoludico.
Il lavoro rappresenta un pilot per una possibile serie che andrebbe a pescare in un immaginario a metà fra Mad Max e Guerre Stellari, come afferma lo stesso Levy. In particolare la saga di George Miller sembra aver ispirato parecchi elementi del corto, dall'ambientazione desertica ai costumi, dalle scene d’azione ai veicoli. Senza dubbio Levy ha fatto una scelta di evitare il più possibile gli effetti speciali in computer grafica. Il corto è stato girato in esterni: sei giorni con una piccola troupe nei pressi di Palmdale, California, con setting reali e molta pre-produzione.
Come spesso accade in casi come questo, Plug è uno spunto costruito ad arte per mostrare le potenzialità del progetto, per cui termina con un cliff-hanger che suggerisce possibili sviluppi. Ecco dunque il corto. Vedremo se riuscirà a catturare l’attenzione di qualche produttore, magari sulla scia dell’atteso ritorno – a maggio – di George Miller con il suo Mad Max: Fury Road, a trent’anni dall’ultimo Max Max – Oltre la sfera del tuono.
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